LA GESTIONE DEL “MAGGIORE” TRA COMUNE E FONDAZIONE di Claudio ZANOTTI

Tenendo “buoni” i numeri del primo anno, i costi che dovrà sostenere in proprio la Fondazione dovrebbero attestarsi intorno a 1.000.000 €/anno, con un’alea determinata dalle spese per il personale (tra le quali in particolare il direttore, previsto come prima e obbligatoria assunzione dallo Statuto), mentre i ricavi propriamente detti sarebbero di almeno 300.000 €…..La messa a regime della gestione del “Maggiore” costituisce un problema di non poco conto per chi sarà chiamato a governare la città nel prossimo ciclo amministrativo. Di tutto ciò in questi anni si è parlato poco e male, salvo qualche lodevole eccezione nel campo del Centrosinistra. E al Centrosinistra toccherà affrontare questo delicatissimo nodo della vita amministrativa cittadina nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni di primavera.

Il 1 ottobre è stato avviato il graduale passaggio della gestione del teatro “Maggiore” dal Comune alla omonima, neocostituita Fondazione, di cui sono soci il Comune di Verbania e la Regione Piemonte. Il nuovo soggetto gestore, cui è stata conferita una dotazione patrimoniale di 103.000 € ( ca. 51.000 € da parte di ciascun socio),  potrà contare per il primo di attività su 500.000 € complessivi di contributi versati in parti uguali da Comune e Regione. Il passaggio di consegne tra Comune e Fondazione e la conclusione dell’attuale ciclo amministrativo rappresentano un’occasione ineludibile per tentare una valutazione ragionata della gestione finanziaria delle due stagioni (2016-2017 e 2017-2018) “in economia” (cioè effettuata direttamente dal Comune) e per formulare un giudizio definitivo sulla struttura.

Una struttura inadeguata. Al di là delle lacune macroscopiche emerse in questi anni (due su tutte: i lavori necessari per la certificazione prevenzione incendi e la costruzione del parcheggio non previsto nel progetto), la radicale inadeguatezza del Cem alle previsioni (tutte sbagliate) contenute nel Piano di Costruzione e di Gestione approvato dal Consiglio Comunale nel 2011 è stata puntualmente documentata negli anni su queste pagine,  alle quali si rimandano i volonterosi lettori. Peraltro, nel testo di un tecnico verbanese pubblicato sui social alcuni mesi fa (merita ancora oggi un’attenta lettura)  si ritrovano – esposte con oggettività, precisione e competenza – molte delle ragioni di critica in più occasioni illustrate. Ne riporto tra virgolette alcune, rinviando i lettori al testo integrale linkato (una disperante sequela che errori e di inadeguatezze che pare non finire mai): “a fronte di un costo esorbitante abbiamo ottenuto un “ibrido” (teatro polifunzionale) con soli 500 posti, peraltro posti scomodissimi in quanto il sistema (costosissimo) di impacchettamento delle sedute costringe l’uso di divanetti poco ergonomici  “…..”una sala teatro/cinema che ha l’esigenza del buio dotata di grandissime vetrate a lago con tendone anacronistico”….”una sala regia posta nell’angolo che per un edificio nuovo è tutta una pazzia”….. “le sale polifunzionali che non vanno bene per il ballo perché hanno le bocchette dell’aria a pavimento, mentre non avendo le torrette degli impianti costringono delle conferenze/stand fieristici a utilizzo di prolunghe a vista, schermi di proiezione da oratorio, mixer posati per terra”…”il ristorante dotato di controsoffitto da ospedale, finestre senza possibilità di apertura che verso il lago sono oscurate da un grigliato che ne compromette la vista, una microscopica porticina che lo mette in contatto con la parte più bella, la terrazza che però è poco utilizzabile perché gradonata e senza protezione solare; montavivande di collegamento con dimensioni minuscole e utilizzabili sono con dei piatti piccolissimi”…..”un accesso che non si sa da dove, e che dalla scala principale obbliga il passaggio in un’altra sala con destinazione non si sa per cosa”….”. E avanti così ancora per decine e decine di righe, con una “chiusa” che è tutta un programma: ” …. e non ho nemmeno parlato del problema gestione“.

