MASTODONTE DELL’ARENA. UN ALTRO PASSO VERSO IL PRECIPIZIO

La Maggioranza Lega Nord/PdL riconferma un Piano Economico Finanziario lacunoso, carente e non veritiero: nessuna certezza sulla gestione e 1,7 milioni di maggiori costi non dichiarati.

Nella notte di venerdì 27 luglio il Consiglio Comunale ha respinto – con i voti della Lega, del Pdl e del Pid – la Deliberazione proposta dai Gruppi di Minoranza di revoca e di riformulazione del Piano Economico Finanziario e di Gestione del Centro Eventi dell’arena. Sulla base della relazione dei Revisori dei Conti e di atti formali dell’Amministrazione, la Minoranza ha puntualmente e inequivocabilmente dimostrato l’esistenza di tre fattori che incidono formalmente e sostanzialmente sulla legittimità della delibera di approvazione del Piano.

Il primo fattore è la sottostima dei costi di realizzazione, fissati a 16.950.000 €: in realtà, questa cifra non comprende 1,7 milioni di sovraccosti che il Comune ha già sostenuto e dovrà sostenere (500.000 € di acquisto dei terreni dal Demanio, 290.000 € di risarcimento al gestore dell’arena anticipatamente sfrattato, 200.000 € per l’avvio della bonifica dei terreni, 700.000 € di aggiornamento prezzi imposto ad aprile dalla Regione Piemonte. La Giunta tace volutamente alla città che il CEM costerà almeno 18.700.000 € e non i 16.950.000 indicati nel Quadro Economico del Piano.

Il secondo fattore è la mancata certezza su una delle fonti di finanziamento dell’opera, cioè i 2,4 milioni di euro derivanti dalla gara di affidamento della distribuzione del gas metano. La gara è stata annullata dal Consiglio di Stato e il Comune l’ha nuovamente bandita dei mesi scorsi. Dunque, fino a quando non ci sarà la formale aggiudicazione al vincitore, la piena disponibilità di quelle risorse finanziarie non può essere data per certa.

Il terzo e più grave fattore di illegittimità del Piano approvato lo scorso novembre risiede nell’assoluta mancanza di una sostenibile ipotesi di futura gestione del Centro Eventi. La Giunta Zacchera sostiene che la struttura sarà gestita da un soggetto privato individuato con una gara a opera completata. I Revisori dei Conti contestano alla Giunta di non avere previsto una gestione diretta da parte del Comune, nel caso in cui la gara per l’affidamento a privati andasse deserta o fallisse. In altre parole, la Giunta si accinge a investire una ventina di milioni in una megastruttura di cui i Revisori dei Conti senza avere nessuna certezza sulle condizioni e sulle caratteristiche della sua gestione.

Tutti questi punti sono emersi con drammatica chiarezza durante il dibattito, ma né Giunta né Maggioranza hanno avuto il coraggio di riconoscerli e di ammetterli. La revoca/revisione del Piano è stata respinta e la Maggioranza ha compiuto con allegra incoscienza un altro passo verso il precipizio.

Nel quale non cadrà solo – come merita – la Maggioranza PdL/Lega Nord, ma la città intera.

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