CIRCONVALLAZIONE E PISTA CICLOPEDONALE FONDOTOCE-SUNA

Senza i primi due lotti della circonvallazione, non avremo mai la grande pista ciclopedonale Fondotoce-Suna. Quando governa l’approssimazione.

Il dibattito sulla circonvallazione riporta d’attualità l’ipotesi di pista ciclopedonale tra Suna e Fondotoce, proprio per il rapporto stringente che esiste tra le due opere e che nessuno ha sinora messo compiutamente in evidenza. Oggi il sistema di piste ciclabili in avvicinamento alla città si interrompe in località “Costa Azzurra”, poco oltre l’abitato di Fondotoce. Il suo prolungamento verso Suna è tecnicamente fattibile per un lungo tratto, recuperando spazio con interventi sul sedime esistente a margine carreggiata o con la creazione di passaggi “a sbalzo” verso lago. Si pongono però due problemi: il primo è la competenza Anas sulla litoranea (SS 34), che rende impraticabili le cessioni di sedime a margine carreggiata (Anas si riserva lo spazio esistente per possibili ampliamenti) e gli interventi sulla carreggiata (restringimenti di corsia, barriere, “isole salvapedoni”, percorsi separati per ciclisti). Il secondo problema è invece rappresentato dalla mancanza “fisica” di spazio per una pista ciclabile da affiancare alla statale tra i Tre Ponti e la Beata Giovannina.

La realizzazione dei primi due lotti della circonvallazione (tratto in galleria Fondotoce-Colonia Motta e tunnel Colonia Motta-Plusc) sarebbe un passaggio decisivo per la soluzione di entrambi i problemi. Una volta messi in esercizio l’uno e l’altro lotto, Anas cederebbe al Comune la competenza su tutta l’attuale litoranea e il Comune dal giorno dopo potrebbe iniziare ad operare sulla strada in piena libertà: ciò consentirebbe di progettare e realizzare senza vincoli tecnici particolari l’estensione della “ciclabile” dalla Costa Azzurra ai Tre Ponti (recupero del sedime laterale sino a Villa Esperia; percorso a “sbalzo” sino al San Carlo; utilizzo della corsia a lago sino alla fine dei Tre Ponti), lavorando poi di fino (restringimento delle carreggiate) sino alla Beata Giovannina. Con opportune ordinanze viabilistiche il traffico pesante e quello “leggero” non locale/residenziale potrebbero essere vietati e/o fortemente disincentivati sulla litoranea, facendo così della via 42 Martiri/Troubetzkoy un percorso a grande valenza turistico-paesaggistica dedicato in via assolutamente prevalente alla viabilità ciclopedonale e al trasporto pubblico, con residuali funzioni legate al traffico leggero “di prossimità”.

Qualcuno a Palazzo di Città ci ha pensato?

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