L’ex partitone di Berlusconi perde pezzi in Consiglio e l’alleato leghista è dato per disperso. Intanto Zacchera gioca a fare il grillino e dà addosso ai partiti: lui, la perfetta incarnazione del privilegio della Casta!
Mentre l’insipienza amministrativa della Giunta Zacchera addensa mese dopo mese nubi pesantissime sul futuro di Verbania (un Bilancio triennale a zero investimenti, le stangate fiscali su Imu e Irpef, il futuro incerto di ConSer Vco, il mastodonte cementizio dell’arena…), i giornali danno conto di altre simpatiche amenità politiche. Lasciamo da parte il cicaleccio sul “totosindaco 2014” e diamo invece una rapida occhiata al quadro politico cittadino.
Fa una certa impressione assistere alla progressiva decomposizione del PdL, che tra abbandoni ed espulsioni è sceso da 17 a 14 consiglieri comunali. E altrettanta impressione fa il sostanziale annichilimento della Lega Nord, i cui esponenti (a partire dal senatore-assessore) da molti mesi ormai sono spariti dalla scena politico-amministrativa locale. Al contrario, esprimono un sorprendente ipercinetismo i consiglieri “indipendenti” di Maggioranza (il Pid, i Riformisti Socialisti, la variegata pattuglia d’indipendenti..). Decomposizione, annichilimento e ipercinetismo sono la diretta conseguenza dell’inarrestabile dissoluzione sul piano nazionale dello schieramento berlusconian-bossiano, alla quale si somma – sul piano locale – la crescente percezione del fallimento amministrativo della Giunta Zacchera.
E proprio Zacchera ci regala l’ultima furbata trasformistica. Prima l’uscita sulle cosiddette “primarie di tutti” (ancora non gliel’hanno detto, ma le primarie di tutti già esistono: si chiamano “elezioni comunali” e sono previste tra due anni!), poi il tentativo di cavalcare l’onda montante dell’antipolitica di matrice grillina, buttando a mare i partiti “e le loro liturgie” per affidarsi a “giovani” e a “persone di buona volontà”, evocando un “sindaco-commissario che possa decidere e non sia condizionato dai partiti” (quello in carica oggi evidentemente “non può decidere” ed è “condizionato dai partiti”: ergo, dimissioni) .
Difficile dire se faccia più rabbia, tristezza o tenerezza l’apologia dell’antipolitica recitata da uno come Zacchera, che di tutti i privilegi della più deteriore casta dei partiti (quella del ventennio berlusconiano) è la massima e perfetta incarnazione cittadina. Senza scordare che nel 2009 Zacchera ha impostato la sua campagna elettorale da candidato-sindaco esasperando il conflitto ideologico-politico con l’obiettivo ostentato di porre finalmente termine ai “sessantaquattro anni di comunismo” (!?). E senza scordare la iattanza con la quale lo stesso Zacchera si impegnava a fare piazza pulita di una tradizione politico-amministrativa “iniziata il 2 maggio del 1945”.
In quella data divenne sindaco il socialista Vincenzo Adreani. Dopo il fascismo e la guerra, il Sindaco della Liberazione. A quella data noi vogliamo invece riannodare il filo spezzato della storia politica di Verbania, rimarginando la ferita inferta alla città dal fantastico ciclo amministrativo che s’avvia mestamente alla conclusione.