NUOVE AREE DI SOSTA A SUNA. ALCUNE VANNO BENE, ALTRE PROPRIO NO

La Variante 20 individua nella frazione sei aree private da destinare a parcheggio pubblico. Vanno bene quelle lungo corso Nazioni Unite, ma sono sbagliate quelle ritagliate nel cuore dell’abitato, perché distruggerebbero gli ultimi terreni “vergini” in cambio di una manciata di posteggi e di molto traffico parassitario.

L’Amministrazione Comunale sta mettendo mano alla Variante urbanistica n. 20, di contenuto piuttosto eterogeneo. Tra le diverse questioni urbanistico-edilizie in essa contenute (e sulle quali torneremo nelle prossime settimane), assume un rilievo particolare quella relativa all’individuazione di nuove aree a parcheggio, con particolare riferimento all’abitato di Suna. Nella frazione si prevede infatti di mutare la destinazione urbanistica di sei diverse aree, al fine di rendere possibile ai proprietari la realizzazione di interventi “misti” (ad esempio, box interrati da vendere e area di superficie da cedere a parcheggio pubblico) o al Comune di intervenire direttamente con esproprio/acquisizione dell’area e costruzione del parcheggio a spese dell’Amministrazione.

Tre delle sei aree sono situate lungo l’asse di c.so Nazioni Unite (la “Variante”): due a ridosso dello sbocco sulla “Variante” delle vie Grado e Frua e una tra il sedime della variante e l’inizio di via Buon Rimedio, di fronte al condominio “Cardellino”. Si tratta in tutti i casi di aree interstiziali di limitate dimensioni, esterne al nucleo edificato della frazione, oggi completamente inutilizzate/abbandonate e di fatto “assorbite” dall’asse viario prospiciente. La loro destinazione a piccole aree di sosta, anche integrata con box e posti-auto in cessione, appare ragionevole ed è da tempo allo studio dell’Amministrazione Comunale.

Discorso radicalmente diverse invece per le altre tre aree: la prima è una bella area verde, arborata e ben tenuta, all’incrocio tra le vie Balilla e Trento; la seconda è una porzione di un esteso giardino privato, delimitato da un alto muro e situato nella parte alta verso lago di via Dei Partigiani, poco prima dell’imbocco del sottopasso del rio Molinaccio; la terza, infine, coincide con la parte superiore del vasto e prezioso terreno della Casa Parrocchiale, compreso tra via Plana e vicolo dei Giardini. A differenza delle tre precedentemente considerate, queste aree sono all’interno nel nucleo abitato e rappresentano veri e propri “polmoni” verdi sopravvissuti all’intesa edificazione che ha interessato anche Suna tra l’inizio degli anni ’50 e la fine degli anni ’60. Stendere sopra questi terreni “vergini” una bella colata di cemento e di asfalto significa impoverire radicalmente e irrimediabilmente la frazione dal punto di vista paesaggistico e ambientale.

E in cambio di cosa? Al massimo, di qualche decina di posti-auto, sommando tutte e tre le aree. Una dotazione che non solo non servirà a risolvere il problema della sosta a Suna, ma si limiterà a spostare nel cuore dell’abitato una quota di veicoli oggi parcheggiati nelle sue immediate adiacenze (ad esempio, in zona Lidl e cimitero), innescando un traffico “parassitario” di coloro che risaliranno via Dei Partigiani o si infileranno in via Treno/Balilla/Montebello o in via Solferino alla ricerca di posteggio. Le aree di sosta vanno realizzate in  ben definiti “punti di attestamento”, come ad esempio quelle (attestamento nord) individuate lungo la Variante

I vantaggi derivanti da questi tre parcheggi non compenserebbero assolutamente il danno derivante dall’eliminazione di altrettante aree verdi che costituiscono un gradito e apprezzato elemento di qualificazione complessiva della frazione. Anzi, proprio la preservazione di queste ultime aree “vergini” di dimensioni non meramente pertinenziali delle abitazioni esistenti rappresenta un valore ambientale tutt’altro che trascurabile, la cui presenza è avvertita come un fattore di reale valorizzazione e di memoria dell’abitato di Suna, dove il processo di edificazione del territorio si è di fatto concluso oltre quarant’anni fa e nel corso degli ultimi quattro/cinque decenni senza mutamenti sostanziali del carico urbanistico della zona.

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