CRONACA DI UN INSUCCESSO. IL BONUS BEBE’ di Giuseppe CANGIALOSI

A luglio, con grande clamore mediatico, l’Amministrazione lancia il “bonus bebè”. Cerchiamo di spiegarvi a cosa è servita questa operazione di pura immagine.

Ecco il comunicato-stampa diffuso al momento del varo del bonus bebè, lo scorso luglio: “Verbania vara il bonus bebè. Con uno stanziamento di 65.000 euro e una quota di 800 euro per ogni neonato venuto al mondo nel secondo semestre del 2009 (dall’8 giugno, data di insediamento della nuova Amministrazione comunale) o adottato durante l’intero 2009, il Comune va incontro alle giovani coppie e alle famiglie…… Per la residenza, è richiesta la permanenza a Verbania da almeno tre anni nel caso di cittadini italiani e comunitari (anche solo per un genitore), di cinque per gli extracomunitari. Il bonus bebè nasce in forma sperimentale e nelle modalità illustrate per il 2009, con l’impegno della giunta a ampliare lo stanziamento se le domande dovessero eccedere il fondo di 65.000 euro e a migliorarne il servizio già dal 2010. «Era un preciso impegno della campagna elettorale – ha dichiarato stamane nella conferenza stampa di presentazione il sindaco Marco Zacchera -, che abbiamo concretizzato subito ma che stiamo già pensando di migliorare, magari anche attraverso sponsorizzazioni private. Siamo vicini alle famiglie e vogliamo, per quanto di nostra competenza, sostenere la natalità».Natalità che, nel primo semestre del 2009, a Verbania fa segnare numeri negativi rispetto all’ultimo biennio. Nel 2007 i neonati furono 227, nel 2008 sono saliti a 239. A oggi (l’aggiornamento è di quindici giorni fa) l’anagrafe ne ha registrati 74. «Nei primi sei mesi siamo proporzionalmente molto al di sotto dell’anno scorso: evidentemente il bonus bebè è una necessità – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Roberta Mantovani –. Partiamo con queste modalità, ma abbiamo in mente incentivi maggiori per il secondo e terzo figlio, con la possibilità di ampliare le merci e i prodotti».”

Ebbene oggi, a rendiconto della spesa sostenuta, dopo 9 mesi, scopriamo che: dello stanziamento originario di € 65.000,00 dichiarati all’inizio, in mancanza di richieste il Comune ha variato, diminuendolo, lo stanziamento complessivo ad € 36.800 e a quasi  un anno ha liquidato soltanto € 7.857 (equivalente all’uso completo di 9,5 bonus utilizzati).

Efficacia sulla finalità dichiarata PARI A ZERO. (efficacia nei termini di reale ricaduta: ad esempio  se effettivamente una misura simile ha promosso la crescita della natalità nella nostra città; ha davvero aiutato una famiglia a sostenere l’onere economico di mantenere un bambino -una famiglia media, secondo diverse ricerche effettuate, in Italia  ha bisogno di almeno € 800 al MESE per mantenere un figlio…alla faccia delle politiche a favore delle famiglie-; ha convinto una giovane coppia a generare nuovi bebè).

Finanziamento diffuso alle Farmacie [da gennaio – per volere della Giunta – non più solo la nostra efficiente “Comunale”, ma anche le private, ndr]: sfido a trovare una famiglia con bebè che va a fare acquisti essenziali, che non siano farmaci, per il proprio bambino in farmacia quando può trovare gli stessi prodotti alla metà del prezzo in un qualunque magazzino o supermercato….posso io stesso fornire personalmente indirizzi utili).

A contempo però grande efficacia sul piano dell’acquisizione di consenso dato che tutti coloro che non lo hanno utilizzato mai sapranno se il bonus ha raggiunto i suoi obiettivi o meno.

Costo dell’operazione, per lo meno ad oggi, €  7857.

Certamente una buona strategia di comunicazione a spese dei contribuenti più che una strategia di sostegno alla famiglia, alle giovani coppie e alla natalità (strategia della quale Verbania e il VCO avrebbe bisogno attraverso politiche sociali programmate e condivise su tutto il territorio attraverso gli strumenti che le leggi nazionali e regionali offrono).

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