LA VOCE CALDA E DISCRETA DI FRANCO BOZZUTO di Claudio Zanotti

La mitezza, la determinazione, la comprensione, la coerenza, la pazienza e il rigore morale e intellettuale di Franco Bozzuto mancheranno a tutta intera la nostra comunità cittadina. E di quale ampiezza ed estensione sia questa perdita, lo rivelerà appieno soltanto lo scorrere del tempo.

Da quando, lo scorso novembre, è stato ricoverato per la subitanea manifestazione di una grave malattia, non è trascorso un solo giorno senza che il mio pensiero abbia sostato – magari anche solo per qualche istante – al capezzale di Franco Bozzuto. E le cento e cento persone incontrate in questi mesi di dolore e di speranze mi hanno confermato nella certezza che il capezzale – quello reale e quello immateriale –  di Franco è stato sempre molto intensamente affollato: una testimonianza silenziosa dell’affetto, della stima, dell’ammirazione e della gratitudine che quest’uomo ha saputo conquistarsi nel corso di un’esistenza spesa per gli altri.

Ognuno di noi possiede e gelosamente conserva il “suo” Franco Bozzuto: la marea di alunni della sua scuola, guidata con amore esclusivo per trent’anni; le migliaia di insegnanti che dalla sua discreta e operosa fatica hanno imparato la dedizione a un mestiere difficile ed esaltante; una folla di uomini e donne che con lui ha condiviso gli ideali del socialismo e della democrazia, dedicando tempo, intelligenza e umile militanza perchè potesse prendere corpo in opere e servizi il binomio “libertà e giustizia sociale”; i molti amministratori del nostro territorio, insieme ai quali Franco ha sperimentato la fatica della democrazia costruita nei Consigli Comunali, nelle Giunte, nei Direttivi, nelle Assemblee; i cittadini impegnati nelle mille Associazioni all’interno delle quali il preside Bozzuto non ha fatto mai mancare la presenza e l’impegno, anche quando ciò costava un sovrappiù di sacrificio. E, più e prima di tutti, Carla, Anna e Paolo, che di Franco hanno misurato nella sfera degli affetti familiari la dimensione più profonda e più umana. Quella che noi abbiamo forse solo intuito e ammirato, nel bagliore di bellezza che è stata – tutta intera – la sua esistenza.

La mia frequentazione di Franco, nata trent’anni fa all’interno del Comitato di Gestione dell’Ussl 55, ha trovato compimento nell’intenso e gratificante quinquennio 2004-2009, quando la sua competenza e il suo equilibrio hanno sostenuto la mia fatica di sindaco. In questo arco lungo di decenni si è rivelato, come in filigrana, il profilo del “mio” Franco Bozzuto. E lo vorrei esprimere accostando – due a due, e in contraddizione solo apparente! – le qualità che di lui a me son parse le più evidenti.

Mitezza e determinazione. La sua naturale eleganza si sposava magnificamente con la sua mitezza. Pur frequentando con assiduità i più diversi contesti sociali, eleggendo la militanza politica e amministrativa a luogo privilegiato della sua testimonianza civile, l’animosità e l’aggressività che inevitabilmente attraversano la dialettica politica non hanno mai trovato in lui spazio alcuno. Ma la mitezza che guidava la sua interlocuzione pubblica non va scambiata per arrendevolezza. Franco sapeva vestire di amabilità anche i confronti più intensi, duri e difficili, rivelando la determinazione incrollabile di chi, avendo raggiunto un convincimento attraverso la rigorosa disamina degli elementi in gioco, lo sostiene e lo difende con serena lucidità.

Comprensione e coerenza. La quotidiana frequentazione della scuola e la vocazione educativa che aveva iniziato a coltivare da insegnante sono state una palestra formidabile per sviluppare l’attitudine alla comprensione. Una comprensione profonda non solo delle ragioni e delle esigenze espresse dai suoi interlocutori, ma anche delle loro debolezze e financo dei loro torti. Ma poichè era una comprensione empatica e non corriva, sapeva essere ad un tempo indulgente e severa e non scadeva mai nel facile aggiustamento compromissorio. A questo rischio faceva argine la coerenza stringente che legava le decisioni assunte e le scelte effettuate  ai valori e alle idealità sempre limpidamente professate. Sicché in Franco Bozzuto anche l’interlocutore più “difficile” (uno studente riottoso, un insegnante svogliato, un genitore assente, un consigliere comunale prevenuto…) sapeva di poter trovare l’attenzione sincera che merita anche chi non la pensa come te, coniugata con la fermezza dei convincimenti e con il richiamo alla coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.

