ANCORA SUL TEATRO………………….. di Gino MIGLIARINI

Un contributo per approfondire le riflessioni sul teatro a Verbania. La scelta dell’Arena, tutta superficialmente pensata in chiave turistica, renderà l’eventuale nuova struttura di fatto estranea alla vita della città.

In una recente nota apparsa su VERBANIASETTANTA Roberto Negroni, al quale mi lega una  ormai vecchia amicizia, sostiene – a proposito del nuovo teatro – che la scelta della sua collocazione, decisa senza il coinvolgimento dei cittadini costituisce, insieme ad altro, la ”mancanza di un’idea guida della città da parte di chi oggi (la) amministra”. Ne evidenzia un procedere incoerente, affidato all’estro del momento privo di sistematicità. Non sono d’accordo con lui o, almeno, non lo sono completamente. A mio parere l’attuale amministrazione ha ben presente una certa idea di ciò che dovrà essere la città: un punto di richiamo turistico, di collocazione forte in ambito nazionale ed europeo, da ottenere con tutte le risorse e le occasioni disponibili ed il teatro è una di queste occasioni. Tutto ciò da attuarsi non necessariamente con il consenso dei cittadini. Non si tratta ovviamente di fare l’esegesi del pensiero palese o recondito dell’Amministrazione, ma è sufficiente assemblare i vari comportamenti e le decisioni assunte per convincersi di queste intenzioni.

A partire dalla cosiddetta operazione “capitale dei laghi”, che non è altro che un contenitore da riempire di iniziative finalizzate a far diventare Verbania punto di riferimento tra la città lacustri d’Europa. Per inciso, ad oggi tutto si limita ad un logo fiorito sull’aiuola della rotatoria di Intra. Il proposito è comunque  evidente. Il teatro collocato sul bordo del lago ne diventa la logica conseguenza. Non a caso durante la presentazione del progetto a Villa Giulia, il Sindaco ha citato il teatro sul lago della cittadina austriaca di Bregenz, ma altri edifici rappresentativi a lago  potrebbero essere richiamati, ad esempio il Centro Culturale di Lucerna di Jean Nouvel  o l’Opera House di Copenaghen posta su di un canale limitrofo al mare. Lo stesso architetto Arroyo, nella stessa serata ha richiamato, non credo inconsapevolmente quale esempio concettualmente simile, il teatro dell’opera di Sidney; le famose vele che costituiscono peraltro la cartolina pubblicitaria della città australiana.

Sono tuttavia esempi che, volendo mantenere un rapporto tra l’opera  e la città, non possono essere assunti e trasferiti in loco acriticamente, a meno di non chiudere gli occhi davanti alla particolare morfologia del territorio di Verbania, alla frammentarietà dei suoi centri storici ed alle dimensioni dell’area prescelta per la edificazione del teatro. L’area di Villa Maioni/Arena è di fatto un’area marginale, subisce la condizione di estraneità dal centro urbano similmente a tutte quelle aree che lungo la riva piemontese del Lago Maggiore sono tagliate  dalle statali 33 e 34; un’incisione profonda, che separa la zona abitata dei centri urbani (quando non attraversati dalle strade stesse) dalle aree di risulta, quasi sempre destinate a parchi e giardini, sedi di attività nautiche o sportive o a riservate ed appartate residenze. Il teatro nell’area dell’Arena non potrà che trovarsi isolato dalla città, in una zona in cui la frequentazione quotidiana sarà limitata alle giornate estive. Difficilmente diventerà un luogo di aggregazione, in cui le attività culturali e di ricezione svolte nella nuova struttura potranno amalgamarsi alla  vita cittadina.

Poiché queste semplici considerazione non possono sfuggire al buon senso, non rimane che convincersi che la scelta della amministrazione di edificare il teatro all’Arena sia fortemente voluta unicamente per rafforzare l’immagine turistica della città, rendendo secondari gli aspetti culturali  e sociali che la presenza di un teatro comporta. Non deve essere sottovalutato altresì che molti cittadini, associazioni di vario genere e forse anche forze politiche ritengono, a mio avviso illudendosi, che il futuro di Verbania sia esclusivamente da ricercare nello sviluppo delle attività turistico-ricettive. Se questa è l’intenzione, ancor più rafforzata dalla previsione di fare del teatro anche una sede congressuale, non resta ai promotori che coerentemente renderla evidente, sapendo che avrà come corollario possibile l’estraneità dell’opera dalla città e dai suoi abitanti.

Paradossalmente, anche il teatro collocato in piazza Fratelli Bandiera, dato il prestigioso progetto, sarebbe stato di indubbio  richiamo turistico così come quello previsto all’arena, ma il primo avrebbe avuto una valenza maggiore per i cittadini di Verbania, coinvolti  per la sua originaria collocazione in una discussione di merito durata alcuni anni, ed avrebbe inoltre risolto pregevolmente con un uso pubblico la destinazione  della piazza ora contornata da edifici di scarsa qualità architettonica, i quali sarebbero stati per antitesi valorizzati dalla presenza del teatro.

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