PORTARE IL TURISMO DEL VCO FUORI DALLA STAGNAZIONE DECENNALE

“Solo irrobustendosi come tale il grande “turismo di lago” tra il Maggiore e l’Orta potrebbe trovare le condizioni per mettere le sue strutture ricettive a servizio del numericamente asfittico turismo di montagna dell’Ossola, valorizzando servizi e posti letto in quei periodi dell’anno (marzo-maggio e settembre-novembre) in cui è minore la fruizione del lago, ma risulta particolarmente interessante e attrattivo il segmento escursionistico sia wilderness (parco della Valgrande) sia di quota (Val Formazza)…..L’obiettivo è portare gradualmente la media di pernottamento da 3,5  a 7 giorni e ampliare la durata della stagione al bimestre marzo-aprile e a quello metà settembre-metà novembre”

VERBANIAVENTITRENTA

La pubblicazione in questi giorni del riepilogo 2019 dei dati su turismo nel Vco (qui) offre l’occasione per qualche riflessione “di sistema” su un comparto economico che da sempre è considerato strategico per la nostra provincia.

NUMERI IN CALO. Il primo rilievo riguarda l’andamento complessivo dell’anno, che si chiude con una diminuzione del 4,6% delle presenze (dato decisamente più significativo di quello degli arrivi), passate da 3.098.000 nell’anno precedente (3.095.000 nel 2017) a 2.955.000. Se si osserva la serie storica disponibile per la consultazione (leggi qui), emerge un dato molto interessante: nel solo biennio 2005-2007 le presenze erano cresciute di 432.000 unità (+19,5%), portandosi a un livello (2.653.800) non molto lontano da quello registrato lo scorso anno e certificando così  che in dodici anni la presenza turistica nel Vco è aumentata dell’11,4% (+302.000), un incremento percentuale pari a poco più della metà di quello registrato in quel lontano biennio, che oggi appare come una mitica età dell’oro (ma Verbania aveva visto crescere nel triennio 2004-2007 le presenze turistiche addirittura del 24%, arrivate a 820.000; nel 2019 sono state 900.000, +8% in dodici anni). Sarebbe interessante analizzare le cause che hanno impedito che le straordinarie potenzialità di crescita evidenziate tra 2005 e 2007 dispiegassero progressivamente i loro effetti nelle dodici stagioni seguenti. Due sono state già richiamate su queste pagine (qui e qui) per dare conto della generale stagnazione socio-economica ultradecennale del Vco, e cioè la crisi economica del 2009 e il fallimentare governo destro-leghista 2009-2014, ma è probabile che vi siano altre e più specifiche cause da analizzare.

SETTORI, RICETTIVITA’, NAZIONALITA’. Le presenze 2019 si ripartiscono in maniera equilibrata tra settore alberghiero (1.547.649 in 217 strutture) e settore extralberghiero (1.407.879 in 541 strutture, di cui 32 campeggi), con il primo che vede nel corso del triennio 2016-2019 diminuire le strutture di 12 unità e il secondo aumentare di 41 unità (si tratta in prevalenza di un incremento di affittacamere: +33). Appare invece sempre più “estera” la presenza turistica nel Vco: gli stranieri sono stati l’81,1%, a fronte di un 18,9% di connazionali, quando nel 2015 erano stati rispettivamente il 74,8% e il 25,2%. E tra gli stranieri spiccano tedeschi, olandesi e svizzeri, che insieme raggiungono i 2/3 delle presenze totali in provincia, con una netta prevalenza (40%) dei tedeschi. I turisti italiani sono poi diminuiti in maniera rilevante nel 2019 rispetto al 2018 sia nel settore alberghiero (-10%) sia in quello extralberghiero (addirittura -20%), mentre gli stranieri sono calati soltanto rispettivamente del 2% e del 2,5%.

