DIECI RIGHE PER SPROFONDARE UNA CITTA’

La follia del centro-eventi va all’appalto integrato: si buttano 19 milioni di euro confidando in una decina di righette che promettono, senza documentare, 74 congressi all’anno per 344.000 € di ricavi.

A metà luglio scadranno i termini per la presentazione delle offerte del Bando per l’appalto integrato del centro eventi dell’arena. Da quel momento inizierà una fase delicatissima, aperta a ogni tipo di esito: dall’aggiudicazione in tempi rapidi alla contestazione degli atti e della procedura da parte di una o più delle ditte, dal rinvio dell’iter di gara al radicarsi di un contenzioso giudiziario dinanzi al Tar.

I Gruppi di Minoranza auspicano che non si dia corso ad un passaggio che potrebbe portare la città al fatidico punto di non ritorno, che si determinerebbe con l’aggiudicazione e la contrattualizzazione dell’appalto integrato in capo a uno dei concorrenti: la corsa verso il precipizio (urbanistico, edilizio, gestionale e finanziario) diventerebbe inarrestabile. Per questa ragione le Minoranze hanno presentato proprio in queste ore un’articolata Proposta di Deliberazione con la quale si chiede la revoca del Piano Economico Finanziario approvato a maggioranza lo scorso novembre.

Ai nostri lettori vogliamo invece riproporre la lettura di quel Piano Economico-Finanziario, perchè se possa misurare a distanza di  qualche mese la totale inconsistenza. Potete trovare qui tutta la documentazione che vi occorre. La città di Verbania si accinge a spendere una cifra compresa (prudenzialmente) tra i 18 e i 19 milioni di euro sulla base di queste righe: “La parte quindi relativa all’attività congressuale e convegnistica in genere prevede e stima ricavi iniziali pari a 344.000 euro/AA, ossia il totale derivante da attività e ricavi “congressuali” rispetto a tutte le altre perseguibili con le diverse sale a disposizione. Si ipotizza qui un numero di eventi congressuali pari a 24, di durata media pari 1,5 gg per un ricavo medio di 6.500 euro ad evento, il cui totale somma 234.000 euro. Su altro fronte si prevedono poi altri eventi (convegni, workshop, presentazioni aziendali, cerimonie particolari, etc..) per un totale di n° 50 all’anno, di durata media pari a 1 giornata e ricavo di 2.200 euro/gg, per un totale di 110.000 euro/AA (vedi parametri Al Tali valori di ricavo si basano (sempre con stime prudenziali e per difetto) su confronti fatti con altre strutture congressuali limitrofe”.

In altre parole: il centro eventi – dice la Giunta PdL/Lega Nord – sta finanziariamente e gestionalmente in piedi solo grazie all’attività congressistica. E per fare tornare (senza peraltro riuscirci) i conti, si afferma che ci saranno a partire dal primo anno di gestione almeno 50 congressi di un giorno e 24 convegni di un giorno e mezzo, che frutteranno i primi 2.200 € a evento, i secondi 6.500 € a evento. Da dove escano questi numeri, il Piano di Gestione non dice: non uno straccio di tabella, non uno straccio di comparazione, non uno straccio di analisi del mercato della congressistica/convegnistica nel medio-lungo periodo. E’ così e basta. Ed è cosi perchè bisogna indicare da qualche parte ricavi annui per 344.000 €.

Sono in tutto dieci smilze righette tirate lì in un documento costruito sul copia/incolla e sull’identica replicazione di un paio di fogli di Excel. Dieci righe per sprofondare una città.

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