BOCCIATO IL “QUADRANTE”. E UNA NUOVA PROVINCIA NOVARA-VERBANIA?

Un nuovo ente provinciale Novara-Verbania assicurerebbe – meglio del “quadrante” – alla nostra città un ruolo di grande importanza e un “peso” politico decisivo di rappresentanza degli interessi del Vco nella complessa trattativa che si aprirebbe sulla dislocazione dei servizi e sul mantenimento di accettabili livelli occupazionali

Non so come si chiuderà (a Roma, sul tavolo del Governo) la tragicomica vicenda del riordino delle province del Piemonte, dopo il sigillo caotico apposto una manciata di ore fa dal Consiglio Regionale con il proprio voto sulla proposta del CAL (Comitato Autonomie Locali). Niente “Provincia di Quadrante”, ma due nuovi enti come risultato dell’aggregazione tra Biella e Vercelli e tra VCO e Novara.

In attesa che qualcuno decida qualcosa, affido a queste pagine virtuali la mia preferenza per la soluzione che vede Verbania e Novara unite in un nuovo ente provinciale. Confesso di non avere compreso le ragioni che hanno portato nelle settimane scorse il Vco (meglio: alcuni esponenti politici di vertice del Vco) a schierarsi per la soluzione del “quadrante” con Novara, Vercelli e Biella; né mi ha stupito che una soluzione di ingegneria politico-istituzionale astrattamente costruita a tavolino senza alcun reale coinvolgimento delle comunità locali sia stata duramente avversata da un centinaio di Comuni del Vercellese e del Biellese.

Eppure la questione è molto più semplice di quanto si voglia far credere. Se le future Province, accorpate nel rispetto dei requisiti minimi (almeno 350.000 abitanti e 2.500 kmq), avranno le inconsistenti funzioni residuali e il vertice politico-amministrativo nullo previsti  la legge, sono destinate a vita breve, stentata e inutile. E saranno rapidamente e definitivamente cancellate. Ma se si riuscirà a mantenere in capo ai nuovi enti sia le importanti funzioni svolte sino ad oggi sia l’elezione diretta degli amministratori, la definizione di ambiti territoriali razionali e ottimali risulterà fondamentale.

In questa seconda ipotesi, la soluzione di un nuovo ente Verbania-Novara è a mio giudizio largamente preferibile al “quadrante” con Biella e Vercelli. Chi parla di un “ritorno sotto Novara”, sbaglia. E sbaglia perchè i due requisiti di legge non sono posseduti né da Verbania (non ha gli abitanti sufficienti e non ha la superficie minima) né da Novara (ha gli abitanti, ma non la superficie). Non si tratterebbe quindi di un’annessione a Novara del Vco, ma della creazione di un ente completamente nuovo, frutto della contrattazione tra i due enti originari. La contrattazione permetterebbe a Verbania e al Vco di discutere con Novara, su un piano di effettiva parità, questioni fondamentali come lo status dei due capoluoghi originari e la suddivisione equilibrata dei servizi provinciali, regionali e statali oggi presenti in ogni singola provincia.

Non va poi dimenticato che tra Novara e Verbania, oltre alla comune appartenenza provinciale sino al 1992, in questi vent’anni sono stati costruiti importanti rapporti di collaborazione e di integrazione nella gestione di grandi servizi sovrazonali, come – da ultimo – quello del ciclo idrico integrato attraverso l’ATO interprovinciale Novara-VCO. Esiste cioè una lunghissima e feconda tradizione di governo territoriale che potrebbe essere utilmente valorizzata all’interno di un nuovo ente provinciale nato non da un processo di annessione che riporti le lancette della storia a vent’anni fa, ma da una fusione tra istituzioni non autosufficienti,  che hanno dunque l’una bisogno dell’altra.

Infine, è di tutta evidenza che la fusione in un nuovo ente provinciale NO-VCO assicurerebbe alla nostra città un ruolo di grande importanza e un “peso” politico decisivo di rappresentanza degli interessi del Vco nella complessa trattativa che si aprirebbe sulla dislocazione dei servizi e sul mantenimento di accettabili livelli occupazionali, altrimenti irrimediabilmente compromessi. Nulla di tutto ciò si realizzerebbe nella prospettiva del “quadrante”, dove la netta prevalenza demografica di Novara (370.000 abitanti) ne imporrebbe il ruolo-guida rispetto a Vco, Biella e Vercelli (rispettivamente 160.000, 185.000 e 179.000 abitanti).

Naturalmente nessuna di queste riflessioni ha minimamente interessato la Giunta PdL/Lega Nord di Verbania, che prima s’è buttata sulla chimerica prospettiva della “provincia insubrica” con Varese, Como, Lecco e Sondrio, salvo poi abbracciare l’ipotesi del “quadrante” senza uno straccio di discussione. Ma ora i giochi si sono riaperti.

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