OSPEDALE UNICO: LA BOUTADE E L’AMAREZZA

Anche sull’ospedale unico Zacchera parla e un secondo dopo subisce pubblicamente il “fuoco amico” dei suoi compagni d partito. Ormai è diventata un’abitudine.

L’estemporanea “sparata” del sindaco di Verbania all’assemblea dell’Unione Industriali sull’ospedale unico provinciale non meriterebbe neppure questa stringata noterella, se non fosse intervenuto qualche giorno dopo il commento pervaso di amarezza dell’ex presidente della provincia, Ivan Guarducci, compagno di partito. In una lettera aperta alla stampa Guarducci rimprovera Zacchera di uscirsene oggi (“fuori tempo massimo”) con la sparata sull’ospedale unico: “dov’eri nel 2004, quando facevo la mia battaglia per un nuovo ospedale…?” . E non si ferma qui Guarducci: sotto accusa per avere messo “una pietra tombale” sull’ospedale unico finiscono anche Ghigo, cui si rinfaccia l’affermazione “l’ospedale unico non è più un dogma”, Valerio Cattaneo (“per il PDL l’ospedale unico è morto e sepolto”) e Roberto Cota, “che ha sempre sostenuto il mantenimento dei tre ospedali”.

Ancora Guarducci, rivolto polemicamente a Zacchera: “Che oggi tu rivaluti la ‘lungimiranza di chi credeva allora in un ospedale unico’ mi fa sorridere e nello stesso senso aumenta la mia amarezza”. E giù una gragnola di critiche alle ultime esternazioni del sindaco.

Quest’ultimo, quando apre bocca, una volta sì e una no è subissato da contestazioni: ora è Cattaneo che lo bacchetta a mezzo stampa; ora sono i dirigenti del Comune che sui giornali si indignano per le minacce di epurazione; ora è Montani che gli dà del “podestà”; ora sono i dipendenti del Comune e i loro rappresentanti sindacali a protestare per l’accusa loro rivolta di “simpatie politiche”. Adesso è il turno di Guarducci, che picchia duro sulle tardive conversioni di Zacchera in materia di sanità e ospedale.

 

Imparare magari a stare zitto? No?

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