MOLTI RISCHI NEL FUTURO DI CONSER VCO

Parte lo “spezzatino” societario e sullo sfondo prene corpo l’idea di una società “mista” pubblico-privato per la gestione dei servizi di igiene urbana. E’ un sistema già più volte fallito, al quale è di gran lunga preferibile o l’affidamento diretto a una società totalmente pubblica o l’affidamento su gara aperta a un soggetto “terzo”

 Il Consiglio Comunale ha votato qualche giorno fa lo “spezzatino” di ConSer Vco, nei termini da noi anticipati su questo foglio (https://www.verbaniasettanta.it/?p=2806): alla neonata “Vco Servizi Spa” vengono trasferite la Srl “Vco Trasporti” e la quota azionaria (10% circa) di Saia Spa, mentre ConSer Vco si occuperà soltanto di Igiene Urbana (smaltimento, trattamento e raccolta rifiuti). Poi, nel corso dei prossimi mesi, ConSer Vco e la società “gemella” Valle Ossola Spa si fonderanno in un’unica società provinciale.

Il senso di tutto ciò? Mettersi nelle condizioni giuridico-societarie per poter ottenere dall’Autorità Nazionale per la Concorrenza l’affidamento diretto dei servizi di Igiene Urbana, evitando la strada maestra della gara pubblica aperta, così come previsto dalla legge sulla cosiddetta “liberalizzazione” dei servizi pubblici locali. E le condizioni giuridico-societarie sono appunto due: una Società totalmente pubblica (nel nostro caso gli azionisti sarebbero tutti e solo i Comuni del Vco) che si occupi esclusivamente di rifiuti (ecco perché lo scorporo di Vco Trasporti  e della quota Saia) e che sia l’unica presente nell’ambito provinciale di affidamento del servizio (ecco perché la fusione tra ConSer Vco e Valle Ossola).

Ma tutto ciò è sensato e lungimirante? Noi abbiamo molti dubbi. Il primo riguarda la deroga per l’affidamento senza gara a una società totalmente pubblica: da quanto esiste (2008), l’Autorità ha concesso solo due deroghe in tutt’Italia. La prima a L’Aquila, perché colpita dal terremoto e soltanto per il servizio cimiteriale; la seconda a Courmayeur per lo sgombero neve in alcune strade della cittadina. Per questa ragione tutti sostengono che la deroga al Vco per l’intero ciclo dei rifiuti sarà quasi impossibile. Se si verificasse questa probabilissima circostanza, sarebbe pronta la soluzione di ripiego: la nuova società pubblica provinciale (ConSer Vco + Valle Ossola) cederebbe con gara ad un socio privato almeno il 40% del suo pacchetto azionario, creando in tal modo una società “mista” pubblico-privato alla quale – sempre in base alla legge – potrebbe essere concesso l’affidamento diretto e senza gara, in virtù del fatto che una gara sarebbe già stata fatta per selezionare ed scegliere il partner privato.

 Dunque, l’ipotesi di un affidamento diretto a una società “mista” è quella ad oggi più realistica e verosimile. E, a giudizio di chi scrive, la più rischiosa, poiché il socio privato in una società “mista” ha un solo (e del tutto legittimo) obiettivo: cavarne vantaggio economico; rischi, perdite e problemi sono graziosamente lasciati al socio pubblico, cioè ai cittadini-contribuenti-utenti. Visione pessimistica la mia? In oltre un quarto di secolo di amministrazione diretta e indiretta del Comune di Verbania, chi scrive ha seguito passo passo la vita di quattro società miste pubblico-privato: Urbeduemila spa, S.P.V. srl, Fin.Ver. spa, Lido Suna srl. In tutti i casi lo schema si è implacabilmente ripetuto, con i soci privati comunque garantiti e il socio pubblico comunque penalizzato. Chi scrive è stato l’artefice diretto (Spv e Lido Suna) e indiretto (Fin.Ver e Urbeduemila) del loro scioglimento/superamento, nell’interesse accertato dell’ente pubblico.

Mettere in piedi una grande società mista provinciale in un settore così delicato e “succulento” come quello dei rifiuti significa esporsi a una rischio gravissimo. Gravissimo per la gestione concreta e ordinaria della Società (chi comanda: il pubblico o il privato?), gravissimo per l’equilibrio dei conti che sino ad oggi almeno ConSer Vco (ma non Valle Ossola) ha garantito ai Comuni-Soci. Nei servizi pubblici locali (acqua, trasporti, rifiuti) la soluzione “mista” è la peggiore, proprio perchè ibrida e deresponsabilizzante. Molto meglio per i Comuni una netta scelta di campo: o la gestione con affidamento diretto a una società totalmente pubblica, del cui andamento il Comune-Socio si assume l’intera responsabilità, poiché dispone di tutti gli strumenti per intervenire dall’interno a correggere eventuali “storture”: o la gestione affidata mediante gara pubblica a un soggetto terzo, riservandosi il Comune l’intera responsabilità di controllo sulla qualità del servizio erogato a fronte di costi certi e preventivamente definiti, e dunque senza commistioni paralizzanti e dannose deresponsabilizzazioni.

Il PdL e la Lega Nord, totalmente privi di virtuose esperienze gestionali nel settore dei servizi pubblici locali, stanno costruendo un sistema societario “a spezzatino” che rischia concretamente di scardinare un robusto ed efficiente sistema imperniato da almeno una dozzina d’anni su una grande azienda pubblica in mano ai Comuni. Potremmo pentircene amaramente.

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