PICCOLE BUGIE CRESCONO

Pur continuando a ripeterle, le bugie restano sempre tali e non diventano  verità. Dai numeri sul trasporto pubblico arriva l’ennesima conferma.

Qualche giorno fa la consueta velina di palazzo ci ha ragguagliati sull’andamento del trasporto pubblico in città, dopo la soppressione definitiva di LiberoBus e del suo smorto surrogato, (Più)MenoBus. Il ragguaglio numerico (è oggi attivo un migliaio di abbonamenti, il 70% dei quali sottoscritti da studenti e anziani over 65 e i 15% da poveri certificati) è accompagnato da questo commento di Zacchera: “È sempre più evidente che il precedente sistema gratuito non poteva reggere, né essere messo a carico di quell’80% di verbanesi che comunque non vanno in bus, neppure quando è gratuito”.

Da dove nasca l’evidenza dell’insostenibilità del precedente sistema (LiberoBus) non è dato sapere: si dica più correttamente che la precedente Amministrazione era stata in grado di sostenerlo e l’attuale Amministrazione no. Questione di capacità amministrativa. E’ invece una graziosa bugia sostenere che oggi il sistema non sia a carico dei Verbanese che non vanno in bus.

Ai tempi di LiberoBus tutti i contribuenti verbanese pagavano lo 0,15% di addizionale Irpef comunale e si garantivano così l’utilizzo del bus in città con la loro tessera di abbonamento, rappresentata dalla carta d’identità. Tutti pagavano l’addizionale e per questa ragione tutti si garantivano l’uso gratuito del bus. I 31.000 verbanesi abbonati costavano nel 2009 all’Amministrazione 550.000 €.

Oggi tutti i contribuenti verbanese continuano a pagare lo 0,15% di addizionale Irpef istituita nel 2007 per finanziare LiberoBus e tutti coloro che vogliono usare il bus devono pagare o l’abbonamento o il biglietto. I 1.000 verbanesi abbonati costano nel 2011 all’Amministrazione 210.000 €/anno, ed in più pagano in proprio l’abbonamento.

Questa è la proporzione aritmetica: 31.000 : 550.000 = 1.000 : 210.000. Questo il grande “affare” che la città ha fatto grazie alla Giunta PdL/Lega Nord.

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