IMPARARE E INSEGNARE LA LEGALITA’ di Andrea FUHRMANN

Il Comune mette in cattedra a parlare di legalità un dirigente dello Stato rinviato a giudizio. Ma per l’assessore alla Cultura non c’è alcun problema, perché il rinviato a giudizio “ha replicato alle accuse che lo riguardano”. Sarà normale?

Leggiamo sul quotidiano “La Stampa” del 22 febbraio a pagina 48: LEGALITÀ, INCONTRI A SCUOLA: RAINERI TRA I RELATORI. La realtà del carcere è al centro di una serie di incontri che coinvolgeranno gli studenti di Verbania nell’ambito della Settimana sulla legalità‑ L’iniziativa. voluta dall’amministrazione comunale, era stata avviata a ottobre con l’intervento del magistrato Giuseppe Ayala. Il primo appuntamento è per questa mattina, dalle 9,30 alle 11, nell’auditorium dell’istituto Cobianchi. Gli altri incontri sono in programma giovedì al Ferrini e giovedì 10 marzo al liceo Cavalieri. Tra i relatori anche il direttore della casa circondariale di Pallanza, Antonio Raineri, di recente rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. Sull’opportunità del suo intervento, l’assessore all’Istruzione Lidia Carazzoni dice: «Nessun problema. Il direttore ha già replicato alle accuse che lo riguardano».

Siamo rimasti molto perplessi sulla cultura della legalità che esprime la maggioranza al governo della nostra città. Siamo lontani dai tempi in cui un funzionario dello Stato od un uomo politico per il solo sospetto si dimettevano o quantomeno si mettevano da parte. Siamo convinti sostenitori del fatto che fino ad una condanna definitiva l’imputato debba essere considerato “non colpevole”, non “innocente” come spesso erroneamente si scrive. Ma che per il semplice fatto di aver replicato alle accuse tutto sia sistemato …. ! Questi subdoli messaggi che riguardano le alte gerarchie della politica nazionale stanno facendo effetto tra i più semplici e sprovveduti.

Una bella apparizione a “porta a porta”, una bella autogiustificazione e questa invadente Magistratura è sistemata. Al dottor Ranieri ovviamente facciamo i migliori auguri di dimostrare la sua estraneità.  Certo che il messaggio che giunge oggi agli studenti è un po’ confuso. Non lamentiamoci poi per certi comportamenti degli adolescenti, quando siamo noi adulti a confonderli.

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