CAMBIARE IL VOLTO DELLA CITTA’. A COSTO ZERO

L’utilizzo dei 10 milioni destinati al CEM per riparare i danni del tornado ci permetterebbe di cambiare il volto all’area-cerniera tra Intra e Pallanza a costo zero. Ma anche quest’opportunità straordinaria sarà lasciata cadere da un’Amministrazione sorda e cieca.

Dopo una prima, irrealistica quantificazione di quasi otto milioni, durante la riunione dei Capigruppo consiliari la stima dei danni causati dal tornado del 25 agosto al patrimonio (edifici, scuole, parchi) e al demanio (lungolaghi, strade, pontili, porti) del Comune è stata ridimensionata a una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,5 milioni, che resta comunque di difficile precisazione proprio in considerazione alla natura dei danni (una cosa è quotare il rifacimento parziale di un tetto, una cosa ben diversa e ben più indeterminata è quotare il ripristino del patrimonio arboreo di un parco). Inoltre, nella quantificazione del danno sono stati inseriti degli interventi (ad esempio, il rifacimento dei tetti dell’ex Camera del Lavoro e della parte fatiscente di villa Simonetta) su immobili degradati da tempo, il cui danneggiamento è stato solo aggravato dal passaggio del tornado. Non bisogna infine dimenticare il danno gravissimo per l’indotto turistico e commerciale della città causato dalla devastazione delle Ville Taranto e San Remigio, che non sono proprietà comunali, ma costituiscono un elemento di richiamo decisivo per la città.

Con tutto ciò, il costo del ripristino resta comunque di qualche milione di euro, a cui si devono aggiungere molte centinaia di migliaia di euro (potremmo essere vicini al milione) per pagare le ditte che hanno effettuato gli interventi di emergenza e di messa in sicurezza nelle giornate successive all’evento meteorologico. Questi milioni nel Bilancio del Comune non ci sono e molto probabilmente non arriveranno né dallo Stato né dalla Regione. Dovrà trovarli il Comune da qualche parte, cioè nelle nostre tasche: ad esempio, mantenendo l’attuale, elevatissima e squilibrata aliquota dell’Imu 1° casa (0,55%), che a fine anno potrebbe portare nelle case del Comune un milione di euro in più di quelli previsti nel Bilancio 2012 (leggi qui ).

Ecco invece come potrebbe essere costruita una soluzione alternativa, sulla base delle  proposte elaborate dal Pd (leggi qui e qui). Anzitutto, si concorda con la Regione una riprogettazione del PISU per la parte relativa al centro eventi, che da sola vale 10 milioni. L’obiettivo di fondo rimarrebbe lo stesso (riqualificazione di aree urbane comprese tra Intra e Pallanza), ma con una diversa individuazione degli interventi. E i 10 milioni potrebbero essere utilizzati così:

  • nuova progettazione e rifacimento del parco Cavallotti, devastato dal tornado;
  • ripristino complessivo con migliorìe del lungolago di Intra;
  • completamento della riqualificazione di palazzo Flaim;
  • risanamento e/o nuova progettazione con rifacimento dei parchi ex minigolf, arena, villa Maioni e piazza San Giuseppe, devastati dal tornado;
  • copertura dell’arena e migliorìe complessive alla struttura;
  • passerella pedonale tra l’arena e Intra (già prevista nel Pisu attuale);
  • recupero ambientale delle sponde del San Bernardino (già previsto molto parzialmente nell’attuale Pisu);
  • recupero integrale dell’ex Camera del Lavoro;
  • completamento di Casa Ceretti, edificio del Museo situato in Sassonia;
  • percorso ciclo-pedonale tra la Canottieri e il Circolo Velico.

In questo piano, che recupererebbe anche il contributo Cariplo per il risanamento dell’ex Camera del Lavoro e per la copertura e migliorìa dell’anfiteatro dell’arena, cambierebbe radicalmente e positivamente il volto di Intra. Si risparmierebbero inoltre i soldi, oggi destinati al CEM, derivanti dalla gara del gas (2 milioni) e da altre fonti comunali (altri 2,2 milioni), che potrebbero essere utilizzati per riparare i danni causati dal tornado in altre parti della città.

Insomma: rinunciando al CEM la nostra città potrebbe non solo risanare i danni causati al patrimonio comunale in tutta la città, ma recuperare e riqualificare aree ed edifici nel cuore stesso di Verbania, cioè su quella cerniera tra Intra e Pallanza che sono i quartieri di Sant’Anna e della Sassonia. E tutto ciò a costo zero.

Ma questo purtroppo non accadrà e tra qualche anno contempleremo una città con le ferite del 25 agosto ancora aperte e lo scheletro enorme di un’opera incompiuta conficcato sulla foce del San Bernardino.

Questa voce è stata pubblicata in Opere e lavori pubblici, Politica cittadina. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *