MUSEO DEL PAESAGGIO. UN PROGETTO, UNA PROVOCAZIONE di Stefano RONDO (*)

 

1 – IL MUSEO DEL PAESAGGIO

Non tutti sanno che l’edificio sede del museo del Paesaggio di arti archeologiche, pittoriche e scultoree di Verbania, sito in via Ruga a Pallanza è un edificio barocco del XVII secolo denominato “palazzo Viani”. L’edificio si sviluppa su tre livelli: piano interrato, piano terra, piano primo, oltre che di un piccolo spazio al livello sottotetto. Le caratteristiche costruttive richiamano immediatamente l’epoca di realizzazione di Palazzo Viani: murature perimetrali in muratura mista di pietrame e mattoni di elevato spessore, solai intermedi con orditura primaria e secondaria (travi principali e correnti) in legno. Le pareti esterne sono intonacate e tinteggiate e le aperture esistenti (porte e finestre) sono arricchite con elementi decorativi quali riquadri e davanzali in pietra. La copertura presenta le orditure principale e secondaria in legno e manto di copertura in coppi.

L’immobile di palazzo Viani, come si può intuire dalla sua collocazione all’interno del borgo storico, dal suo aspetto esteriore e dall’epoca di edificazione è di rilevante valore architettonico e culturale. Esso raccoglie al suo interno tre collezioni: pittura, scultura, e archeologia. Per le principali opere della collezione di pittura si citano autori come di Achille Tominetti, Arnaldo Ferraguti, Giuseppe Palanti, Guido Boggiani , Leonardo Dudreville, Luigi Litta, Mario Tozzi, Siro Penagini, Sophie Della Valle di Casanova Browne. Per le principali opere della collezione di scultura si citano autori come di Arturo Martini, Giulio Branca, Paolo Troubetskoy. Per le principali opere della collezione di archeologia si ricordano i corredi tombali provenienti da Ornavasso facenti parte di una piccola comunità di Leponti.

Tale ricchezza espositiva ed il valore delle opere, degli autori e della storia che le opere d’arte rappresentano, fanno del Museo del Paesaggio di Verbania un impressionante polo di attrazione culturale a livello nazionale. Si capisce dunque l’interesse che esponenti di fama nazionale ed internazionale hanno avuto per il museo (tra gli altri Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio, solo per citarne alcuni). Scrivo queste righe in virtù della mia esperienza come consigliere del museo tra il 2012 e il 2014. Un’esperienza che mi ha permesso di capire quale importanza potrebbe rappresentare una realtà come quella del museo del Paesaggio per la nostra città, e che mi ha ispirato a lavorare per vederne un possibile sviluppo.

Il museo ad oggi è formato da tre sedi: la sede principale, sita appunto presso Palazzo Viani, dove trovano collocazione le collezioni di scultura, pittura, e archeologia; la seconda, presso Palazzo Biumi, distante circa 300 m, dove attualmente si trova la collezione di arte sacrale, la sala tattile con le opere di Gino Cosentino e in cui sono presenti alcuni locali vuoti (la sede viene aperta solo su richiesta); la terza, presso Casa Ceretti a Intra in via Roma, fruibile per l’esposizione di mostre temporanee ed attualmente chiusa al pubblico e oggetto di un’ipotesi di acquisizione da parte del Comune. Il museo attualmente occupa come vetrina promozionale anche il locale di palazzo Pretorio conosciuto come “ex casa della gomma”.

Si capisce come, causa la cronica carenza di risorse finanziarie, le tre sedi non consentano al museo di poter attuare una politica centralizzata, con una limitazione dei costi gestionali (personale a servizio di sedi staccate, manutenzione, servizi, ecc.), con un conseguente aggravio di bilancio. Da qui, la mia profonda convinzione che sia necessaria un’attività di riordino dell’intera attività museale destinando un’unica sede al suo sviluppo e alla sua attività: palazzo Viani. Il palazzo è stato oggetto di recenti lavori di restauro per risolvere la sua inagibilità: sono stati infatti da poco completati gli imponenti lavori di rifacimento del tetto del palazzo, tramite un finanziamento europeo transitato al Comune attraverso la Regione).

