QUANDO MANCA L’AUTOREVOLEZZA POLITICA

In una manciata di mesi per una decina di volte il sindaco di Verbania è stato pubblicamente attaccato da esponenti della sua stessa coalizione su questioni di rilevante impatto politico-amministrativo. Un fatto inedito e certamente non casuale.

 E’ successo ancora una volta. L’ennesima. Questa volta è toccato al consigliere regionale leghista Marinello sbertucciare pubblicamente il sindaco di Verbania, colpevole di “procurato allarme” sulla questione della possibile soppressione dei Dea degli ospedali “Castelli” e “S. Biagio” e costretto ad annullare in fretta e furia un’assemblea dei Sindaco dell’Asl da lui medesimo convocata con altrettanta fretta e furia. Qualche giorno prima era stato il senatore Montani a prendersela con Zacchera e la sua Giunta per via della sceneggiata in corso al Museo. A fine ottobre all’auditorium di Sant’Anna a dare sulla voce al sindaco, incautamente intervenuto, erano stati molti operai di Acetati, sconcertati per la sottovalutazione riservata dalla Giunta PdL/Lega Nord all’ormai imminente chiusura dello stabilimento.

Ma in questi mesi è stato un vero e proprio stillicidio di intimazioni, smentite e pubbliche reprimende: Guarducci (ex presidente della Provincia, uomo PdL) che scrive ai giornali per smentire Zacchera sulla questione dell’ospedale unico; Cattaneo che critica apertamente la gestione del personale comunale condotta da Zacchera; Montani che impone i suoi assessori e mette in mora Zacchera sulla nomina di Sottocornola; i dirigenti del Comune che vanno sui media locali imponendo pubbliche scuse a Zacchera per gli apprezzamenti non proprio lusinghieri sul loro operato; i consiglieri comunali di Maggioranza Tigano e Montani, che non hanno particolari scrupoli a mettere all’angolo Zacchera, votando con le Minoranze un importante documento su Acetati fortemente avversato dal sindaco; il vicepresidente del Museo del Paesaggio che se ne va in forte polemica con il gruppo dirigente del Museo imposto per ragioni politiche dal sindaco.

Una decina di episodi in una manciata di mesi: tutto casuale? Direi proprio di no. Siamo piuttosto di fronte a una situazione di manifesta inadeguatezza politica di chi dovrebbe invece esprimere il più alto grado di autorevolezza, in virtù non tanto dell’incarico parlamentare (cosa non abbiamo visto in questi anni tra Camera e Senato!) quanto della carica di sindaco della città capoluogo. Nello scorso quinquennio, quando i ruoli politico-amministrativi in Comune, Provincia e Regione erano esercitati da uomini del Centrosinistra, mai era accaduto di assistere non dico a dieci, ma ad un solo episodio di conflitto politico interno alla coalizione di governo lontanamente assimilabile a quelli che – ormai a ripetizione – la cronaca locale di propina.

Forse qui più che altrove si misura la sproporzione tra gli altisonanti proclami di cambiamento e la modestia di una politica che persino gli alleati non si preoccupano di criticare pubblicamente.

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