REFERENDUM, FORNO CREMATORIO E BUONA POLITICA

La buona politica ha saputo intervenire tempestivamente su un delicato processo amministrativo, riuscendo a fare sintesi dei numerosi contenuti condivisibili dell’iniziativa referendaria e delle altrettanto condivisibili esigenze dell’Amministrazione di risolvere in maniera razionale e soddisfacente un problema della comunità cittadina. 

Nella giornata referendaria nazionale del 17 aprile, i cittadini di Verbania troveranno anche la scheda del referendum comunale che chiede l’abrogazione della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 122/2015 (leggere qui), con la quale si è avviato l’iter di esternalizzazione (cioè di affidamento della gestione a privati) del forno crematorio del cimitero di Pallanza. Alla luce dei successivi, dirimenti pronunciamenti del Consiglio Comunale sempre in materia di esternalizzazione del servizio di cremazione, il quesito referendario appare sostanzialmente superato. E superato proprio nella direzione auspicata dal Comitato promotore del referendum stesso.

E’ indubbio che il processo di esternalizzazione del forno è nato male ed è stato gestito peggio, come abbiamo avuto modo di documentare puntualmente qui e qui. Muovendo da questo giudizio fortemente problematico, il PD cittadino ha rivisto sostanzialmente la posizione che aveva espresso con il voto favorevole di settembre alla deliberazione 122/2015 e lo scorso 22 febbraio il Gruppo Consiliare del partito ha presentato e contribuito ad approvare una Mozione con la quale il precedente atto è stato profondamente modificato, recependo alcune istanze che erano alla base della richiesta di referendum abrogativo.

In particolare il documento (leggere integralmente qui) presentato dal Gruppo consiliare del Pd afferma che  “l’iter di valutazione dell’esternalizzazione del servizio di cremazione deve avvenire in forme partecipate e condivise, attraverso il preventivo coinvolgimento in sede consultiva della competente Commissione consiliare e del Consiglio di Quartiere di Pallanza Sant’Anna, al fine di definire con chiarezza i contenuti tecnici, logistici ed economici di un eventuale bando di esternalizzazione del servizio di cremazione, con particolare specifico riferimento alle seguenti problematiche:

– definizione puntuale dei ritorni economici per il Comune, muovendo dall’utile  storicizzato del servizio gestito in economia (250.000€/anno);

-indicazione delle migliorie da realizzare nei locali di servizio e di accoglienza del crematorio;

– individuazione del numero massimo di trattamenti annui ammessi, tenuto conto che l’impianto attuale è autorizzato per 1800 trattamenti annui; definizione della potenzialità di un nuovo forno per affiancare e/o sostituire quello oggi funzionante;

– precisazione delle caratteristiche tecniche, dei costi e dei tempi di realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria che l’Amministrazione ha dichiarato necessari in tempi brevi per mantenere in esercizio l’attuale impianto.”

L’approvazione della Mozione da parte del Consiglio Comunale ha già determinato l’annullamento della deliberazione di Giunta con la quale, nel novembre scorso, si metteva a gara il servizio sulla base di un bando inopportuno e insoddisfacente. Inoltre, a referendum effettuato (e qualunque ne sia l’esito) la Mozione “impegna  la Giunta Comunale a sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale, nella prima seduta utile successiva all’esito referendario, la modifica e l’integrazione” della Deliberazione 122/2015 sulla base di contenuti dell’atto approvato il 22 di febbraio.

La buona politica ha saputo intervenire tempestivamente su un delicato processo amministrativo, riuscendo a fare sintesi dei numerosi contenuti condivisibili dell’iniziativa referendaria e delle altrettanto condivisibili esigenze di risolvere in maniera razionale e soddisfacente un problema della comunità cittadina.

Qualunque sia l’esito del referendum, lo sbocco finale della vicenda del forno crematorio sarà positivo.

 

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