IMU SECONDA CASA E NEGOZI A VERBANIA: +133%!!

Dopo la stangata dell’Imu sulla “prima casa” (+60% rispeto all’Ici), la Giunta Zacchera prepara la mazzata per tutti gli altri immobili: si pagherà un’imposta più che raddoppiata.

Le anticipazioni sul Bilancio 2012 che con il contagocce escono da Palazzo di Città lasciano senza fiato. E’ di queste ore la dichiarazione del sindaco a Vco Azzurra Tv con l’annuncio dell’aliquota Imu che il Comune di Verbania intende applicare alle cosiddette “seconde case” e a tutti gli edifici non residenziali: 0,95%, se va bene 1% se va male.

A pochi giorni dalla notizia che l’aliquota sulla prima casa sarà dello 0,55%, con un aumento secco del 60% rispetto all’Ici pagata sino al 2007, è arrivata la mazzata finale, destinata a colpire le seconde case, i negozi e gli uffici. In questo caso, infatti, l’aumento da un anno all’altro è più di un raddoppio: si arriva infatti fino al 133%.

Vediamo allora due numeri. Immaginiamo una “seconda casa” con un valore fiscale (rendita catastale moltiplicata per 100) di € 100.000; applicando l’aliquota Ici comunale per le seconde case (0,65%), nel 2011 l’Ici sarebbe stata di € 650. Ora, immaginiamo sempre lo stesso immobile, al quale dal 1 gennaio si applica il moltiplicatore introdotto dal Decreto “Salva Italia” (160 al posto di 100): il valore fiscale passa a € 160.000, mentre l’applicazione dell’aliquota che il Comune si accinge a fissare (diciamo 0,95%, ma potrebbe essere 1%) porterà nel 2012 a un’Imu di € 1520. Più di un raddoppio, visto che siamo al 134% di aumento. Leggermente meno (€ 1474) pagherebbe un negozio con la stessa rendita catastale.

Anche in questo caso, non è male ricordare che il Decreto “Salva Italia” all’art. 13 (commi 6 e 7) fissa per gli immobili che non siano “prima casa” un’aliquota base dello 0,76%, dando ai Comuni la facoltà di aumentarla o diminuirla di tre punti. Il Comune di Verbania avrebbe cioè potuto fissarla tra un minimo dello 0,46% e un massimo dell’ 1,6%.

E cosa fa la Giunta PdL/Lega Nord? La fissa appena sotto il limite massimo. Proprio come aveva fatto per l’aliquota della “prima casa”

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