IL TEATRO SENZA FONDO di Angelo ROLLA

Il progetto del teatro/centro-eventi dell’arena nasce all’insegna della massima approssimazione ed espone il Comune a grandi rischi economici e finanziari. Tra costi diretti per realizzare l’opera, costi indiretti indispensabili (i parcheggi, oggi inesistenti) e distruzione di beni immobili oggi esistenti e destinati all’abbattimento, l’Amministrazione impegna quasi 25 milioni di euro.

Nell’ultimo consiglio comunale, nel quale si discuteva il piano economico e finanziario del nuovo Centro Eventi Multimediale, si sono evidenziate con la massima chiarezza le due posizioni antitetiche rispetto alla scelta di una struttura che per alcuni – la maggioranza dei consiglieri naturalmente –  rappresenta un roseo  futuro per Verbania e che per noi della Minoranza  è solo un grande salto nel buio. Oltre alle nostre già dichiarate contrarietà alla scelta del luogo e del tipo di opera,  le altre domande alle quali è necessario rispondere,  per capire dove stia la ragione,  sono principalmente tre: quanto costerà il CEM?  con quali soldi lo pagheremo?  quali saranno le entrate e le spese per la sua gestione?

Vorrei tentare di rispondere alla prima domanda e in parte alla seconda. Il progetto definitivo appena approvato prevede un costo di 16.950.000 euro,  ma oltre alla struttura vera e propria ci saranno, non dichiarati, altri costi aggiuntivi. Il primo è l’acquisto già definito dell’area:  500.000 euro, poi l’eventuale bonifica dell’area,  per la quale sono in corso indagini ed è difficile ora immaginare un costo preciso, ma si può pensare ad almeno  100.000 euro e poi il costo della buonuscita per l’attuale gestore per un valore dai 200.000 euro in su. Poi ci sono i costi per il progetto di piazza Mercato, che è stato  abbandonato, circa 700.000 euro e i costi aggiuntivi dell’attuale progettazione, circa 100.000 euro rispetto a quanto previsto nel contratto. Il totale parziale di questi costi è di circa 1.600.000 euro.

Il CEM inoltre non prevede per ora nessun parcheggio al di fuori di quello attuale   qualche decina di posti) e non potrà rinunciare alla disponibilità  di almeno altri 250 stalli posti nell’unica area vicina disponibile  (ex Padana Gas e Acque Nord) di proprietà del Comune. Il costo previsto dell’opera potrebbe essere almeno  2.000.000 euro, senza dimenticare che per la sua realizzazione potrebbe rendersi necessario l’abbattimento degli edifici, con una perdita patrimoniale di altri 2.000.000 euro. Siamo quindi a quasi 22.500.000 euro circa tra spese da affrontare e mancate entrate, senza dimenticare i 2.000.000 di euro già spesi per la sistemazione dell’attuale parco dell’arena e che potrebbero essere gettati con la nuova costruzione.

Con quali risorse si potranno affrontare questi costi aggiuntivi?  Innanzitutto va detto che nelle somme disponibili per la realizzazione del CEM ci sono 745.000 euro provenienti dall’alienazione del BarCollo , in via Buonarroti, la cui gara è andata deserta e le previsioni di entrata sono ora certamente molto più basse, mentre per le somme aggiuntive da mettere a disposizione non ci sarà altro modo che accendere mutui,  bloccando praticamente i prossimi bilanci che non vedranno perciò alcun altro intervento in città. Si ridurranno poi le disponibilità, dovute agli ammortamenti , in spesa corrente  con pesanti ripercussioni sui servizi e in particolare quelli sociali.

Il supposto possibile ricorso al project financing per la costruzione di un parcheggio, cioè con l’intervento del privato che pretende un ritorno economico,  si scontrerebbe con la necessità di far pagare il parcheggio ai fruitori degli eventi e soprattutto ai congressisti. Per gli avventori di bar e ristorante potrebbe essere sufficiente il parcheggio esistente, pur nella consapevolezza che l’uso estivo dell’area ne azzera  la disponibilità. Immaginare eventualmente l’uso dei parcheggi di piazza Mercato, risparmiando sulla realizzazione del nuovo parcheggio,  significherebbe disporre dei posti  utili alla struttura solo alla domenica e nelle serate feriali, senza dimenticare la scomodità e quindi la ridotta appetibilità del centro per gli eventi,  ma soprattutto per i congressi. Chi sceglierebbe di organizzare un congresso a Verbania in un centro privo di una ricettività concentrata e vicina alla struttura, non adeguatamente fornito di parcheggio e pure a pagamento?

Nella congressistica sul territorio esiste una forte concorrenza (Palazzo dei Congressi, Hotel Dino a Baveno, varie strutture alberghiere a Stresa già attrezzate per congressi e la futura struttura di Gravellona) e non sarà certo la nostra struttura, con le carenze elencate,  a imporsi facilmente sul mercato. A tutte queste considerazioni  il sindaco ha preferito non rispondere. Ha solo detto solo di essere fiducioso in un ribasso d’asta  nell’aggiudicazione dell’appalto per la costruzione del CEM, dimenticandosi  che tra le risorse necessarie a finanziare l’opera mancheranno buona parte dei 745.000 euro dell’alienazione del BarCollo, la cui prima gara è andata, come prevedibile, deserta. Quindi prepariamoci a mettere mano al portafogli e a vedere meno opere pubbliche nel futuro e meno servizi per i cittadini, soprattutto i più svantaggiati, che subiranno ulteriori tagli anche per i conti mal preventivati  della gestione della struttura.

Di fronte a questa prospettiva chiunque si preoccuperebbe. Non il Sindaco che, pensando solo al supposto  al ribasso d’asta, ha dichiarato in varie occasioni e a seconda dell’opportunità di poter riuscire a evitare di accendere il mutuo previsto (845.000 euro) salvo poi immaginare che il ribasso potrà servire per la pista ciclabile Suna Fondotoce (senza i primi due lotti della circonvallazione sarà impossibile), ma anche per il parcheggio da realizzare vicino all’arena e pure per il ponte pedonale dal Tam-Tam al parco arena e ci aspettiamo nei prossimi giorni altre suggestioni. Insomma con un ribasso del  5-10% si potrebbe finanziare un bilancio annuale di opere pubbliche!

Senza entrare nel merito delle altre domande faccio solo notare, dopo aver visto finalmente il progetto definitivo,  che le entrate previste per l’affidamento  della ristorazione sono senz’altro sovrastimate, perché nel progetto non sono previsti arredi e impianti finiti per questo comparto. Ne consegue che i possibili gestori, per rendere ristorante e bar funzionanti,  dovranno ammortizzare l’investimento con cifre non di poco conto, il che riduce sensibilmente le previsioni entrata per il comune.

Ecco perché crediamo che un’opera sbagliata, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato sia anche  non sostenibile finanziariamente ed economicamente.

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