SAN VITTORE TRA FONTANE, ROGGE E PAVIMENTAZIONI

Stanno partendo i lavori del secondo lotto del centro storico di Intra. Una scelta progettuale che vanifica il Concorso Nazionale d’Idee, sradicandone le principali intuizioni progettuali: il “segno d’acqua” dalle Poste al lago, la grande fontana, la riqualificazione del verde arboreo.

Si infittiscono in queste ultime settimane le “voci” sull’avvio del cantiere del secondo lotto dei lavori di riqualificazione della piazza di San Vittore e del centro storico di Intra. Alcune puntuali considerazioni erano state consegnate a questo foglio elettronico nello scorso settembre (cfr. https://www.verbaniasettanta.it/?p=411) e ci sembrano ancora molto attuali e pertinenti: i contenuti alla base del progetto vincitore del Concorso Nazionale d’Idee (“segno” d’acqua come memoria dell’antica roggia dalla piazzetta della Posta a vicolo Proo; grande fontana sul fianco nord della basilica, inserita in un contesto arboreo di pregio; arredo arboreo tra via XXV aprile e via Rosmini; pavimentazione con pietra locale) sono stati quasi completamente abbandonati nel secondo lotto (resta solo la pavimentazione in granito), che di fatto si risolve nel mero rifacimento delle pavimentazioni.

L’imminente partenza dei lavori e la precisazione dei contenuti del progetto del secondo lotto sollecitano però qualche altra considerazione. La prima riguarda la pavimentazione lapidea. Sembra di capire che resterà il blocchetto di granito, che sostituirà il porfido nella parte alta della contrada sino a piazza Cavour, ma al centro del percorso sarà posata una lastra come guidovia. Una scelta incomprensibile, che “rompe” la simmetria e l’omogeneità del primo tratto di contrada e dell’intera piazza.

La seconda considerazione coinvolge invece la sistemazione dell’area compresa tra il fianco nord della basilica e il condominio “Canonica”. Il progetto vincitore del Concorso d’Idee prevedeva la realizzazione di una grande vasca/fontana circondata da un’importante arredo arboreo, alimentata dal percorso d’acqua già realizzato su via dei Ceretti e destinato ad essere ripreso in successivi lotti tra Santa Marta, vicolo del Ciancino e vicolo Proo, sino a raggiungere il lago. Nulla si tutto ciò di farà. Lo slargo sul lato della basilica sarà solo ripavimentato e abbellito (?) con una cascatella d’acqua “a muro”. E così sarà completato il secondo lotto.

Eliminata la grande fontana e l’idea suggestiva del segno d’acqua dalle Poste al lago (passando per le aree riqualificate del parco Besozzi-Benioli e di S. Marta), perde irrimediabilmente significato anche il breve percorso già realizzato lungo via dei Ceretti: rischia di restare lì, muto e indecifrabile, ad alimentare le stolide e misere polemichette del nostro miope provincialismo. Resterà li, strappato all’idea progettuale più grande e più ambiziosa che lo aveva generato, un’idea (il centro storico attraversato e valorizzato da un percorso d’acqua) già presente in altre belle e importanti città europee ma che evidentemente gli attuali amministratori della città non hanno capito e non si meritano. E chissà se qualcuno di costoro – terminato lo scempio del secondo lotto – avrà il coraggio della coerenza e lo farà togliere, cancellando così per sempre l’intuizione feconda e creativa che lo aveva fatto nascere.

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