IL FALLIMENTO DI UNA POLITICA ESTRANEA ALLA CITTA’

Già nella campagna elettorale del 2009 avevamo denunciato come la Maggioranza Destra/Lega Nord fosse del tutto estranea alla storia politica della città, ai valori e alle idealità intorno ai quali essa è cresciuta nell’arco di molti decenni. Per questa ragione il fallimento rappresentato dalle dimissioni di Zacchera non ci sorprende; e neppure ci rallegra, perchè la ferita inferta alla città è stata profonda e la cicatrice non scomparirà.

Il fallimento, a meno di quattro anni dalle elezioni, dell’Amministrazione PdL-Lega Nord è il risultato di una doppia inadeguatezza: quella del sindaco e quella della sua “squadra” in Giunta e in Consiglio Comunale.

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In  questi anni Zacchera è stato un sindaco divisivo e conflittuale, che si è scontrato con tutti gli interlocutori, uscendone alla fine triturato. Dopo meno di un anno ha attaccato dipendenti e dirigenti del Comune, accusandoli di essere “amalgamati” con il centrosinistra; all’interno della sua Giunta si contano la cacciata di Preti e di Mantovani, le dimissioni (faticosamente rientrate) di Parachini e Calderoni, l’estromissione di Airoldi, il “braccio di ferro” tra Zacchera e Montani per la nomina a decimo assessore di Sottocornola, la girandola impazzita delle deleghe (Turismo, Giovani, Viabilità..) passate di mano tre/quattro volte in meno di tre anni.

E che dire degli scontri al calor bianco con le realtà associative e di categoria della città? Restano vivi nella memoria di questa manciata d’anni le accuse incredibili rivolte alla Scuola di Musica “Toscanini”, l’azzeramento dei contributi all’Esom, le guerre all’interno del Consiglio del Museo del Paesaggio, gli scontri con il Coni e il Fondotoce-Calcio, l’irrisione riservata al Comitato per l’ex cinema “Sociale”, che pure aveva raccolto oltre 3.000 firme, gli attacchi pesantissimi all’associazione “Bicincittà” per il progetto CO2ZERO, le polemiche con i barcaioli, con i commercianti di Pallanza, con i genitori della scuola “Ranzoni” per la mensa, con i cittadini di Fondotoce per la dispersione delle ceneri e il progetto di campo da golf nella Riserva. E altre ancora.

Né sono andate meglio le cose con gli organismi di partecipazione e di decentramento: i Consigli di Quartiere, esasperati per la mancanza di risposte, sono arrivati a gesti inediti come l’autosospensione (Quartiere Verbania Nord) e l’attacco frontale sui giornali all’assenza dell’Amministrazione (Quartieri Ovest e Pallanza).

Da ultimo, la conflittualità crescente tra sindaco, Giunta e Maggioranza consiliare, che si è manifestata nelle lacerazioni dei Gruppi Consiliari (Udc, Pid, Riformisti, indipendenti, Fratelli d’Italia..), nella scandalosa conduzione delle sedute, nelle durissime accuse del sindaco al presidente del Consiglio Comunale, nelle centinaia di interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno presentati contro la Giunta da numerosi consiglieri comunali di Maggioranza, che hanno nei fatti paralizzato i lavori del Consiglio Comunale.

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Accanto a quella del sindaco, l’inadeguatezza di Giunta e Maggioranza. Quella della Giunta è resa con plastica evidenza dalle numerose sostituzioni di assessori e dall’altrettanto numeroso rimescolamento delle deleghe assessorili: segno evidente dell’incapacità di molti componenti dell’Esecutivo di interpretare adeguatamente il ruolo loro assegnato e dell’incapacità del sindaco di creare coesione all’interno della propria squadra.

Ancora più clamorosa è apparsa l’inadeguatezza politica e amministrativa della Maggioranza. Partiti e Gruppi consiliari di Maggioranza hanno offerto un contributo nullo sia al confronto interno al Consiglio Comunale sia al dibattito cittadino sulle grandi questioni di questi anni: la sanità e il nuovo assetto ospedaliero, la chiusura di Acetati, la crisi delle politiche sociali, il ruolo delle aziende di servizi pubblici (in  primis ConSer Vco), la rinascita della città dopo il tornado, il decadimento di istituzioni culturali come il Museo del Paesaggio.

Costituita da consiglieri comunali privi di esperienza amministrativa ed estranei, per provenienza e formazione, alla tradizione delle forze politiche che dal dopoguerra hanno governato la nostra città, gli uomini del PdL e della Lega Nord hanno immediatamente misurato la distanza siderale tra le avventate declamazioni elettorali del “cambiaverbania” e la dura realtà della gestione amministrativa: senza alcuna “idea della città”, senza alcuna consapevolezza della sua storia e della sua identità, senza strumenti per imbastire un sia pur minimo “progetto” di medio-lungo periodo, la Maggioranza del “cambiaverbania” ha prima distrutto alcune delle più significative iniziative e intuizioni del Centrosinistra (il polo socioculturale e teatrale di p.zza F.lli Bandiera, LiberoBus, il secondo lotto di San Vittore, il progetto di bike sharing e la mobilità ciclopedonale, il centro espositivo di Villa Giulia, “Pallanza on ice”..), per poi ridursi a gestire (male, molto male) l’eredità solidissima delle Amministrazioni di Centrosinistra: la raccolta differenziata, i grandi servizi comunali (ciclo idrico, trasporto pubblico, farmacia, mensa scolastica, servizi sociali), le iniziative di trasparenza e di animazione (il Kantiere, l’Ufficio del Cittadino, “Verbania Connettiva”, il CCR…).

Su tutto, l’avventura insensata del CEM, anch’essa frutto di un perverso stravolgimento del progetto di polo culturale e teatrale della Sassonia voluto dal Centrosinistra. Se non riusciremo a fermarlo, per Verbania sarà la rovina.

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Dalle pagine virtuali di VERBANIASETTANTA è risuonata per tre anni e mezzo una delle voci dell’opposizione: un appuntamento settimanale di sistematica e puntuale controinformazione, che ha prodotto più di mille articoli. Abbiamo in questo modo misurato e documentato l’inarrestabile declino di un’esperienza amministrativa che già nella campagna elettorale del 2009 avevamo denunciato come del tutto estranea alla storia politica della città, ai valori e alle idealità intorno ai quali essa è cresciuta nell’arco di molti decenni. Per questa ragione il fallimento rappresentato dalle dimissioni di Zacchera non ci sorprende; e neppure di rallegra, perchè la ferita inferta alla città è stata profonda e la cicatrice non scomparirà.

La sera dell’8 giugno 2009 chiudevo così il mio brevissimo commento al risultato delle elezioni: “lascio l’incarico di sindaco esprimendo il mio ringraziamento a quanti – ed in primo luogo agli assessori e ai Consiglieri Comunali della mia maggioranza – in questi cinque anni hanno lealmente e intensamente collaborato con me nell’amministrazione della città”. 

 Una frase che il sindaco oggi dimissionario non potrà mai fare propria.

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