GESTIONE DEL CEM: URGE OPERAZIONE-VERITA’

Il Piano di Gestione del 2011 è totalmente inattendibile, eppure è stata l’approvazione di questo documento da parte del Consiglio Comunale a rendere giuridicamente possibile la costruzione del CEM. Per questo è ora che si metta in cantiere un’operazione-verità, riconoscendone la completa infondatezza. Soltanto dopo sarà possibile costruirne uno che abbia i numeri della realtà.

L’avanzamento dei lavori per la costruzione del CEM rende sempre più attuale la questione della gestione di questa nuova struttura di proprietà comunale. Ad oggi gli elementi conosciuti su cui impostare una riflessione sono tre: 1) l’approvazione di un atto di indirizzo della Giunta al dirigente di settore per assegnare la gestione del bar-ristorante interno; 2) la previsione nel Bilancio 2015 di 150.000 € per finanziare la gestione della struttura nell’anno in corso; 3) la previsione nel Bilancio pluriennale di 280.000 € in Entrata (100.000 € dall’affitto del bar-ristorante, 100.000 € da sponsor privati, 80.000 € da biglietti/abbonamenti) e di altrettanti in Uscita per ciascuno degli anni 2016 e 2017 allo scopo di finanziare “a pareggio” il CEM. Si può supporre che queste cifre siano in queste settimane al vaglio degli uffici comunali e che in autunno verranno resi noti gli orientamenti dell’Amministrazione sulla scelta della forma di gestione (diretta in economia; mediante Fondazione pubblica o “mista”; a privati con gara pubblica), sui contenuti culturali (il teatro vero e proprio) e imprenditoriali (gli spazi commerciali di bar, spiaggia e ristorante) e sulla gestione economica (copertura dei costi per manutenzioni, utenze, oneri finanziari).

Ora, al di là delle previsioni 2016-2017, resta l’enorme “buco nero” rappresentato dal Piano di Gestione del CEM che il Consiglio Comunale approvò nel novembre 2011 come atto indispensabile per la realizzazione dell’opera. In quel Piano stanno scritti i numeri dell’allora asserita sostenibilità economica e finanziaria dell’intera struttura nei suoi tre “segmenti” operativi (l’attività culturale e teatrale, l’attività congressistica, l’attività commerciale di bar-ristorante-spiaggia), che il Centrosinistra smontò completamente. Eppure, di quel Piano oggi nessuno parla, come se fosse possibile ipotizzare una gestione del CEM prescindendo completamente da un’analisi e da un giudizio sull’unico documento ufficiale che ne ha reso possibile la costruzione.

Intanto, sarebbe buona cosa leggerlo, magari qui. E cosa dice il Piano? In soldoni, questo: il Comune affiderà a un gestore esterno il ” segmento” del centro congressi e il “segmento” del ristorante-bar-spiaggia, ricavando dagli affitti 153.000 € (81.000 dal ristorante e 72.000 dal centro congressi); questi soldi serviranno a coprire la rata annuale (60.000 €) del mutuo ventennale contratto dal Comune (845.000 €) e, dal quarto anno in avanti, i 100.000 €/anno di manutenzioni ordinarie (o,8% del valore dell’opera). Dunque, tutto a posto: le spese (160.000 € dal quarto anno d’attività in poi) saranno quasi del tutto coperte dai ricavi da affitto. E il “segmento” teatrale e culturale, che resterà a gestione diretta del Comune? Con un abracadabra da vero prestigiatore (ma il testo merita una lettura diretta: pagg. 10-14), il Piano leva dal cilindro uno sbilancio minimo e completamente inverosimile: nemmeno 23.000 €/anno. Se queste previsioni fossero attendibili, la gestione del CEM sarebbe una passeggiata. Ma non sarà così, come già sosteneva il Pd in un documento di quasi un anno fa.

Cosa c’è di realistico e di fondato in questo Piano? Nulla, ad eccezione forse del “segmento” bar-ristorante-spiaggia (cfr. piano finanziario); e infatti il Comune sta tentando di trovare un gestore dal quale spera di ricavare 100.000 € di affitto (il Piano ne prevedeva 81.000). Vedremo se e a quali condizioni riuscirà. Del “segmento” del centro congressi nessuno parla, perchè non se ne farà nulla: eppure da quell’affidamento il Comune – Piano di Gestione alla mano – avrebbe dovuto ricavare 72.000 € di affitto, scaricando nel contempo 100.000 € di costi per manutenzioni e utenze (cfr. piano finanziario). Resta infine il grande bluff del “segmento” teatrale/culturale, del quale il Piano del 2011 sottostima i costi (360.000  €, contro i 430.000 € correttamente stimati nel Piano di Gestione del 2009 per il teatro in piazza F.lli Bandiera), sovrastima le entrate da biglietti (146.000 €, contro i 108.000 € del Piano 2009) e si inventa l’esistenza nel Bilancio del Comune di risorse che o non ci sono più o sono destinate a coprire altri costi.

A questo Piano totalmente inattendibile non si può porre rimedio. Eppure è stata l’approvazione di questo documento da parte del Consiglio Comunale a rendere giuridicamente possibile la costruzione del CEM. Per questo è ora che si metta in cantiere un’operazione-verità, riconoscendone la completa infondatezza. Soltanto dopo sarà possibile costruirne uno che abbia i numeri della realtà.

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3 risposte a GESTIONE DEL CEM: URGE OPERAZIONE-VERITA’

  1. Giorgio Graffieti scrive:

    Ma davvero sono quelli i numeri messi in preventivo per la gestione? Sono esterrefatto… Quelle cifre non bastano a fargli passare un inverno a una struttura del genere. Che ci sia il bisogno di seguire l’esempio di Franceschini e trovare fuori dai nostri confini qualcuno che possa sapere cosa vuol dire una struttura del genere?

    • Claudio Zanotti scrive:

      I numeri del Piano del 2011 sono ricavabili puntualmente dai documenti linkati, così come quelli del Piano del 2009. Per quanto concerne il 2016 e il 2017, il riferimento è il Bilancio preventivo pluriennale, nel quale sono però soltanto indicati i numeri.

  2. Paolo Ravaioli scrive:

    E’ complicato chiedere,come avevo suggerito negli anni scorsi,alla Fabbrica di Villadossola, i costi effettivi di gestione basati ormai sull’esperienza decennale del teatro e degli spazi culturali?

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