INQUINAMENTO A S.ANNA. DOPO LA COMMISSIONE, RESTANO GLI INTERROGATIVI

Giovedì 21 marzo si è tenuta la riunione della Commissione Consiliare Ambiente, durante la quale sono state esaminate le novità sull’inquinamento della falda idrica a Sant’Anna. La seduta è stata utile per diversi motivi.

 Primo. Non ci sarebbe stata nessuna riunione, se i Gruppi di Minoranza di Centrosinistra non l’avessero chiesta ufficialmente raccogliendo le firme necessarie e presentando una specifica Interpellanza sull’argomento a firma del consigliere comunale Varini. Ed è solo grazie alla tenacia e alla determinazione della Minoranza se da ottobre ad oggi documenti e analisi relativi all’inquinamento da benzene ed etere diisopropilico sono stati messi a disposizione della cittadinanza.

 Secondo. L’interrogativo più delicato e inquietante dell’intera vicenda non ha ancora trovato risposta: posto che solo alla fine dello scorso ottobre è stata evidenziata la presenza abnorme di benzene e di etere nel pozzo 9 dell’acquedotto, da quanto tempo si protraeva questa situazione? I tecnici di Arpa e del Comune non hanno potuto dare risposte, mentre i responsabili della società Acque Nord non hanno neppure (scandalosamente) partecipato alla seduta di Commissione. Eppure da moltissimi mesi a Sant’Anna i residenti lamentavano la pessima qualità dell’acqua erogata, nella sostanziale inerzia di Comune e società Acque Nord; e soltanto due mesi dopo l’ultima, circostanziata denuncia (agosto 2012) dei residenti del condominio “Il Nocciolo” sono state effettuate analisi mirate per rilevare il benzene. Per queste ragione la dichiarazione di Zacchera ai giornali (“mi sembra ragionevole dire che gli abitanti di Verbania non hanno mai bevuto benzene”)  non ha purtroppo alcun fondamento oggettivo. Dunque, toccherà ancora una volta a noi, ai Gruppi di Minoranza, supplire all’immobilismo del Comune e reperire presso Arpa la serie storica delle analisi compiute negli ultimi anni sui punti di prelievo della frazione, per cercare di capire se e quando alcune sostanza (come ad esempio il benzene) sono state cercate.

 Terzo. La presenza del benzene nel pozzo 9 dell’acquedotto (quattro volte superiore alla soglia di legge) resta ancora un mistero. Monitoraggi e prelievi effettuati in zona non hanno individuato la provenienza di questa sostanza e nell’incertezza sull’origine dell’inquinamento (la provenienza dell’etere diisopropilico è invece certa: cisterne interrate in area Acetati) rimane attuale il rischio di una propagazione ad altre falde acquifere.

 Quarto. Da oltre due anni Acetati ha cessato l’attività industriale e, contestualmente, è terminato il prelevamento dai pozzi della società delle enormi quantità di acqua necessarie al processo produttivo (circa 9 milioni di metri cubi all’anno, contro i 3 milioni di mc necessari per il fabbisogno annuo dell’intera città). Questo fatto sta certamente provocando modificazioni rilevanti nel sottosuolo di quella parte della città, con il verosimile innalzamento della quota della falda e l’altrettanto verosimile alterazione dei movimenti delle acque sottorranee. Ad esempio, pare che la falda di Sant’Anna si stia muovendo anche in direzione sud-ovest, verso la zona del tribunale e di c.so Nazioni Unite. Dove sono presenti e attivi tre pozzi dell’acquedotto, le cui acque a nostro giudizio dovranno essere d’ora in poi costantemente e attentamente monitorate.

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