NON HANNO CAPITO NIENTE

Leghisti e berluscones di casa nostra sprecano fiato per convincerci che si batteranno per salvare Provincia e piccoli Comuni che il loro stesso Governo ha deciso di sopprimere. Stanno tentando di confondere le acque, ma hanno sbagliato tutto. Devono andarsene.

Ridicolo e sconcertante. Riesce difficile definire altrimenti l’atteggiamento che i leaders locali del Popolo della Liberta e della Lega Nord stanno hanno assunto nell’ultima settimana sulla soppressione della Provincia e sull’accorpamento dei Comuni con meno di mille residenti. Cattaneo, Zanetta, Nobili, Zacchera, Montani, Airoldi, Bendotti (!!) si sono spintonati sui giornali per dirci quanto sia intollerabile la perdita della provincia e insopportabile quella dei piccoli Comuni. Come sempre, spicca la posizione del sindaco di Verbania, che ogni giorno ci informa di quello che – persa la provincia – perderemo: niente tribunale, niente Asl, niente ospedale, niente vigili del fuoco, niente Coni, niente provveditorato, niente…., niente…

Ma non provano costoro un briciolo almeno di vergogna, visto che la decisione di sopprimere alcune province e alcuni Comuni  è stata presa da un Governo formato dai loro stessi partiti? Non si vergognano gli Zacchera, i Montani, gli Zanetta di essere stati nominati (non eletti!) in una coalizione che nel 2008 sbandierava proprio la soppressione delle province come uno dei punti qualificanti del programma Berlusconi Presidente? Non misurano costoro il discredito che vanno raccogliendo a piene mani nell’opinione pubblica in questi giorni, tentando pateticamente di scindere le loro responsabilità da quelle del Governo che sostengono in Parlamento e sul territorio? Pensano davvero di potere – ancora una volta – intortare un elettorato rabbioso e furente?

Seconda considerazione. Leghisti e berluscones speravano di convincere i cittadini che la responsabilità degli sconci privilegi della politica potesse essere caricata su una manciata (24 nel Vco) di consiglieri provinciali e su un po’ di sindaci e consiglieri comunali che nei piccoli Comuni si dannano a mandare avanti la baracca. Tolti di mezzo costoro (non dimentichiamo la volgare e insultante affermazione del duo Berlusconi/Calderoli: “abbiamo eliminato 54.000 poltrone”), come d’incanto si sarebbe placata la rabbia popolare. Eh no! Sacrosanto è invece lo sdegno di questi amministratori locali, che sarebbero certamente disponibili a ragionare su accorpamenti e unioni per razionalizzare i servizi, ma che non possono accettare di passare per un branco di privilegiati, quando la rabbia dei cittadini ha ormai da molti mesi individuato nella casta dei parlamentari nazionali e regionali il vero cuore del privilegio, dello spreco, dell’impudenza. E’ il menù dei deputati, che alla Camera pagano 1,5 € un primo piatto, a scatenare il legittimo furore dei cittadini, non certo i 500 € mensili di indennità del sindaco del loro paese.

Gli Zacchera, i Cattaneo, gli Zanetta, i Montani, i Marinello e compagnia cantante non vogliono (forse non possono) capire. Leghisti e berluscones hanno tirato un pezzo di carne (via un po’ di Province e un po’ di Comuni) alla muta inferocita dei cittadini, sperando di placarne lo sdegno e di sviarne la rabbia. Hanno sbagliato tutto. Gli Zacchera, i Cattaneo, gli Zanetta, i Montani, i Marinello non devono affannarsi per spiegare a noi quanto si impegneranno per eliminare quelle misure che il loro Governo ha voluto e di cui essi portano intera e “in solido” la responsabilità politica.

Devono andarsene.

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