AVANZA IL CEM, MA ARROYO NON LO RICONOSCE

Si approva il progetto esecutivo del Centro Eventi: costa un milione in più, non si bonifica ma si riutilizza, “ove possibile”, la terra contaminata e l’architetto spagnolo che lo ha ideato dice che “non risponde alla forma concepita nella progettazione”. Siamo a cavallo!

Gettata alle ortiche l’opportunità  – da lui stesso chiesta alla Regione (leggi qui e qui) – di rimodulare il PISU eliminando il CEM,  il Commissario del Comune ha stretto ancor di più il cappio intorno al collo della città approvando il progetto esecutivo del Centro Eventi dell’Arena (la delibera si può scaricare e leggere qui). Scorrendo il provvedimento, trovano conferma i rischi e le preoccupazioni sollevati in queste settimane. Vediamoli.

Nella delibera si legge testualmente: “il progetto esecutivo approvato trova copertura per la maggior spesa per lavori lordi pari ad €. 1.124.667,76 con l’economia del ribasso d’asta del 7,996%, pari ad €. 1.074.501,74 ed €. 89.899,33 (ribasso calcolato sui nuovi lavori) e fermo restando che per quanto riguarda la terra da scavo contaminata è previsto il riutilizzo ai sensi del combinato disposto D. lvo 152/2006 ss.mm.ii. e DM 161/2012, ove possibile”. Tradotto dal “burocratese”, ciò significa che il progetto esecutivo costerà 1,1 milioni di euro più di quanto previsto dal progetto definitivo (un aumento di circa l’8%) e questa maggiore spesa azzererà il ribasso d’asta con cui la ditta appaltatrice si era aggiudicata la gara. In altre parole, il Comune non ha a disposizione più neppure un euro per fare fronte agli imprevisti che inevitabilmente un’opera così costosa (17 milioni) e così complessa determinerà. Ma non basta: per quanto concerne la bonifica e lo smaltimento della terra di scavo contaminata, se ne prevede “il riutilizzo … ove possibile”. E se il “riutilizzo” non si rivelasse “possibile” a causa degli elementi inquinanti di volta im volta presenti nella terra? Non si sa e nella delibera nulla si dice, anche perchè per un eventuale (e “possibile”, se non probabile) smaltimento in discarica non c’è un euro disponibile.

Straordinario è poi anche questo passo: “l’Arch. Arroyo con nota del 24 giugno 2013 prot. 27955, in qualità di capogruppo del Gruppo Stones, ha comunicato che, a loro giudizio, il progetto esecutivo non risponde alla forma concepita nella progettazione definitiva oltre ad evidenziare diverse differenze sia nella tipologia dei materiali utilizzati sia la diversa collocazione di alcuni ambienti“. L’architetto spagnolo, autore sia del progetto in piazza F.lli Bandiera, sia del progetto CEM, prende formalmente e ufficialmente le distanze dall’opera da lui stesso concepita e progettata sino al livello del Definitivo: “non risponde alla forma” ed “evidenzia differenze nei materiali utilizzati e nella collocazione degli ambienti“.

Ma il Commissario, impavido e imperterrito, va avanti, perchè “è necessario approvare con urgenza il progetto esecutivo con le modifiche / adeguamenti apportati in sede di predisposizione del progetto stesso al fine di non compromettere l’erogazione dei finanziamenti acquisiti“. E noi, con imperterrita urgenza, amdiamo avanti a realizzare un’opera che l’arch. Arroyo disconosce, che prima ancora di muovere un metro cubo di terra già costa un milione in più e che delle terre di scavo prevede non la bonifica ma “il riutilizzo”.

Ove possibile“.

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