La gestione, appunto. E’ importante avere il quadro completo di costi e ricavi della struttura, che oggi sono distribuiti e dispersi in settori diversi del complesso e articolato bilancio del Comune e che domani costituiranno invece l’oggetto esclusivo del bilancio della Fondazione. Per ora disponiamo del quadro finanziario della prima stagione (quella inaugurale), reso noto oltre un anno fa (Comune 2017-entrate uscite Cem), mentre non si è finora riusciti ad avere dagli uffici comunali analogo documento per il secondo anno, che sarebbe particolarmente interessante perché riferito alla prima stagione – diciamo così – “ordinaria” e a regime. Nella stagione inaugurale, a fronte di entrate per complessivi € 395.000 sono state registrate uscite per 1.070.000 €; a carico del bilancio generale del Comune è rimasta la differenza (ovvero la perdita), circa 700.000 €. Più in dettaglio, si sono spesi:

  • 410.000 €  per l’acquisto degli spettacoli
  • 210.000 € per i servizi tecnici e ausiliari
  • 72.000 € per la comunicazione/coordinamento/organizzazione
  • 60.000 € per arredi e attrezzature nella fase di start up
  • 210.000 € per manutenzione ordinaria, utenze/bollette e rate di mutuo
  • 105.000 € per costi di due/tre unità di personale (costo figurativo o virtuale, perché le prestazione sono state effettuate da dipendenti comunali già spesati a bilancio).

Le voci di entrata sono state le seguenti:

  • 270.000 € da vendita di biglietti/abbonamenti
  • 18.000 € da affitto della struttura a terzi
  • 4.000 € da contributo di fondazioni bancarie
  • 100.000 € da contributo della Regione Piemonte

Per una migliore comprensione di questi numeri è utile qualche precisazione. La prima riguarda le Entrate: i ricavi veri e propri non arrivano a 300.000 €, poiché i 100.000 € della Regione Piemonte rappresentano un contributo pubblico che ha consentito al Comune di ridurre il deficit di gestione da 800.000 a 700.000 €. Un secondo rilievo si riferisce ai 60.000 € di arredi e attrezzature spesi per la fase di start up, che si configurano come spese di investimento non ripetibili e quindi probabilmente da escludere dal conto economico degli anni successivi. Passeranno invece da costo “figurativo” a costo reale i 105.000 € riferiti alle 2/3 unità di personale del Comune che la Fondazione dovrà invece retribuire direttamente e non “figurativamente”.

Tenendo “buoni” i numeri del primo anno, i costi che dovrà sostenere in proprio la Fondazione dovrebbero attestarsi intorno a 1.000.000 €/anno, con un’alea determinata dalle spese per il personale (tra le quali in particolare il direttore, previsto come prima e obbligatoria assunzione dallo Statuto), mentre i ricavi propriamente detti sarebbero di almeno 300.000 €. Ai ricavi da biglietti e affitti si aggiungeranno i 500.000 € complessivi di contributo che nel primo anno di gestione si sono impegnati a versare il Comune di Verbania e la Regione Piemonte (250.000 € ciascuno). A sua volta il Comune, proprietario del CEM, dovrà trovare e spendere risorse aggiuntive per colmare le lacune strutturali (250.000 € per le opere antincendio, centinaia di migliaia di euro per il parcheggio ex Padana Gas) e per le manutenzioni (100.000 €/anno, cfr. verbale sesta commissione consiliare del 25/7/17) di una struttura teatrale nata male, mentre la Fondazione avrà il non facile compito di individuare “nel privato” soci/mecenate e munifici donatori, nella consapevolezza che le fonti di reddito immaginate nel ridicolo Piano di Gestione del 2011 (il centro per fiere/esposizioni/congressi; il complesso ristorante/bar/spiaggia) non avvicineranno mai neppure lontanamente le cifre allora indicate.

E’ del tutto evidente che la messa a regime della gestione del “Maggiore” costituisce un problema di non poco conto per chi sarà chiamato a governare la città nel prossimo ciclo amministrativo. Di tutto ciò in questi anni si è parlato poco e male, salvo qualche lodevole eccezione nel campo del Centrosinistra (leggi qui). E al Centrosinistra toccherà affrontare questo delicatissimo nodo della vita amministrativa cittadina nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni di primavera.

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