IBRIDO DELL’ARENA: LA RELAZIONE GESTIONALE COMPLICA, NON RISOLVE

Ecco il testo e le tabelle della relazione integrativa che la Regione ha chiesto al Comune per valutare se il “mostro” dell’arena è compatibile con il PISU. Ad una prima analisi, i problemi non solo restano, ma addirittura si complicano.

Il Comune di Verbania nei giorni scorsi ha inviato a Torino la relazione integrativa (Piano economico-finanziario e di gestione) chiesta dalla Regione Piemonte per decidere sull’ ammissibilità a finanziamento del Centro Eventi Multimediale (più semplicemente: l’ibrido dell’arena) all’interno del Progetto Integrato di Sviluppo Urbano (PISU) presentato dalla Giunta PdL/Lega Nord lo scorso gennaio. Il documento merita certamente qualche considerazione, perché per la prima volta compaiono elementi di natura economica e gestionale. Diciamo subito che la relazione (cfr. PISU-Relazione Integrativa CEM) non ci ha impressionati: delle 30 pagine di cui si compone, quelle sostanziali dedicate al Piano di gestione del Centro Eventi (congressi, fiere, convention, spiaggia, ristorante/bar) sono comprese tra la pag. 16 e la pag. 22; il resto è taglia-incolla con qualche aggiornamento qua e là. I Piani di Gestione sono tre: il primo riguarda la struttura teatrale vera e propria; il secondo la struttura fieristico-congressuale; il terzo gli spazi ricreativo-balneari e di ristorazione.

Il primo è ricalcato in maniera piuttosto pedissequa sul Piano Gestionale (cfr. Teatro-Piano gestionale febb 2009) del teatro in piazza F.lli Bandiera (Arroyo 1) approvato nel marzo 2009 dal Centrosinistra in Consiglio Comunale. Con qualche variazione davvero interessante. La prima è relativa agli utilizzi delle due sale (500 e 200 posti ca), che nel Piano Gestionale 2009 erano previsto in 180 eventi e nel Piano Gestionale 2011 in 150 eventi, con l’evidente intento di ridurre i costi; la seconda riguarda invece i ricavi (bigliettazione e sponsor), che – guarda caso – passano dai 123.500 € del PG 2009 ai 227.000 € del PG 2011: calano gli eventi, aumentano i ricavi. Terza variazione: i costi del PG 2009 totalizzavano 470.00 €/anno, mentre arrivano appena a 361.000 € quelli del PG 2011, riducendo a zero – tra le altre – le voci “manutenzioni” e “direzione tecnica e amministrativa”. Vengono poi impropriamente aggiunti nel PG 2011 sia costi (167.00 €) per iniziative già in coso da anni (burattini, premio “Ferrini”, incontro con Autori, mostre varie..) sia risorse (280.000 €) anch’esse già da anni presenti nel Bilancio del Comune e utilizzate per iniziative turistico-culturali. Il risultato di questa volutamente confusa operazione è quello di far risultare alla fine una gestione del segmento-teatro in perdita di soli 23.000 €/anno, contro una perdita di 154.000 €/anno che il PG 2009 molto più chiaramente e molto più onestamente dichiarava, assumendo in ciò una responsabilità politico-amministrativa che l’attuale Giunta tenta di occultare dietro le confuse operazioni contabili sopra richiamate. Ma ai cittadini non piace passare per beoti.

Veniamo ora agli altri due Piani di Gestione, non senza avere prima ricordato che quello appena illustrato, relativo al teatro, occupa ben cinque pagine della relazione, potendo contare sul “travaso” molto pedissequo del lavoro già fatto due anni fa dalla Giunta di Centrosinistra. Gli altri due “Piani” (fieristico/congressuale e balneare/commerciale), ben più pesanti e importanti per la sostenibilità complessiva dell’operazione, insieme occupano sette pagine: già solo questa mera considerazione ”quantitativa” dice quanto approfonditi ed esaustivi potranno essere! Se poi si passa a considerare le tabelle budgetarie pluriennali di riferimento (cfr. PISU-Relazione Integrativa-allegato 2 e PISU-Relazione Integrativa-allegato 3) per ciascuno dei due Piani, si scopre che i Ricavi della Gestione Fieristico/Congressuale passano, nei 18 anni presi in esame, dai 344.000 € del primo anno ai 1.086.632 € del diciottesimo anno, mentre i Ricavi della Gestione Balneare/Commerciale passano, sempre nei 18 anni presi in esame, dai…..344.000 € del primo anno ai…….1.086.632 € del diciottesimo anno. Anno dopo anno, le due attività, pur così diverse, ricavano sempre somme identiche! E’ lecito dubitare sulla piena e totale affidabilità di questa previsione? Io sarei orientato per il “sì”. Ma qualche dubbio sorge anche esaminando la voce “Costi”: siamo proprio sicuri che la Gestione Fieristico/Congressuale nell’arco di 18 anni aumenti i Ricavi del 300%  e i Costi solo del 48%? E che la Gestione Balneare/Commerciale faccia +300% di Ricavi (per forza, i numeri sono gli stessi dell’altra!) e +92% di Costi?

Se poi dalla prosaica eloquenza dei numeri passiamo a quella più suggestiva delle parole, ragioni per convincerci della solidità di questa Relazione ne troviamo proprio poche poche. La Gestione Balneare/Commerciale si fonda sul presupposto di 40 clienti/giorno a 22 €/cliente per 300 giorni nel ristorante e di 50 clienti/giorno a 8 €/giorno per 200 giorni nel bar, senza peraltro fare cenno ai costi di investimento e impianto in relazione alla durata dell’affidamento. E qui finisce. La Gestione Fieristico/Congressuale rappresenta invece il “cuore” del Piano spedito in Regione per acchiappare i fondi Pisu. Le pagg. 16 e 17 tentano – in maniera invero piuttosto confusa e discorsiva, senza puntuali riepiloghi a tabella – di dimostrare che il turismo fieristico-congressuale ha margini di crescita nella nostra zona; purtroppo, in mancanza di una disamina chiara e documentata, ad esser generosi si può dire che l’affermazione resta sospesa nella regione delle cose possibile. La Relazione ipotizza che il Comune potrebbe ricavare all’anno 72.000 € dalla locazione degli spazi Fieristico/Congressuali e 81.000 € da quelli Balneari/Commerciali, rimandando agli Allegati 2 e 3 di cui sopra le previsioni dei rispettivi costi/ricavi nell’arco non breve di 18 anni. E così finisce anche l’illustrazione del piano finanziario e gestionale del segmento fieristico/congressuale.

Va invece un grande effetto sfogliare queste paginette e non trovare un solo accenno ai numerosi e diversificati fattori critici legati alla realizzazione del Centro Eventi. Vediamoli noi, allora. La Relazione del Comune fa i conti dando per scontato che l’Amministrazione dovrà finanziare a mutuo solo 590.000 € dei 16.950.000 € a cui è arrivato (per ora) il progetto preliminare. All’appello mancano il milione di euro di contributo dalla Provincia e i 360.000 € di contributo da privati, pure previsti nel Bilancio 2011; e se mancano, i conti si fanno non su 590.000 €, ma su 1.950.000 €. E molto probabilmente su una ben più alta, visto che l’annullamento da parte del Consiglio di Stato della gara per la distribuzione del gas metano mette a rischio almeno parzialmente la “provvista” di 2,4 milioni di € a suo tempo incassata come corrispettivo anticipato del canone annuo e “accantonata” proprio per il nuovo teatro. Di tutto ciò nulla si dice. Anche il costo complessivo dell’opera, stimato nel preliminare a 16.950.000 €, attendo la più puntuale verifica del progetto definitivo, che ancora non s’è visto e che – scommessa facile – sarà più elevato. I diversi Piani Finanziari (teatro, congressi/fiere, commerciale/balneare) nulla dicono di attrezzature e impianti: visti i conti, il Comune dovrebbe fornire gli spazi di gestione “chiavi in  mano”; ma se già il progetto definitivo dell’Arroyo 1 (13,6 milioni) prevedeva che bar, ristorante e book shop venissero finiti a livello edile, lasciando arredi e attrezzature in capo ai gestori privati, come è possibile immaginare il “chiavi in mano” per il molto più ambizioso Centro Eventi a 17 milioni?

Nulla si dice dell’indennizzo all’attuale gestore dell’Arena, il cui contratto scadrà nel 2016; quanto costerà la sua anticipata uscita di scena? Nulla si dice della totale mancanza di previsioni di parcheggi a servizio del “Multifunzionale”; eppure questa è una condizione sostanziale per la riuscita del progetto. Nulla si dice della mancanza in città di strutture ricettive idonee a supportare un ambizioso centro congressuale. Nulla si dice della realizzazione (e i lavori sono già in corso) del Centro fieristico/congressuale di Gravellona Toce, posto all’uscita dell’autostrada, a una manciata di chilometri dal “Dino” e meglio fornito di aree di sosta. Nulla si dice delle ricadute che sul CEM di Verbania avrebbero le strutture congressuali concorrenziali del Palazzo dei Congressi di Stresa, del Dino Hotel e del Centro Congressi di Gravellona, già tutte operanti quando dovesse mai essere inaugurata la struttura dell’arena

A ben guardare, questa Relazione Integrativa, imposta dalla Regione per meglio valutare l’ammissibilità del Pisu, non soltanto non chiarisce aspetti fondamentali della sostenibilità finanziaria e gestionale dell’opera, ma addirittura ne rende ancora più problematico il riconoscimento come intervento coerente e compatibile con i contenuti del Pisu.

E speriamo che anche in Regione se ne accorgano.

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