Ciò è certamente un bene, ma non è tuttavia sufficiente. Parrebbe infatti che siano necessari, prima di riaprire la storica sede del museo, altri lavori interni di manutenzione e rifacimento, ed inoltre non porrebbe una soluzione definitiva alle annose questioni legate alla gestione del museo. Si pensi ad esempio solo agli archivi e ai magazzini del museo, stracolmi di opere d’arte che non è possibile visitare per l’obiettiva carenza di spazio espositivo e che costituiscono un patrimonio negato alla comunità. È necessario attuare una politica molto più decisa ed aggressiva, che avrebbe come obiettivo l’inserimento del museo del Paesaggio nella strategia di rilancio di Verbania ed in particolare del quartiere di Pallanza.

Ciò che segue sono alcune proposte per il riassetto delle attività museali, che il mio studio ha elaborato alcuni anni fa, e che possono essere ancora oggi valide per uno spunto di riflessione ad ampio raggio. L’idea principale, che consentirebbe di sopperire a molti dei problemi citati pocanzi, sarebbe quella di accorpare alla sede principale di palazzo Viani la porzione adiacente di edificio occupata dalla scuola Guglielmazzi. Questa operazione avrebbe come risultato la creazione di un unico fabbricato all’interno del nucleo storico edificato a destinazione d’uso museale, con  conseguente comodità di fruizione, agevolezza nel raggiungimento e soprattutto razionalità nelle attività museali che si svolgerebbero all’interno di un’unica struttura, ampliata ed allargata, dove potrebbero trovare collocazione anche le opere collocate a palazzo Biumi e buona parte di quelle contenute nei magazzini, oltre che le mostre temporanee e diversi spazi servizi. L’evidente vantaggio deriverebbe dall’attrazione che il museo, così organizzato, potrebbe risvegliare nei confronti dei visitatori che sarebbero messi in condizione di potere visitare in un solo luogoquattro differenti tipologie di collezioni, oltre che poter trovare mostre temporanee, eventi, ecc. Il tutto a favore di un guadagno dovuto all’aumento di visite.

Prospetto principale

Tale progetto, se attuato, comporterebbe diverse criticità, superabili, dovute principalmente allo spostamento di una scuola primaria dalla sua attuale sede. Servirebbero, per questo motivo, uno slancio di coraggio e di fiducia, elementi che, fino ad oggi, comune e museo probabilmente non hanno avuto, ipotizzando ed attuando le soluzioni ibride di due sedi a metà (scuola Cadorna e palazzo Biumi / scuola Guglielmazzi e palazzo Viani). L’annessione della scuola risulta, a mio modo di vedere, necessaria per fornire al museo gli spazi necessari all’espletamento del servizio a cui esso è votato, rivisto in chiave moderna, e consentirne un suo futuro potenziamento, sviluppo ed ampliamento.

“L’armonia sta nelle differenze. Edificare è un processo dinamico, il paesaggio urbano è fatto per cambiare e la gente è di mentalità più aperta di quanto spesso si creda”.

  1. Libeskind

2 – IL DISEGNO URBANISTICO

Il perseguimento di questo obiettivo avrebbe una valenza non solo all’interno della sfera dell’edificio e delle attività museali che si svolgerebbero all’interno, ma investirebbe il carattere urbanistico sia dell’isolato sul quale insiste la sede del museo del Paesaggio, sia, più in generale, quello del quartiere di Pallanza.

All’interno della corte insita tra palazzo Viani e la scuola Guglielmazzi infatti esiste uno spazio dimenticato e mai vissuto dagli abitanti (attualmente adibito a parcheggio) che potrebbe essere restituito alla città ed a una fruizione pubblica: una piazza. Quella che nel mio immaginario amo definire “piazza Antonio Massara” (l’illuminato fondatore del museo): una piazza protetta, su due livelli, inscritta dal museo e dall’attuale scuola, dove le persone potrebbero recarsi a qualsiasi ora del giorno e della notte, e che collegherebbe via Ruga con via Albertazzi. Una piazza con un ampio ingresso e di dimensioni notevoli: circa 1400 mq totali. Pari, e forse più, rispetto piazza San Leonardo e poco più estesa della zona pedonale di piazza san Giovanni, entrambe poco distanti. Insomma un’area indispensabile per il quartiere di Pallanza che, cercando la sua rinnovata vocazione vitale, potrebbe contare su di un nuovo “quadrilatero delle piazze” che ad anello collega piazza San Leonardo, piazza San Giovanni, piazza Garibaldi e la nuova piazza Massara.

