BONIFICA ACETATI E FALDE IDRICHE A SANT’ANNA

I problemi emersi in questi ultimi mesi nella frazione di Sant’Anna continuano a non avere spiegazione e soluzione. E la pratica relativa alla bonifica di Acetati è ben lungi dall’essere chiusa.

Nonostante il silenzio fatto volutamente calare dall’Amministrazione Comunale, la questione dell’inquinamento delle falde acquifere di Sant’Anna è tutt’altro che chiarita e tutt’altro che risolta. Durante l’assemblea di frazione dello scorso 8 novembre, sindaco e presidente di Acque Nord hanno fatto cenno – timidamente e a mezza voce – all’esistenza di analisi delle acque del pozzo 9, eseguite pochi giorni prima del 24 ottobre, che escluderebbero la presenza di benzene. Poichè invece il 24 ottobre e il 31 ottobre le analisi di Asl/Arpa avevano evidenziato cospicue presenze di benzene e di etere diisopropilico sia nelle acque dei condomini sia nel pozzo 9, Comune e Acque Nord hanno cercato di far passare la tesi che la presenza di inquinanti nell’acqua potabile (la prima segnalazione, inascoltata, dei cittadini era stata fatta a metà agosto) sarebbe stata circoscritta ai pochi giorni compresi tra le analisi “pulite” che avrebbe fatto Acque Nord (forse il 18 ottobre) e quelle di Asl/Arpa del 24 ottobre.

Chi redige queste note ha immediatamente chiesto al Comune di avere copia di tutte le analisi eseguite tra il 20 agosto e la fine di ottobre per rilevare benzene e etere, ma alla data odierna sono saltate fuori solo quelle – già note – effettuate da Asl/Arpa il 24 e il 31 ottobre. E le altre, quelle che Acque Nord asserisce di avere effettuato? Il Comune  ha candidamente ammesso di non averle e di non conoscerle e – pressato dalla mia richiesta – si è formalmente rivolta ad Acque Nord per ottenerle e farmele avere. Cosa che sino ad oggi non è avvenuta.

Secondo problema: la bonifica del sito Acetati. La lunga fase di analisi si è chiusa con una riunione della conferenza dei servizi (leggi qui), che non ha però risolto le numerose e delicate questioni aperte. Anzi. Restano molti interrogativi proprio sulla qualità delle acque sotterranee che alimentano le falde idropotabili e i pozzi dell’acquedotto del quartiere di Pallanza. E sono problemi legati alla presenza rilevata ai piezometri (e non solo) di sostanze come il benzene, l’arsenico, il manganese, l’ammoniaca, il diisopropiletere. Vi è poi il nodo insoluto e inquietante della vastissima “bolla” di acqua calda (intorno ai 40° di temperatura) che si estende a una profondità di 30/40 metri tra l’area dell’ex stabilimento, il cimitero di Pallanza, Madonna di Campagna e Sant’Anna. L’Ufficio Ambiente della Provincia ha richiamato puntualmente questi e altri problemi (leggi qui e qui), la cui oggettiva rilevanza impedisce di chiudere con un “tutto va bene” la scottante pratica della bonifica Acetati.

Come invece vorrebbe fare l’Amministrazione PdL/Lega Nord

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