Pazienza e rigore.  Insieme alla comprensione, la pazienza è virtù cardinale dell’educatore. E fors’anche dell’uomo politico. Per questa ragione Franco ne ha fatto un uso smisurato. Le intemperanze, le impuntature, le impennate, la testardaggine, la cieca ottusità delle quali è costellata la dialettica politica (e non solo…) hanno trovato in lui un baluardo insuperabile: la sua pazienza, intessuta di lucida razionalità e di sorridente umanità, spuntava le armi della pretestuosità e riconduceva l’interlocutore al merito dei contenuti, neutralizzandone la vis polemica e imponendo con la forza del ragionamento il rigore di una posizione – la sua – che sempre nasceva da una meditata ponderazione di tutti gli elementi in campo.

La pienezza di Franco Bozzuto risiede anche in questo delicato equilibrio di opposti, indizio di una personalità davvero fuori dell’ordinario, la cui ricchezza di umanità riusciva a riconoscere e a valorizzare la bellezza e le qualità pur diverse da quelle che sentiva naturalmente come sue. Gioire della bellezza degli altri, che è un altro modo di amarli.

Ma nel giorno in cui prendo dolorosamente coscienza di un congedo irreversibile, sento che più di ogni altra cosa mi mancherà la sua voce calda e discreta a chiamarmi, con tenera ironia, “sindaco”, o a regalarmi le parole di apprezzamento per qualche cosa che mi era capitato di dire o di fare.

La mitezza, la determinazione, la comprensione, la coerenza, la pazienza e il rigore morale e intellettuale di Franco Bozzuto mancheranno invece a tutta intera la nostra comunità cittadina. E di quale ampiezza ed estensione sia questa perdita, lo rivelerà appieno soltanto lo scorrere del tempo.

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9 risposte a LA VOCE CALDA E DISCRETA DI FRANCO BOZZUTO di Claudio Zanotti

  1. Roberto Bindella scrive:

    Ho avuto l’onore di uno scambio fuggevole con Franco Bozzuto ed ē bastato quell’attimo per capire il valore della persona, il valore dell’uomo, il valore della sua missione quale insegnante e dirigente. Ho continuato a seguirlo in silenzio e con ammirazione come migliaia di “giovani” studenti hanno fatto e continueranno a fare. Grazie Franco

  2. aldo reschigna scrive:

    bravo claudio il tuo ricordo di Franco mi ha commosso.
    aldo

  3. rino romano scrive:

    Grazie Claudio, è un momento triste per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscere Franco e di essergli stati vicino!
    Grazie per avercene ricordato così bene tutta la ricchezza.
    Ci mancherà… Dio se ci mancherà!
    Un abbraccio….

  4. Rosa Rita Varallo scrive:

    Caro Claudio, che splendida pagina che ricorda in modo unico e completo il carissimo Franco, grazie. Difficile per chiunque altro raffigurarlo meglio. E quanti dovrebbero o vorrebbero somigliarli e non saranno mai … Solo un’aggiunta : questa è una perdita che si estende molto oltre i confini della “comunità cittadina” verbanese, tocca tutti gli amici in tanti luoghi, fisici ed intellettuali, ed emergerà ogni giorno di più. Un forte abbraccio Rosa Rita

  5. Pietro Mazzola scrive:

    Grazie Claudio, hai saputo tratteggiare un ritratto di Franco con efficaci e decise pennellate attraverso le quali nel “tuo Franco” ci si riconosce, lo sento anche mio e così per tutti coloro che lo hanno conosciuto.

  6. p.Giuliano Riccadonna scrive:

    Claudio, grazie per quello che hai scritto su Franco Bozzuto! E’ grazie a lui che anche l’Associazione “APG” ha potuto trovare la sua prima “sede” al Cobianchi. In seguito, è sempre stato lui, con quella sua discreta, intuitiva ed efficace intelligenza ad indicare e a proporre le condizioni concrete del luogo attuale al Plush per svolgere l’opera di volontariato a favore del Congo. E’ una delle tante realtà, in cui lui ha agito concretamente senza mai mettersi in mostra. Grazie!

  7. Gianpaolo Lenzi scrive:

    Grazie per le tue parole, era una persona eccezionale, è una grande perdita, ci mancherà.

  8. Gabriele Caielli scrive:

    un caro ricordo al “mio” Prof. Bozzuto, esimio professore di Elettrochimica nell’ anno 1968 in 5a Chimici A per la sua umanità in occasione di interrogazioni e compiti in classe di quella materia a noi molto ostica.

  9. Francesco D'Elia scrive:

    Claudio, sapevo che Franco Bozzuto era un Grande Uomo, però lo conoscevo poco; grazie al Tuo scritto ho avuto conferma che il “Preside Bozzuto” era ancora più Grande. Hai saputo tratteggiare molto bene gli aspetti pregnanti che hanno caratterizzato “l’uomo”, “l’amministratore” ed “il politico” e di questo la Comunità di Verbania e dintorni te ne è grata.
    Buon lavoro Claudio.
    Con amicizia Francesco D’Elia

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