TURISMO UGUALE VERBANO. L’analisi dei dati per Comuni (qui) certificano una volta di più che in provincia turismo significa sostanzialmente lago Maggiore. Verbania vale un terzo delle presenze totali (900.000) e sommando al capoluogo i centri di Stresa (563.000), Baveno (553.000), Cannobio (300.000) e Cannero (130.000) si raggiuge la ragguardevole cifra di quasi 2,5 milioni di presenze/anno, ovvero l’ 82% del totale. L’Ossola intera totalizza circa il 10% (300.000 presenze), mentre il Cusio è sostanzialmente inesistente.

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Quali considerazioni si possono ricavare da questa sintesi dei dati del 2019? Proviamo a mettere in fila qualche riflessione.

STAGNAZIONE. Anche il turismo porta lo stigma caratteristico del decennio del Vco, cioè quello dell’immobilismo e della stagnazione. L’incremento delle presenze tra il 2007 e il 2019 in media non è stato neppure dell’ 1% all’anno, quando nel biennio 2005/2007 era stato quasi del 20%. Non vi è stato alcun riequilibrio tra utenza nazionale e utenza straniera; anzi, i turisti italiani sono nettamente diminuiti nello scorso anno. Le strutture ricettive nel decennio sono rimaste sostanzialmente le stesse, così come la disponibilità dei posti letto. Infine, restano invariati negli anni due indicatori turistici fondamentali come la media di pernottamento (inchiodata a 3,5 giorni) e la durata della stagione (circoscritta al periodo compreso tra la primavera avanzata e la fine dell’estate).

TRIPOLARISMO FANTASMA. Chi legge questo blog sa (cfr. qui) che a nostro giudizio la tripolarità del Vco si è rivelata una mitologia fallimentare e dannosa. Il turismo della provincia – e intendiamo quello dei “grandi numeri”, concentrato nei cinque Comuni compresi tra Cannobio e Stresa, che da soli fanno 2,5 milioni di presenze – non ha alcun rilievo “tripolare”, ma è un solido turismo lacuale che reclama di crescere come tale e che potrebbe – all’interno del grande capoluogo sull’asse Verbania-Omegna – valorizzare finalmente in maniera adeguata l’affaccio settentrionale sul lago d’Orta del Vco. Un modo intelligente e lungimirante per individuare nel marchio della “città dei laghi” il tratto costitutivo e la naturale identità dell’intera nostra offerta turistica.

AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA. Solo irrobustendosi come tale il grande “turismo di lago” tra il Maggiore e l’Orta potrebbe trovare le condizioni per mettere le sue strutture ricettive a servizio del numericamente asfittico turismo di montagna dell’Ossola, valorizzando servizi e posti letto in quei periodi dell’anno (marzo-maggio e settembre-novembre) in cui è minore la fruizione del lago, ma risulta particolarmente interessante e attrattivo il segmento escursionistico sia wilderness (parco della Valgrande) sia di quota (Val Formazza). Nella prospettiva di un rafforzamento della dotazione strutturale, che costituisce un presupposto importante per l’ampliamento dell’offerta, mantiene un’indiscutibile attualità la ripresa del progetto di recupero a resort del complesso edilizio dell’ex colonia Motta (approvato nel 2007 e poi abbandonato dai proprietari) e la riproposizione (magari “filologica”) in area ex Eden di una struttura alberghiera di fascia altissima destagionalizzata: si completerebbe così nella fascia centrale del lago Maggiore l’offerta pensata sulla quadruplice articolazione di turismo en plein air (campeggi), turismo di comitiva, turismo di resort e turismo esclusivo.

Al “sistema Vco” è affidato un obiettivo tanto semplice nella formulazione quanto ambizioso nella realizzazione: migliorare i due indicatori turistici fondamentali poco sopra richiamati, portando gradualmente la media di pernottamento da 3,5  a 7 giorni e ampliando la durata della stagione al bimestre marzo-aprile e a quello metà settembre-metà novembre.

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