LA CIRCONVALLAZIONE DI ZACCHERA. UN’IDEA TUTTA SBAGLIATA

Mettere in discussione il progetto attuale, approvato dalla Conferenza dei Servizi regionale nel 2007, significa vanificare vent’anni di lavoro e affossare per sempre l’idea di una circonvallazione “permeabile”. Quando l’insipienza e il pregiudizio mortificano una città e la sua storia.

Il fondamentale progetto della Circonvallazione sta vivendo in queste settimane un passaggio decisivo. Se, con un atto di resipiscenza e di lungimiranza, la Giunta di Destra e Lega Nord darà attuazione all’Accordo di Programma stipulato dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra con Provincia, Anas e Regione (aprile 2009) finanziato con 1 milione di euro per la redazione del progetto definitivo, nel giro di un anno il primo lotto dell’opera (by pass di Fondotoce, con imbocco all’altezza del cimitero e tunnel tra San Giacomo e Villa Esperia) sarà pronto per andare in appalto e in esecuzione, grazie ai  50 milioni di euro già disponibili sul bilancio 2010 di Anas. Se, invece, si persevererà nell’ipotesi buttata lì qualche settimana fa dal sindaco, la città avrà gettato all’aria il lavoro di vent’anni fatto da numerose Amministrazione.

L’ipotesi proposta dall’attuale Amministrazione è radicalmente opposta alle idee-forza che a partire dal 1987 hanno guidato la riflessione e l’azione degli amministratori al cui lavoro si deve l’attuale progetto di tracciato. Come è noto, il tracciato della circonvallazione finalmente approvato dalla Conferenza dei Servizi nel settembre 2007 si articola in quattro lotti: il by pass di Fondotoce (cfr. sopra); il tunnel del Monterosso tra località San Carlo e il Plusc; l’attraversamento di Intra alta dal San Bernardino al San Giovanni in galleria/trincea artificiale sotto via Botti/via A. Rosa/C.so Cairoli; il tunnel sotto il motto di Biganzolo tra la via per Possaccio e lo Zust. Ma la vera scommessa si gioca sui primi due lotti: portare la circonvallazione dal cimitero di Fondotoce al Plusc in due distinti lotti ci consentirebbe di risolvere una gran parte dei problemi del traffico di attraversamento e di entrata/uscita della città.

Il punto di forza di questo progetto sta proprio nella distinzione dei due primi lotti. Poter entrare e uscire dalla circonvallazione all’altezza dell’ex Colonia Motta/San Carlo significa renderla appetibile per tutti coloro che entrano o escono dalla città con destinazione o provenienza Suna, Pallanza e Madonna di Campagna; poter entrare e uscire all’altezza del Plusc significa renderla appetibile per tutti coloro che entrano o escono dalla città con destinazione o provenienza S. Anna, Intra e frazioni Est (gli automobilisti delle frazioni Nord potranno scegliere tra l’imbocco del Plusc e la provinciale per Santino).

L’idea di Zacchera e soci di un’unica galleria tra Fondotoce e il Plusc (ma la stessa cosa accadrebbe se in alternativa al tunnel unico si pensasse ad una nuova, ambientalmente devastante strada alle spalle del Monterosso) spingerebbe tutti coloro che escono o entrano a Verbania con provenienza o destinazione Suna, Pallanza e Madonna di Campagna a non servirsi della circonvallazione, perché salire sino al Plusc per imboccarla risulterebbe molto più scomodo e irrazionale che percorrere l’attuale via Troubetzkoy/via 42 Martiri. Per non dire poi della forte penalizzazione turistica che ne deriverebbe alle frazioni litoranee, irrimediabilmente tagliate fuori dal tunnel unico Fondotoce/Plusc. Insomma, l’ipotesi del tunnel unico (o della nuova strada a nord del Monterosso) vanificherebbe l’idea “forte” dell’attuale tracciato, che è quello di costruire una circonvallazione con significativi elementi di “permeabilità” con la città, in modo da intercettarne tutti i flussi e da non penalizzare il transito con finalità turistiche. Verbania non ha bisogno di una “circonvallazione totale”, perché i flussi di traffico più significativi che la interessano non sono quelli di mero attraversamento, ma quelli di coloro che a Verbania giungono e da Verbania ripartono; traffico di attestamento, non di attraversamento.

Ecco perché la proposta di Destra e Lega Nord è sbagliata in radice: non tiene conto della riflessione e delle acquisizioni di oltre vent’anni e ci fa ripiombare in un’ipotesi che il Consiglio Comunale aveva già consapevolmente scartato nel lontano 1987, rinunciando alla “circonvallazione totale” (allora prevista e addirittura progettata a livello di “preliminare” sul tracciato dell’attuale provinciale per Santino, con tunnel sotto Unchio, discesa lungo il letto del San Giovanni da Trobaso alla via per Possaccio e poi ancora il tunnel sotto Biganzolo) e optando per quello che allora venne definito “il tracciolino”: un percorso concettualmente simile a quello approvato dalla Conferenza dei Servizi del 2007.

Una proposta sbagliata in radice, si diceva. E pericolosissima. Se la si asseconda, si ricomincia tutto da capo, si perdono i fondi per il progetto definitivo del primo lotto (1 milione) e quelli l’opera (50 milioni), si ritorna a lavorare su uno studio di fattibilità. Vent’anni buttati. Ed è per il rispetto che deve a se stessa e al lavoro ventennale dei suoi amministratori che la Minoranza non deve partecipare ad alcun “tavolo” tecnico-politico: chi vuole affossare la circonvallazione si assuma interamente la responsabilità.

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