LA DISFATTA DI ZACCHERA, SINDACO CONTRO LEGGE

I Gruppi di Opposizione, della Lega Nord e molti consiglieri del PdL votano un Ordine del Giorno sulla trasparenza di redditi e patrimoni. Zacchera, che aveva tentato di tutto per bloccarlo, esce sonoramente sconfitto dal Consiglio Comunale.

Nella seduta di Consiglio Comunale del 24 aprile, l’assemblea ha approvato a maggioranza quest‘Ordine del Giorno, che invita “gli amministratori comunali ancora inadempienti a presentare entro 20 giorni dall’approvazione del presente Odg la dichiarazione reddituale 2010 e l’eventuale dichiarazione di variazione patrimoniale“. Si chiude così, con un’importante espressione di volontà politica del “parlamentino” verbanese, una vicenda che i nostri lettori ben conoscono: il puntuale rispetto di una legge dello Stato, la 441 del 1982, che impone agli amministratori (consiglieri, assessori e sindaco) di presentare e pubblicizzare sul sito internet del Comune la dichiarazione dei redditi e dei patrimoni.

Adempimento da tutti rispettato, ad eccezione di un consigliere e di un assessore: due persone su un totale di 51. E proprio questa grave omissione, che è uno schiaffo alla legge e alla tanto invocata trasparenza, il Consiglio Comunale ha voluto stigmatizzare, ponendo con severa autorevolezza agli amministratori inadempienti il termine di 20 giorni entro il quale compiere il dovere della presentazione della doppia dichiarazione. Il documento è stato approvato da una larga maggioranza dai Gruppi del Pd, dell’Idv, della Lega Nord, dei Cittadini con Voi, del gruppo Comunista e da numerosi consiglieri del PdL.

Contro l’Ordine del Giorno si è espresso Zacchera, che fino all’ultimo ha tentato – con argomentazioni a metà tra il lunare e il risibile – di giustificare il recidivo mancato rispetto della legge da parte di un assessore della sua Giunta. Nella storia politico-amministrativa della città non era mai accaduto di assistere a un fatto del genere: il sindaco che  si gioca ogni residua credibilità pur di consentire a un suo collaboratore di fare ciò che vuole, eludendo deliberatamente una prescrizione di legge.

Ma questa volta sono stati i suoi stessi consiglieri di Maggioranza a ribellarsi: nonostante sia il sindaco sia il capogruppo del PdL avessero dato l’ordine di votare contro il documento, molti consiglieri comunali del Popolo della Libertà – consapevoli dell’insensatezza di un voto contro una legge dello Stato – hanno disatteso l’ordine e hanno votato con convinzione e compattezza insieme all’Opposizione e alla Lega Nord.

Zacchera è finito in minoranza, con una manciata di pdiellini e i due consiglieri del Pid. Una disfatta rovinosa, che ha impietosamente messo in evidenza il nervosismo, la miopia e l’arroganza che ormai dilagano a Palazzo di Città. Un segnale gravissimo di scollamento, che getta una luce particolare sulla discussione del Bilancio di Previsione alla fine di maggio.

Questa voce è stata pubblicata in La Casta. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento