AVVISO DI SFRATTO PER BOLDI?

Le cronache locali annunciano rimpasti in Giunta e novità in Consiglio Comunale. E si fanno i nomi dei “giubilati eccellenti”.

Il ritaglio di giornale che trovate in fondo alla newsletter è piuttosto esplicito: s’annunciano “grandi manovre” in seno alla Maggioranza. Dopo aver menato in can per l’aia per un semestre, a dicembre 2010 PdL e Lega Nord erano finalmente riusciti – chi rinculando, chi accelerando – a nominare il decimo assessore, conseguendo il primato della Giunta più affollata e più costosa dal dopoguerra (evidentemente il punto alto del “cambiaverbania” dopo 64 anni di comunismo sovietico!); e adesso, passati quattro mesetti da quella fatidica data, rischiamo di essere daccapo.

Qui però la posta in gioco è duplice: da un lato si dà conto di voci che annunciano un “rimpasto” in Giunta (uscirà qualcuno per fare entrare il “nuovo che avanza” o – già che ci siamo – si nominerà l’undicesimo assessore?), dall’altro si fa esplicitamente il nome di Roberto Boldi, Presidente del Consiglio Comunale, come di un giubilato eccellente, destinato a lasciare la cadrega all’attuale capogruppo PdL Tigano.

Ora, se proprio dovessimo esercitarci nell’aruspicina, l’assessore “rimpastato” potrebbe essere quello a Viabilità, Sport e Giovani, messo ruvidamente e pubblicamente nel mirino qualche settimana fa dagli scalpitanti giovani consiglieri del PdL. Staremo a vedere, anche se la cosa non ci appassiona particolarmente: non c’è rimpasto che possa muovere questa Giunta dallo stato di inerzia assoluta in cui versa.

Meno simpatica la posizione di Boldi. Che siano vere in tutto o in parte le voci raccolte dal cronista, l’esposizione mediatica di Boldi in un contesto di critiche, velate ma pesanti, alimentate non solo da anonimi consiglieri di maggioranza, ma addirittura ricondotte esplicitamente al sindaco, suona a tutti gli effetti come un avviso di sfratto. Che poi lo sfratto diventi esecutivo, è altro discorso. Ma un Presidente pubblicamente avvisato dai suoi diventa ipso facto un presidente dimezzato. Pensiamo che Boldi non sia felicissimo.

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