I lavoratori di Acetati rischiano di non essere autorizzati ad allestire un punto di informazione a Pallanza in occasione della “24 per un’ora”. Non ci vogliamo credere e chiediamo un intervento immediato e risolutivo del Comune.
Scriviamo queste brevi note in apertura della presente edizione del foglio elettronico perché siamo convinti che nel giro di poche ore il problema cui facciamo riferimento sarà stato brillantemente e felicemente superato. Questi i fatti. Una manciata di ore fa i lavoratori di Acetati hanno chiesto, per bocca della loro Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu), di poter allestire – sul lungo lago di Pallanza e in occasione della “24 per un’ora” di sabato/domenica 20 giugno – un punto di sensibilizzazione di informazione sulla situazione difficilissima in cui versa l’azienda, destinata (almeno nelle intenzioni della proprietà) a cessare l’attività con la fine del corrente anno.
La richiesta, inviata alla Polizia Municipale e rappresentata direttamente al sindaco, è stata oggetto del più classico degli “scaricabarile”. La Polizia Municipale rimanda agli amministratori e gli amministratori rimandano la palla agli organizzatori della manifestazione. I quali pare temano intromissioni “politiche” nella manifestazione sportiva. Ora, a parte il fatto che la “24 per un’ora” è nata proprio per onorare la memoria dei 42 martiri di Fondotoce nel giorno in cui si fa memoria dell’eccidio del giugno ’44 (cosa c’è di più nobile e di più “politico” di questo richiamo?), non si riesce a capire cosa vi sia di sconvenientemente politico in un punto di informazione gestito da lavoratori per sensibilizzare i propri concittadini su una grave crisi occupazionale in corso.
Consiglieri comunali di Italia dei Valori e del Partito Democratico, informati della cosa, si sono subito mossi, contattando i lavoratori della Rsu e premendo sugli amministratori. Sindaco e assessori – sino al momento in cui scriviamo – stanno ancora scaricando il barile: eppure non c’è alcuna ragione che possa giustificare un eventuale diniego, perché il lungolago di Pallanza è area pubblica e lo spazio che i lavoratori intendono allestire non interferirà con i percorsi di gara e con le aree logistiche. Non c’è nulla da temere da questa iniziativa. Al contrario, la presenza del lavoro minacciato darà ancora più valore e significato a una manifestazione nata per fare memoria di coloro che hanno dato la vita perché tutti potessero esprimere liberamente il loro pensiero.