ACETATI. MA CHI FA LA “CARATTERIZZAZIONE”?

La proprietà dello stabilimento ormai chiuso comunica gli esiti rassicuranti di una campagna di analisi di suoli e falde idriche. E’ bene però che il “piano di caratterizzazione” sia eseguito sotto la supervisione dell’Arpa.

Ricorderanno i lettori di VB70 l’iniziativa (cfr. https://www.verbaniasettanta.it/?p=3172) dei Gruppi di Minoranza, che un paio di settimane fa avevano presentato un Ordine del Giorno durante una seduta del Consiglio Comunale per chiedere una campagna di analisi dei suoli e delle falde idriche del sito di Acetati. La Maggioranza non volle allora mettere in discussione la proposta. Ora Palazzo di Città dà con grande enfasi la notizia dei risultati di un “piano di caratterizzazione” dell’area ex Acetati commissionato e pagato dalla proprietà ed eseguito da una società privata. L’esito della “caratterizzazione” esclude la presenza di elementi inquinanti dannosi o pericolosi nel suolo e nell’acqua di falda.

La notizia è confortante e la accogliamo con interesse, anche se non possono mancare almeno un paio di considerazioni. La prima: l’Ordine del Giorno presentato dalle Minoranze chiedeva sì un “piano di caratterizzazione” dell’area, ma lo chiedeva sotto la supervisione e con l’accompagnamento dell’Arpa, che è l’ente pubblico preposto per legge all’individuazione e alla verifica dei casi di inquinamento ambientale. Così non è avvenuto, poiché la campagna d’analisi e di campionatura è stata effettuata – diciamo così –  “unilateralmente” dalla proprietà. Noi chiedevamo allora e continuiamo a chiedere ora che il piano di caratterizzazione avvenga con il pieno e preventivo coinvolgimento di Arpa Piemonte, in modo tale che gli esiti abbiano la massima autorevolezza e la massima affidabilità.

La seconda considerazione è solo politica. Fa una certa impressione vedere Zacchera, esponente locale di primo piano di quella che fu Alleanza Nazionale, sbracciarsi oggi nel rassicurare la città sulla qualità di acque e suoli interni ad Acetati sulla base di una rilevazione unilaterale della proprietà, quando tra il 1999 e il 2004 lo stesso Zacchera e AN sono stati in prima fila nella lotta senza quartiere alla presenza delle ditte Acetati e Italpet, accusate di pesanti danni ambientali e per questa ragione fatte oggetto di un Referendum (peraltro fallito) per bloccarne l’attività industriale. Anche in questa vicenda c’è qualcosa che non torna.

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