MUSEO DEL PAESAGGIO. SE NE VA IL QUARTO PRESIDENTE IN QUATTRO ANNI

Al di là della buona volontà di singoli amministratori, il Museo si è avvitato in una spirale che in pochi anni si è tradotta in una progressiva irrilevanza nel panorama culturale cittadino, anche e soprattutto a causa del colpevole abbandono in cui – dopo avere fatto “terra bruciata” – è stato lasciato dall’Amministrazione Comunale

E’ trapelata in queste ore la notizie che il presidente del Museo del Paesaggio si è dimesso. Non se ne conoscono (ancora) le motivazioni, ma questo ennesimo abbandono si inserisce nella lunga “striscia” di fallimenti che ha caratterizzato il rapporto tra la Maggioranza destro/leghista e la più importante istituzione artistico-culturale della città. Nei tre anni e dieci mesi di Giunta Zacchera a Palazzo Viani Dugnani, prestigiosa sede del Museo, sono passati ben quattro presidenti: segno di una inadeguatezza radicale dell’Amministrazione a gestire i rapporti con un’istituzione centenaria e spia formidabile del furore distruttivo e ritorsivo che ha guidato Zacchera e i suoi assessori nel quotidiano confronto con le realtà associative della città.

Dichiarata guerra alla gestione del quinquennio 2005-2010, la Giunta destro-leghista ha inanellato una serie infinita di errori, logorando il Museo e i suoi organi (l’Assemblea dei soci, il Consiglio generale, la Giunta esecutiva) e divorando uno dopo l’altro quattro presidenti, altrettanti direttori, vicepresidenti e semplici consiglieri, in un cupio dissolvi i cui esiti possono essere oggi misurati in tutte la loro estensione e in tutta la loro profondità: al di là della buona volontà dei singoli amministratori, il Museo si è avvitato in una spirale che in pochi anni si è tradotta in una progressiva irrilevanza nel panorama culturale cittadino, anche e soprattutto a causa del colpevole abbandono in cui è stato lasciato dall’Amministrazione Comunale. Sono stati quattro anni terribili; e se per caso ve ne siete scordati, leggete questa via crucis di articoli qui.

Un’altra grossa grana lasciata graziosamente in eredità al Commissario. Altre macerie per chi tra un anno si troverà ad amministrare questa povera, disgraziata comunità.

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