Studio urbanistico Pallanza2

 

Piazza Massara

Un luogo pregnante per la città, dove già ora sono collocate due chiese, il palazzo di città, il porticciolo, il lungolago, il carcere, la scuola di polizia e, poco più defilate, villa Giulia e villa Olimpia. La presenza del rinnovato museo non farebbe altro che rinvigorire la forza di questi luoghi, dando una spinta turistica necessaria, e che per molti anni è stata assente, nella citata parte di città. Piazza Massara sarebbe dunque attraversabile da un lato all’altro e attrezzabile per manifestazioni diurne e notturne; rappresenterebbe inoltre un luogo di ritrovo in seguito all’inserimento della caffetteria e degli internet point all’interno del museo (oggi assenti). Una piazza che simbolicamente completerebbe la cerniera delle piazze del quartiere e che potrebbe divenire il principale asse viario/pedonabile all’interno del centro storico perpendicolare alla passeggiata del lungolago.

Le linee concettuali di questo disegno urbanistico, per i motivi esposti, non sono autoreferenziali, ma cercano di instaurare un dialogo ed un confronto sul nuovo disegno da assegnare al quartiere: si citi per esempio la redistribuzione dei servizi ai cittadini come la nuova collocazione della scuola primaria Guglielmazzi all’interno del tessuto urbano, e che sarebbe da definirsi.

 Studio urbanistico Pallanza2

“Un progetto importante valorizza la città sotto tutti gli aspetti. Aggiunge valore psicologico estetico ed economico, comunica che la città è in movimento, che cresce, che ha fiducia in se stessa”.

Jennifer Moulton responsabile pianificazione urbanistica Denver

Inserimento urbanistico

3 – IL RIORDINO DELL’ATTIVITA’ MUSEALE

L’immobile di palazzo Viani risulta oggi vincolato architettonicamente, mentre la scuola Guglielmazzi, pur insistendo sullo stesso insediamento urbano avente carattere storico e documentario, risulta libera da vincoli di legge.

Considerando quindi la porzione di edificio non vincolato, l’intervento ipotizzato includerebbe l’annessione della parte di fabbricato attualmente destinata a scuola primaria ed al restauro di essa, definendo così una nuova area destinata ad ospitare le attività museali. L’edificio risultante sussisterebbe su differenti livelli ed includerebbe la piazza di ingresso al museo (piazza Massara). Considerando le notevoli dimensioni dell’edificio che, in seguito alle modifiche, si svilupperebbe con pianta ad U di 80 m circa su ciascun lato, al fine di risolvere le problematiche logistiche che deriverebbero da una tale ampia estensione di superficie, sarebbe necessario concettualizzare un nuovo nucleo distributivo esterno all’edificio. Il nuovo edificio dovrebbe poi essere caratterizzato, oltre che da una doppia funzione di accesso e distribuzione, anche da un forte significato iconico.

La mia idea, come progettista, prende spunto da molteplici esempi mondiali di riqualificazione e recupero urbano nel mondo, e prende vigore considerando che il Museo del Paesaggio è famoso a livello mondiale poiché conserva le opere dello scultore Paolo Troubetskoy, scultore definito impressionista dalla critica a lui contemporanea. Troubetskoy sfalda la forma delle sue opere per ottenere l’effetto raggiunto sulla tela dai pittori scapigliati, ovvero la compenetrazione tra il soggetto e l’atmosfera circostante, donando alla rappresentazione un’indeterminatezza che appartiene all’incessante mutevolezza della vita reale. Il grande artista, nato a Verbania nel 1866, ha dato vita ad opere di importanza mondiale tra cui il monumento allo zar Alessandro III da erigersi a Pietroburgo, il primo busto di George Bernard Shaw a Londra, e il monumento al generale Harrison Gray Otis a Los Angeles. Alcune sue opere sono state acquistate dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dal Golden Gate Museum di San Francisco.

