OSPEDALE UNICO DEL VCO. LA SOLUZIONE MIGLIORE E QUELLA PEGGIORE di Claudio ZANOTTI

Dati oggettivi, ragionevolezza e buon senso dicono che la soluzione più razionale e convincente per localizzare il nuovo ospedale unico provinciale è rappresentata dall’area tra Gran Casa e Cusiana Metalli, nel cuore della grande conurbazione Verbania-Gravellona-Omegna. Ma Destra e Lega si preparano a una scelta di segno opposto: la peggiore che si possa immaginare. 

Con il recentissimo articolo di Roberto Negroni pubblicato su queste pagine si può definitivamente archiviare la vexata quaestio della “baricentro” provinciale per il nuovo ospedale: esso dovrà sorgere all’interno di un’area “conurbata”. E poiché le “aree conurbate” del Vco sono due (asse Verbania-Gravellona-Omegna e asse Villa-Domo-Crevola), o qua o là.

Dati oggettivi, ragionevolezza e buon senso dicono Verbania-Gravellona-Omegna. Lungo questo asse si registrano il maggior numero di residenti (105.000 contro 54.000), il maggior afflusso turistico (2.500.000 presenze/anno contro 203.000) e la maggiore concentrazione di infrastrutture e di servizi di viabilità/trasporto (svincolo autostradale, confluenza delle statali 33 e 34 e della strada provinciale 229, stazione ferroviaria di Verbania, passaggio di tutte le più importanti linee di trasporto pubblico locale).

All’interno della conurbazione Verbania-Gravellona-Omegna in queste ultime, concitate e confuse settimane sono state ipotizzate tre possibili localizzazioni: l’area Fondotoce-Gravellona (tra Gran Casa e Cusiana Metalli), proposta per questa destinazione sin dal 2006 da chi scrive, allora sindaco di Verbania, e rilanciata un paio di mesi fa dall’attuale sindaco; un’area pianeggiante tra Gravellona e Feriolo proposta dal Comune di Gravellona; l’area pianeggiante lungo il Toce all’uscita di Ornavasso, in direzione Gravellona, rilanciata in “zona Cesarini” prima delle elezioni di maggio dal sindaco di Ornavasso e dagli amministratori regionali. Al netto di risolvibili questioni di messa in sicurezza idrogeologica della prima e della terza, l’area Fondotoce-Gravellona presenta – più delle altre due – caratteristiche di elevata idoneità ad accogliere il nuovo ospedale unico. Vediamole in rapida sintesi.

A poche centinaia di metri dall’area Gran Casa-Cusiana Metalli si trovano lo svincolo autostradale e la stazione ferroviaria, mentre sulla statale 34 transitano e intersecano le fermate i mezzi delle più importanti linee di trasporto pubblico locale (Verbania-Omegna, Verbania-Domodossola, Verbania-Stresa-Arona-Novara, Domodossola-Stresa-Arona-Novara, Verbania-Cannobio, Verbania-Piancavallo..). Dal punto di vista urbanistico il sito di Verbania è in classe II di pericolosità geologica, per almeno 70.000 mq, e parzialmente soggetto a vincolo idrogeologico non boscato, tutto quindi edificabile, e dispone di un’altra area adiacente, sempre pianeggiante, in classe IIIa, inedificabile e soggetta vincolo ambientale, ma utilizzabile a parco per almeno altri 80.000 mq, fino al fiume Toce; la prima zona, ben esposta a Sud, e di dimensioni pari, tanto per intenderci, a quella del nuovo ospedale di Legnano (74.000 mq e 550 posti letto), può essere utilizzata mediante variante urbanistica senza particolari difficoltà.

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Queste condizioni erano presenti già nel novembre del 2015, quando l’Assemblea dei Sindaci del Vco e la Regione Piemonte approvarono la localizzazione del nuovo ospedale nella collina sopra Ornavasso. Fu una decisione sbagliata che da queste pagine cercammo di impedire con una serie di documentati e approfonditi interventi, i cui contenuti non intendiamo in queste sede riprendere, ma che possono essere letti in questi quattro articoli. Una decisione figlia del tatticismo praticato dal centrosinistra, allora forza di maggioranza in Regione e nei più importanti Comuni del Vco, convinto che la soluzione-Ornavasso fosse l’unica in grado di raccogliere il consenso di Domodossola e di altri Comuni ossolani, per i quali il nuovo ospedale non sarebbe stato immaginabile al di fuori dell’Ossola “geografica”.  Un diktat incomprensibile, al quale non è difficile far risalire anche il fallimento ormai certificato dell’irrazionale scelta dell’ospedale “di collina” di Ornavasso.

Oggi la responsabilità di decidere qualcosa sull’assetto ospedaliero del Vco torna in mano allo schieramento destro-leghista, maggioranza in Regione. Uno schieramento che su questo tema in vent’anni non ha mai saputo elaborare una proposta ragionata, articolata e convincente, dovendosi escludere dal novero delle proposte ragionate il progetto di ospedale unico a Piedimulera contenuto nel Piano Aress del 2002. Il Presidente della Regione Piemonte, Cirio, ha annunciato che il 25 ottobre saranno rese note le decisioni della Giunta, anche se i rumors di corridoio parlano di ospedale unico provinciale a Domodossola (San Biagio o ospedale nuovo?) e di conferimento ai privati del Castelli.

Non ci sarebbe scelta peggiore.

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