PISTA DI SKATE E CAMPO DI BASKET: QUANDO SI PENALIZZANO I RAGAZZI

Ci sono due strutture molto fruite da ragazzi e da giovani che la Giunta vuole chiudere e trasferire. Ecco le ragioni per mantenerle lì dove stanno.

Qualche settimana fa è stata annunciata dalla Giunta di Destra e Lega Nord l’intenzione di smantellare le strutture sportivo-ricreative di via Zara (pista di skate e roller) e del parco di S. Anna (campetto di basket). Le ragioni sono in entrambi i casi riconducibili al “disturbo” che i ragazzi causerebbero a quanti abitano nelle vicinanze delle due strutture. Se si tiene conto che sia il campo di basket sia la pista skate esistono ormai da molti anni, l’improvvisa sollevazione contro la loro presenza suscita più d’un sospetto. E’ vero che ogni spazio di ricreazione e di socializzazione giovanile genera qualche incomprensione che sfocia talvolta in protesta, ma è altrettanto vero che con opportuni accorgimenti (ordinanze sui limiti orari di fruizione delle strutture, presenza di vigili urbani, coinvolgimento d agenzie educative come parrocchie/oratori e gruppi/associazioni..) la convivenza tra ragazzi e adulti ha sempre trovato un accettabile punto d’equilibrio. D’altra parte, c’è qualcosa di più importante per una comunità (e dunque per la sua municipalità) dell’offerta di opportunità educative, formative, ricreative, associative ai suoi giovani?

Evidentemente questa semplice verità stenta ad affermarsi in Amministrazione: e infatti la Giunta, per compiacere qualche cittadino/elettore, si accinge a mandare “in quarantena” i ragazzi, isolandoli in zone lontane dal tessuto urbano e incompatibili con le funzioni che le si vorrebbero assegnare. Il Parco Robinson di Intra (lì la Giunta vorrebbe piazzare la pista di skate) ha in questi anni preso forma per corrispondere a esigenze diverse e non può essere pensato come uno spazio buono per ogni destinazione; così come il parco dell’Arena (destinazione possibile del campetto di basket) diventa buono una volta per il teatro, un’altra per la balneazione, un’altra per la pista di pattinaggio, un’altra per i concerti, un’altra ancora per i servizi ai camperisti, il basket e via così, a seconda di come gira a un assessore o all’altro.

Noi pensiamo che le due strutture debbano restare dove sono: facilmente accessibili, inserite nel tessuto urbano, immediatamente fruibili. L’esperienza di molti anni e la regolamentazione via via definita confermano questa scelta. Ed è un peccato che nell’ultima Commissione Consiliare l’assessore allo Sport e alle Politiche giovanili si sia ostinatamente rifiutata di ascoltare i molti ragazzi lì convenuti per rappresentare le loro ragioni: si sarebbe di certo convinta.

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