ASILI NIDO: DAL BONUS BEBE’ ALL’AUMENTO DELLE RETTE [di G. CANGIALOSI]

Il Governo taglia per centinaia di milioni di fondi per gli enti locali e le politiche sociali. E i Comuni (tra cui il nostro) dietro la foglia di fico dei “bonus” aumentano le rette degli asili-nido e le tariffe per la sosta.

In periodi di crisi economica, quando si varano bonus “bebè” per l’acquisto di beni farmaceutici e subito dopo si aumenta la retta di un servizio essenziale per le famiglie con figli come un Asilo nido significa non aver alcun orientamento in materia di politiche a sostegno delle giovani coppie e delle famiglie. Significa candidarsi a fallire su una materia nella quale la demagogia non produce effetti concreti ma solo danni. Del resto così è cominciata e così doveva finire: monetizzare la risposta ad un bisogno essenziale significa quasi sempre ridurre gli investimenti sui servizi  (soprattutto sulla loro qualità) e far pagare lo scotto ai cittadini che quei servizi li devono utilizzare.

Del resto questa Amministrazione comunale governata dal PDL e dalla Lega Nord, rispecchia il fallimento del loro governo nazionale che non solo non ha prodotto nulla di significativo, concreto e percettibile in materia di sostegno alle famiglie, ma ha ridotto del 50% circa il Fondo nazionale delle politiche sociali 2009 e ha costretto gli Enti locali a ridurre i fondi necessari a finanziare i servizi educativi rivolti alla Prima infanzia e alla famiglia. Consideriamo che anche la misura tipicamente “cattolica” del quoziente familiare (proposta minimale ma almeno capace di ricadute concrete sul reddito delle famiglie), sbandierata dalla destra in tutta la campagna elettorale 2008, è stata abbandonata nei cassetti governativi e in quelli del premier. Per capire quali sono le responsabilità e quale impatto le politiche governative produrranno è necessario dare un po’ di numeri. La Finanziaria 2010, per il triennio 2010-2012 prevede una drastica riduzione dei trasferimenti di risorse statali spettanti agli Enti Locali i quali finanziano in gran parte tutti i servizi rivolti ai cittadini (260 milioni in meno, oltre all’azzeramento dei fondo per le Comunità Montane). Del resto il fondo omnicomprensivo che dovrebbe finanziare le Politiche Sociali territoriali è stato, in due anni di governo PDL e Lega Nord duramente ridimensionato (-560 milioni). La riduzione più consistente si registra nel Fondo nazionale per le politiche sociali che, nelle quota destinata a regioni e comuni (la parte più rilevante va all’INPS) e con cui questi ultimi finanziano tutte le attività per anziani, minori e disabili, si riduce addirittura del 50%  rispetto al 2007. E’ questo lo specchio della realtà di oggi: una mancata politica nazionale a favore delle Famiglie italiane e un’assenza completa di strategie locali finalizzate al mantenimento della rete dei servizi per la prima infanzia e dei servizi alla persona in generale. Un doppio effetto, se preso quindi dalla logica del BONUS: SPERPERO DI DANARO PUBBLICO IN MISURE PROPAGANDISTICHE ASSOLUTAMENTE INUTILI  E AUMENTO DEI COSTI DEI SERVIZI A CARICO DELLE FAMIGLIE.

Come scrivevamo qualche settimana fa il BONUS non è altro che una buona strategia di comunicazione a spese dei contribuenti più che una strategia di sostegno alla famiglia, alle giovani coppie e alla natalità, costata sino ad allora ,€ 7857 ma sul quale l’Amministrazione ha investito a bilancio circa € 65.000. Ma è un danno ancora più evidente perchè la strategia del bonus, in presenza di un aumento degli oneri a carico delle famiglie per la fruizione di  servizi rivolti ad essi, sottolinea ancora di più un grave atteggiamento di trasferimento di responsabilità dall’Amministratore pubblico al cittadino. Una monetizzazione del bisogno e un grave trasferimento degli oneri dei servizi sulle famiglie.

Ci viene da fare un collegamento con l’altro bonus (bonus bike): “vi diamo qualche euro per comprarvi una  bicicletta di scarsa qualità e poi riduco le piste ciclabili e la qualità della mobilità sostenibile in città”. E’ una politica sbagliata e completamente ai danni dei cittadini i quali assisteranno una progressiva riduzione dei “beni comuni” e dei servizi essenziali che faticosamente questa Città si è conquistata negli anni. Una devastante logica della “privatizzazione delle prestazioni pubbliche” che ora riguarda solo un bonus e una maggiore compartecipazione alla spesa degli asili nido; ma in futuro potrà riguardare il finanziamento esteso a strutture private attraverso l’introduzione di voucher….tutti costi pagati dalla collettività che non produrranno certamente servizi pubblici migliori e un sistema di “assistenza finanziaria” alla costosissima rete privata dei servizi alla persona.

Questa voce è stata pubblicata in Sanità e Politiche Sociali. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento