LA CASTA REGIONALE E L’AUTOCERTIFICAZIONE DEI PRIVILEGI

Nel 2011 tre dei quattro consiglieri regionali del Vco sono costati oltre 30.000 € per il solo fatto di essere intervenuti a manifestazioni pubbliche. Tra autocertificazioni, gettoni di presenza, indennità di carica, diarie, rimborsi forfettari e rimborsi chilometrici va in scena un’altra puntata di una vecchia storia di privilegi.

Lo scandalo della Sprecopoli regionale, esploso nel Lazio, è approdato in Piemonte. E con straordinario tempismo, nel giorno in cui la Guardia di Finanza acquisiva a Palazzo Lascaris la documentazione su finanziamenti ai Gruppi e rimborsi a singoli consiglieri, la Regione ha pubblicato sul proprio sito internet i dati relativi ai soldi presi dai consiglieri regionali nel 2011 per le cosiddette “attività istituzionali”. I nostri lettori troveranno qui e qui le tabelle, dalle quali risulta che nel 2011 tre dei quattro consiglieri regionali del Vco hanno cumulato 170 “presenze” autocertificate ad attività istituzionali sul territorio (?), ciascuna delle quale pagata con 122,07 €. Totale: più di 20.000 € di costo per le casse della Regione, oltre al rimborso della benzina (altri 10.000 €, sempre autocertificati). Dico “tre” dei quattro consiglieri regionali, perchè il consigliere Reschigna in quell’anno non ha chiesto un solo euro di rimborso. E qualcosa vorrà pure dire.

Per capire meglio come funziona il meccanismo, facciamo un esempio. Il consigliere regionale signor “X” parte da casa sua (Verbania? Domo? Ghiffa?) e interviene a una manifestazione partigiana in qualche Comune della provincia; oppure all’anniversario di fondazione di un’associazione di paese o a una festa della Pro Loco o alla premiazione in una scuola. O a mille altre consimili (ma anche non consimili) iniziative: tanto, basta la parola magica, autocertificazione. Una volta arrivato, lo sforzo più grande richiesto al nostro consigliere sarà quello di dire “due parole” e di “portare il saluto della Regione“. Fatto ciò, “autocertifica” l’improba faticaccia e si porta a casa 122,07 € di “indennità di presenza” più il “rimborso chilometrico” di 0,49 € a km.

Ora, è forse bene ricordare che i consiglieri regionali percepiscono un’indennità di carica mensile minima compresa tra 8.000 e 9.000 €, che arriva intorno a 13.000/14.000 € per i Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale; poichè evidentemente non bastano, ogni volta che i consiglieri regionali “vanno a lavorare” (cioè partecipano alle sedute del Consiglio Regionale e delle relative Commissioni), prendono una diaria giornaliera di 122,07 €, che si somma all’indennità di carica. Poi c’è il rimborso forfettario di quasi 1.000 € mensili, pari a 8 diarie giornaliere; poi il rimborso generalizzato di altri 3.000 km (fanno, suppergiù, altri 1.500 €) e altre cosette che potete leggere – arrabbiandovi molto – qui. Ma attenzione! Le cifre dell’indennità di carica non sono quelle, lorde, indicate qui sopra: infatti, furbescamente, sul sito sono indicate le cifre nette e per di più scorporate della quota accantonata per i vitalizi futuri e per la futura “buonuscita”, che son sempre soldi che vanno ai consiglieri regionali e che paghiamo tutti noi.

Domanda: ma con questo ben di Dio di indennità, diarie, rimborsi chilometrici e rimborsi forfettari, c’è proprio bisogno di intascare altri 122,07 € autocertificati (?!) ogni volta che si partecipa all’inaugurazione della campana della frazione o alla festa del Gruppo Alpino? Le migliaia di euro mensili di indennità di carica non dovrebbero servire a compensare anche queste “fatiche” da week end? Sindaci e assessori comunali non hanno mai preso un centesimo di “indennità di presenza” per la partecipazione a manifestazioni “istituzionali”;  e ci mancherebbe altro! I consiglieri regionali invece sì. Perchè? Su queste pagine in altre occasioni abbiamo ricostruito la storia dell’assalto alla diligenza dei privilegi da parte della casta politica regionale. Siamo però stati poco ascoltati. Adesso che emerge con prepotenza e deborda sui giornaloni la pratica inqualificabile dell’autocertificazione, tutti si scandalizzano e perfino coloro che a quella diligenza hanno guidato l’assalto cercano di rifarsi una verginità annunciando “tagli” e “sobrietà”.

Peccato che a queste lodevoli determinazioni costoro arrivino sempre un secondo dopo che è esploso l’ennesimo scandalo. Mai, mai che arrivino un secondo prima! Ma ormai anche la zona Cesarini è stata superata da un pezzo e la scelta migliore sarebbe un tutti a casa.

 

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