LUNGOLAGHI E UNA VISIONE STRATEGICA PER VERBANIA (*)

Oggi è il tempo di una visione sociale, economica e culturale e di strategie urbanistiche collegate. Questo non significa trascurare i luoghi naturali e organizzati della fascia costiera, ma considerare indispensabile la necessità di riequilibrare il governo complessivo della nostra città.

Accogliamo con interesse il ritorno di Verbania 70. Consideriamo, con la presunzione che ci contraddistingue, che si affianchi al lavoro di Verbania documenti nella individuazione di strategie amministrative idonee alla nostra città. Verbania 70 è stato propositore di opinioni importanti fin dal tempo delle sue edizioni stampate. Successivamente nell’aspra, quasi quotidiana contestazione alla Giunta di Centro Destra, rivendicatore delle buone pratiche amministrative delle Giunte precedenti.

L’articolo che Verbania 70 ha pubblicato sul lungolago merita il riconoscimento di indicare una scelta urbanistica preferenziale per far fiorire un dibattito positivo nell’ambito amministrativo e politico cittadino. Sulle sponde lacuali della nostra città sono stati effettuati interventi importanti, tesi a costituire un lungolago complessivo. Senza rinnegare la specificità di tre borghi e di tre lungolaghi della nostra città policentrica, alcuni tratti di unione hanno riguardato:

• la pista ciclabile della Castagnola (Amministrazione Reschigna);

• la sponda balneare tra Pallanza e Suna (lido di povar – ex colonia solare – e lido di sciur); ma ha continuato a prevalere la supremazia dei centri abitati che si affacciano al lago:

• il cambio di piantumazione del viale della magnolie a Pallanza (Assessore Parachini);

• la rianimazione del lungolago di Suna ad opera dei ristoratori locali;

• il “cannocchiale” degli anni ’80 dal Parco Cavallotti alla Tettoia, a Intra e la pedonalizzazione delle aiuole attorno al monumento a Carlo Cadorna a Pallanza;

• la pedonalizzazione di piazza Ranzoni a Intra, negli anni ’90.

La situazione del lungolago (uno e trino) ci pare, in definitiva, in una condizione accettabile alla quale sommare la sua preziosa attrazione naturale. A nostro giudizio occorre, oggi, por mano al resto della città, ritenendo che l’eventuale confronto in una consultazione degli utenti si risolverebbe secondo una naturale dicotomia: i cittadini per i centri storici, i turisti per il lago.

Occorre, perciò, interessare i turisti ai centri interni, ove sono in difficoltà i negozi che hanno bisogno di sostegno; ristoranti e trattorie (sempre più mangifici per la concorrenza a basso prezzo) ed alberghi ed ogni altra attività hanno bisogno di qualificazione nell’offerta. Occorre ridare significato alla Sassonia, privata del teatro previsto dall’Amministrazione Zanotti: ci proviamo, come VB/doc, con una proposta che presentiamo l’11 ottobre al Circolo Zappelli. E poi riunificare Piazza e Vila, recuperando, per quel che si può, il progetto di Pietro Carmine; dare identità ai rioni di San Bernardino e Sant’Anna, individuandone i luoghi di eccellenza; spostare l’attenzione anche sul longilineo centro storico di Suna, per decongestionare il terzo lungolago; sconfiggere la desertificazione commerciale di Trobaso. E consimili iniziative.

Tutto ciò serve ai cittadini e fornisce nuove potenzialità turistiche ed economiche all’intera città. Oggi è il tempo di questa visione sociale, economica e culturale e di strategie urbanistiche collegate. Questo non significa trascurare i luoghi naturali e organizzati della fascia costiera (occorre sistemare il porto di Sant’Anna e proporre adeguatamente l’ex CEM) ma considerare indispensabile la necessità di riequilibrare il governo complessivo della nostra città.

(*) Verbania documenti (VB/doc), settembre 2015

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3 risposte a LUNGOLAGHI E UNA VISIONE STRATEGICA PER VERBANIA (*)

  1. livio scrive:

    Zanotti è stato un Sindaco eccellente perchè oltre che conoscere la sua città, la vive che è cosa ben diversa e quindi ne conosce le esigenze come dimostra in questo scrittoi,colgo solo un passaggio dove cita la Sassonia privata del teatro e, aggiungo io,anche della non qualificazione di Casa Ceretti che assieme al “suo” teatro avrebbe fatto del succitato rione un centro socio culturale di primissimo livello..ma tant’è…oggi grazie alla miopia e ai “pruriti” politici di qualcuno non solo la Sassonia è abbandonata,ma ci troviamo, a mio giudizio, un ecomostro all’arena di cui molto presto ne subiremo l’esistenza in termini economici.

    • Redazione scrive:

      Ringrazio Livio Serafini per le sue espressioni di apprezzamento; segnalo che l’articolo è un contributo dell’associazione VB/DOC, che a ottobre terrà un convegno sulle eccellenze della Sassonia.

      • paolo scrive:

        Teneteci informati, con un certo anticipo, sulla organizzazione del convegno sulle eccellenze della Sassonia. Come scrive l’amico Livio,
        Casa Ceretti è un presidio culturale essenziale per il quartiere e la città intera, ed in tal senso è stato elaborato di recente un progetto per la sua valorizzazione. I convegni, quelli seri, non si debbono concludere con il buffet, ma con idee e contributi concreti per tradurre le idee in progettualità condivisa e sostenibile. In questo senso i promotori del convegno di cui sopra danno ampie e riconosciute garanzie.

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