LAVORARE COSI’

Sul frequentato percorso “misto” ciclopedonale che unisce Pallanza, S. Anna e Intra si piazza una pensilina degli autobus. Un lavoro rovinato.

Date un’occhiata a questa fotografia, scattata qualche giorno fa tra la rotonda via Belgio/via Rossa e l’incrocio con vie Case Nuove, nella frazione di Sant’Anna. Sono i lavori di posa di una pensilina alla fermata dei bus della Linea Urbana. E dove si piazza la pensilina? Proprio su un tratto del percorso “misto” ciclopedonale che unisce Pallanza ad Intra: un percorso che da qualche anno ha la sua lineare continuità e che – partendo dalla zona Esselunga e giungendo, attraverso via delle Rimembranze, via al Roccolo, via Rossa e via Olanda, nel centro di Intra o in zona Arena – offre a ciclisti e pedoni una comoda e sicura alternativa al percorso stradale.

Se proprio si voleva mettere una pensilina, lo spazio poteva essere agevolmente trovato con un semplice riempimento del piccolo avvallamento che si trova nella parte più esterna della carreggiata, a lato del percorso ciclopedonale. Così, invece, i ciclisti si troveranno di fronte l’ostacolo rappresentato dal manufatto (e molto di rado dai passeggeri in attesa, che lì sono pochissimi) e scenderanno sulla corsia veicolare. Un pericolo in più per gli automobilisti e un’opportunità in meno per chi sceglie di muoversi con la bici. Soprattutto, una scelta incomprensibile che rischia di vanificare un percorso di grande utilità e di elevata fruizione.

Poco prima di spedire questo numero, abbiamo verificato che i lavori della pensilina sono stati bloccati. Da notizie raccolte in Comune, pare che il manufatto verrà tolto dal percorso ciclopedonale e ricollocato nello spazio retrostante, previo riempimento della piccola scarpata. Siamo contenti che le nostre denunce dei giorni scorsi sui blog www.verbaniasettanta.it e www.cittadiniconvoi.it siano servite a impedire un lavoro inutile e dannoso.

 

UNA PENSILINA A DUE RUOTE           di Giuseppe CANGIALOSI

La pensilina costruita nel bel mezzo di una pista ciclopedonale è il simbolo di una grave e irriducibile insensibilità dell’Amministrazione PdL/Lega Nord in materia di mobilità sostenibile, di cui in meno di tre anni abbiamo avuto – purtropppo -numerose conferme.

Chi è passato di li’ in bici o a piedi, nel veder comparire una rete di protezione nel bel mezzo di un percorso ciclopedonale, non ci credeva: “Sarà certamente una nuova trovata del Sindaco Zacchera, per far incazzare qualche ciclo/pedone, il quale reagendo raccoglierà un migliaio di firme sulla vicenda, imponendo così una reazione all’altezza che  possa giustificare l’invio di qualche migliaio di nuovi questionari, preceduti da un centinaio di telefonate ai singoli firmatari.

Invece no é tutto vero.

La questione è che  in via G. Rossa, nel tratto prossimo all’incrocio con via Case Nuove, dove  la pista ciclabile si collega  al marciapiede, qualcuno ha progettato e sta per  realizzare un pensilina per la fermata dell’autobus, occupando buona parte del marciapiede e quindi del tracciato ciclabile. Sarebbe utile che l’Amministrazione comunale ci chiarisse chi abbia avuto la brillante idea di piazzare una pensilina nel mezzo di un percorso ciclopedonale, perché normalmente le  pensiline per le fermate degli autobus o vengono realizzate direttamente dal Settore Lavori Pubblici del Comune o da Vco Trasporti srl; in entrambe i casi, il Comune non può non essere a conoscenza della vicenda.

Di questa brillante idea pare che nessuno, tranne chi l’ha pensata e ordinata, fosse a conoscenza e i cittadini hanno visto la sua apparizione nel momento in cui sono apparse le prime reti di protezione al cantiere e, nel giro di pochi giorni, le gittate necessarie alla costruzione del manufatto ingombrante. Se l’avessimo saputo prima, avremmo certamente consigliato al geniale progettista di considerare l’ipotesi di realizzare la “grande opera” all’esterno del marciapiede, aiutandosi con un piccolo riempimento della scarpatina.

Il percorso ciclopedonale di via G. Rossa è un tratto ben collegato alla restante rete ciclabile: via Olanda, via San Bernardino, Arena, villa Maioni, porto, via Vittorio Veneto fino a Pallanza e poi a Suna, da dove dovrebbe, e sottolineiamo dovrebbe, collegarsi al futuro ipotetico ciclo percorso  Fondotoce-Suna- Pallanza. E’ possibile sapere quale senso abbia questa allocazione e soprattutto che senso abbia  spezzare i collegamenti esistenti?

Siamo costernati nell’osservare quanto sta accadendo a Verbania e per questo attendiamo una gentile risposta da parte dell’Amministrazione comunale, ma soprattutto una coraggiosa marcia indietro rispetto alla collocazione di questa pensilina, al fine di ripristinare il tracciato, possibilmente senza realizzare ulteriori ostacoli in futuro. Purtroppo però quanto accade è la conferma di come questa Amministrazione abbia cestinato definitivamente i temi legati alla mobilità sostenibile e alternativa all’uso dell’auto privata (e solo gli automobilisti, costretti a pagare la benzina 1,89 €/litro, sanno quanto ci sia bisogno di pubblico trasporto efficiente e tracciati sicuri per muoversi a piedi e in bici), soprattutto dopo aver sbandierato la propria collocazione al secondo posto nella classifica di Legambiente sulla sostenibilità ambientale delle città capoluogo.

A proposito,  se si leggesse bene il rapporto ECOSISTEMA URBANO 2011, si scoprirebbe che la raccolta differenziata per fortuna funziona ancora (e non certo per merito loro); gli investimenti sulla mobilità sostenibile invece, rispetto all’indice di ciclabilità  (in cui sono sintetizzate diverse misure attuate dalle amministrazioni comunali per favorire la mobilità ciclistica) Verbania ottiene un punteggio pari a 0  su 100 mentre rispetto al parametro “Indice di mobilità sostenibile” l’esito è meno disastroso, ma si attesta a un comunque poco onorevole 28,6/100). Crediamo sia necessario uno sforzo di tutti, affinché non manchi un supporto utile e competente a questa Amministrazione al fine di evitare investimenti inutili in materia di piste ciclopedonali, soprattutto se essa dovesse davvero ipotizzare l’investimento di risorse residue del PISU da destinare alla  realizzazione del collegamento ciclabile tra  Fondotoce e Suna.

Non vorremmo veder destinate ulteriori risorse investite per l’ennesima fase di studio e progettazione senza sbocchi concreti.

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