Per rendere onore ed omaggio all’artista più famoso della città, dunque, il nuovo nucleo distributivo dovrebbe cercare di instaurare un intimo legame tra l’artista, il museo e Verbania. Essendo impossibile ricreare le forme che il Troubetzkoy sarebbe stato capace di concepire, ho cercato di richiamare la forma originaria del materiale dal quale hanno tratto origine alcune delle sue opere più famose: il marmo grezzo.

Blocco di marmo

Di questo materiale è per esempio realizzata la “Bella Pallanza”, monumento dedicato a Carlo Cadorna e sito a pochi passi dal museo, sulla passeggiata del lungolago in piazza Garibaldi. Un blocco di marmo all’interno della piazza Massara rappresentato idealmente: dall’uso di cemento armato a vista, con la sua finitura grigia ed irregolare, dalle venature rossastre, rappresentate dall’acciaio corten che circondano il nucleo e dalle venature azzurre rappresentate dalle vetrate che si aprono sui quattro lati. La forma del blocco stesso richiama la forma irregolare di un masso di marmo nel quale il Troubetzkoy avrebbe scalpellato le sua sapiente arte. Il rivestimento di acciaio corten potrebbe poi animarsi, prendendo vita e formando una scia che si divide dal blocco di marmo dispiegandosi nello spazio, accompagnando lo spettatore dall’ingresso della piazza fino all’interno del museo.

“Come un ballerino, sono acutamente consapevole della gravità e trovo straordinario che questi materiali provengano dalla terra. Che cos’è il cemento? Terra. E il vetro? Terra. Legno, acciaio, tutto viene dalla terra. L’architettura assembla in modo visibile gli elementi della terra… Sono questi gli umili ingredienti che gli architetti possono impiegare per uno scopo più alto, per esprimere idee ed emozioni, per raccontare storie e rappresentare la storia”.

D Libeskind

Il risultato impattivo e forte sarebbe appositamente cercato, esaltando il contrasto tra edificio esistente (antico) ed edificio contemporaneo: si percepiscono materiali e forme diametralmente diversi.

Piazza Massara

Il nucleo si imporrebbe come un corpo di concezione moderna in dialogo con la sede storica del museo, accentuandone al contempo il divario iconografico. Il museo d’altra parte non è altro che l’esposizione di opere d’arte di periodi, autori e di tipologia diversa, esposte nel medesimo luogo, l’una accanto all’altra. Tale effetto sarebbe dunque da ricercare fortemente.

Rondo

All’interno del nucleo troverebbero sede la nuova hall di ingresso, a tutta altezza, dove sarebbero collocate: una bussola di ingresso, la reception, un’ampia zona attesa, i tornelli, l’ascensore e le scale di distribuzione ai vari livelli che saliranno sul perimetro del nucleo a spirale fino in copertura. Il nuovo nucleo metterebbe quindi in comunicazione diretta, attraverso passerelle pedonabili, tutti gli spazi del museo, espositivi e non, risolvendo così la questione distributiva di un edificio troppo sviluppato in lunghezza ma al contempo caratterizzando lo spazio pubblico definito come “piazza Massara”.

“Che cos’è l’architettura? È la perfetta armonia di proporzioni delle forme nella luce. Ma la luce diventa tangibile solo quando tocca un solido, quando striscia, guizza, scolpisce la sua presenza”.

  1. Le Corbusier

3.1 – I percorsi interni

Il sistema dei percorsi ottenibile grazie all’inserimento del nuovo nucleo, permetterebbe di creare cinque percorsi espositivi che si svilupperebbero verticalmente ed orizzontalmente all’interno dell’intero fabbricato. I percorsi ssarebbero divisi in base al tipo di collezione o funzione in essa contenuta:

  • percorso pittura,
  • percorso scultura,
  • percorso archeologia,
  • percorso arte sacrale,
  • percorso mostre temporanee e servizi.

