LE PIAZZE E I CITTADINI DA RICORDARE

Intitolazioni di luoghi pubblici con code polemiche. Non siamo contrari a dedicare un luogo della città a Giovanni Fasana, ma la nuova piazzetta del campanile di San Vittore dovrebbe portare il nome di Natale Menotti.

Nelle scorse settimane i giornali locali hanno dato notizia delle polemiche suscitate in città dalla decisione della Giunta PdL/Lega Nord di intitolare a Giovanni Fasana la nuova piazza retrostante la basilica di San Vittore a Intra. La proposta di intitolazione viene criticata facendo riferimento ai trascorsi fascisti e repubblichini del Fasana durante la guerra

La vicenda, che torna in questi giorni all’esame dalla Conferenza dei Capigruppo, merita qualche ulteriore considerazione. Le proposte di intitolazione di spazi cittadini sono più d’una: a Pallanza si propongono due percorsi intitolati alla crocerossina dei lager nazisti, Maria Vittoria Zeme, e al prof. Pietro Monti, marinista, docente e rettore per molti anni del Collegio “Santa Maria”; a Trobaso l’intitolazione di un percorso pedonale è proposta alla memoria di Giovanni Metaldi, molto più noto come ul Giuvan da Trubas; a Intra infine le dedicazioni riguardano l’avvocato, parlamentare e amministratore Natale Menotti e, appunto, Giovanni Fasana, per molti anni presidente dell’Asilo cosiddetto “delle Rosminiane”.

Le intitolazioni alla Zeme (procedura già avviata dalla precedente Amministrazione) e al prof. Monti sono state ritenute del tutto appropriate, così come quella alla caratteristica figura popolare del trobasese Metaldi. Nessuna obiezione (anzi!) all’ipotesi di intitolare uno spazio a Natale Menotti, che fu deputato dc, amministratore comunale, presidente della Provincia di Novara e – nel settembre/ottobre ’44 –  componente della Giunta che guidò i quaranta giorni di libertà della Repubblica dell’Ossola. Proprio alla memoria di Natale Menotti la precedente Amministrazione aveva deciso di dedicare, a lavori conclusi, la nuova piazza ripavimentata sul retro della basilica di San Vittore, tra il campanile e l’asilo.

La proposta di intitolazione a Fasana sconta invece forti perplessità a causa della militanza mussoliniana e repubblichina dell’uomo, proseguita anche negli anni in cui il Verbano sperimentava la tragedia dei rastrellamenti, delle fucilazioni, delle deportazioni e degli eccidi di centinaia di giovani patrioti ad opera dei nazifascisti. Ciò non significa disconoscere il valore delle attività sociali ed economiche del Fasana (il colorificio, la conduzione dell’asilo, la presenza di svariate associazioni cittadine), ma considerare complessivamente l’operato di una persona all’interno di una comunità come quella verbanese, che nei valori della militanza antifascista riconosce uno dei suoi tratti costitutivi. E certamente al formarsi di un sereno ed equilibrato giudizio non ha giovato la documentazione biografica preparata dall’ Amministrazione, nella quale l’importante ruolo esercitato dal Fasana nell’Amministrazione podestarile e repubblichina della città viene richiamato al pari di altre attività, mentre avrebbe dovuto essere evidenziato come elemento biografico negativo, all’interno di un’esistenza ricca di altri momenti significativi.

Noi crediamo che, pur segnata dall’adesione repubblichina, la figura di Giovanni Fasana possa meritare un segno permanente di memoria e di ricordo nella città. Ma crediamo anche che uno spazio così significativo come quello della piazzetta del campanile sia più opportunamente riconducibile alla figura di un intrese come Natale Menotti, la cui testimonianza civile, sociale, politica e ideale esprime in maniera più profonda e più limpida il sentire comunitario su cui si è edificata la città di Verbania.

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