Percorsi nucleoOgni percorso sarebbe accessibile dal nucleo tramite una passerella di collegamento ad uso esclusivo, e si delineerebbe attraverso uno sviluppo a senso unico senza intersezioni o interferenze, in alcuni casi su un unico livello, in altri su due livelli collegati da scale o ascensori.

I percorsi sarebbero così studiati in maniera tale da svilupparsi il più possibile dal piano superiore verso quello inferiore al fine di ridurre lo sforzo fisico della visita.

 

 

 

Percorsi museo

Il dipanarsi della visita espositiva di qualunque percorso comporterebbe l’arrivo ad un locale del piano terra dove sarebbe prevista un’area di attesa in cui terminano le visite, prima del passaggio obbligato attraverso bookshop in cui saranno disponibili materiale informativo, depliant, cartoline, guide, pubblicazioni oltre che oggettistica relativa al museo del paesaggio. In adiacenza al bookshop potrebbe essere prevista una caffetteria a fruizione anche di visitatori esterni.

Rondo 2

Tutto quanto immaginato sarebbe utile per aumentare il più possibile l’accessibilità della struttura ai disabili e a tutte le tipologie di utenti, attuando una politica di “museo aperto”.

3 – CONCLUSIONI

L’intento di questo articolo e del mio esercizio progettuale, qui brevemente presentato, è mirato a dare delle suggestioni di sviluppo del museo del Paesaggio di Verbania, che ha potenzialità di livello europeo.

È necessario dotare il museo di quegli elementi cardine che tutti i musei internazionali hanno. Tra gli altri:

  • Locali per attività di ricerca;
  • Locali destinati alla direzione del museo;
  • Sala conferenze e sale per la didattica;
  • Bar e caffetteria;
  • Internet point

Intimamente convinto, come sono, che il rilancio della nostra città passi anche da questo vitale nodo. È dunque importante instaurare un dibattito con la città che vada al di là degli orizzonti a breve termine. È necessario essere ambiziosi e fare dei ragionamenti che diano al museo le prospettive che merita. Per questo motivo uno sviluppo progettuale del museo deve rivestire anche la sfera urbanistica, e non può fermarsi ai confini ai quali è attualmente destinato. Da qui l’ipotesi di recupero della piazza inscritta nel perimetro interno dell’edificio scolastico e del museo, allo scopo di creare un percorso pubblico pedonale che attraversi il museo e colleghi la zona alta di Pallanza alla passeggiata sul Lago Maggiore. E da qui l’esigenza della messa in rete delle attività culturali di Verbania: villa Giulia, il nuovo teatro Maggiore, le scuole, le chiese, le associazioni e in generale tutta l’offerta culturale/naturalistica del nostro hinterland.

Per una visione d’insieme del progetto:

– Museo del Paesaggio. Tavola 1

– Museo del Paesaggio. Tavola 2

– Museo del Paesaggio. Tavola 3

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Il progetto, realizzato dallo studio Tecneas – Integrated Building Design, è stato donato come contributo progettuale al consiglio di amministrazione del Museo nell’aprile del 2014 e dato in visione all’amministrazione del comune di Verbania nell’agosto 2015.

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(*) Progettista, socio e legale rappresentante dello studio associato “Tecneas – Integrated Building Design”, Varese (VA)

Teaching assistant, Dipartimento A.B.C. (department of Architecture, Built Environment and Construction

Engineering), Politecnico di Milano (MI), Italia

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Fonti e per approfondire:

  • Regolamento Edilizio del comune di Verbania, anno 2013;
  • M. 569/1992 – Norme per la sicurezza antincendio per gli edifici storici ed artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre;
  • R. 28/05/2007 – Disposizioni in materia di rendimento energetico nell’edilizia;
  • LGS. 112/1998 – Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei;
  • Linee guida per il superamento della barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, anno 2008.
  • Ripensare il costruito. Il progetto di Recupero e rifunzionalizzazione degli edifici, Grecchi M., Malighetti L. E., Maggioli Editore, Rimini, 2008
  • Il progetto di conservazione, Feiffer C., Franco Angeli Editore
  • Tecnologia del recupero edilizio, Caterina G., UTET
  • Rivista Arketipo, New Business Media
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