TAR, VIDEOGIOCHI E BUONE PRATICHE

Verbania torna sulla ribalta nazionale per la vicenda della regolamentazione oraria dei videogiochi. Una decisione coraggiosa assunta dal Centrosinistra per tutelare le fasce più deboli dalla dipendenza da gioco, purtroppo vanificata dalla sentenza del Tar.

L’articolo di Gian Antonio Stella pubblicato lo scorso 23 marzo sulla prima pagina del Corriere della Sera ha riproposto con un grande impatto mediatico il delicatissimo problema dei disastri causati dalla dipendenza da gioco, portando nuovamente alla ribalta giornalistica nazionale il “caso Verbania”. Non sarà pertanto oziosa qualche succinta considerazione.

Innanzitutto un po’ di chiarezza. S’è parlato a sproposito di “ordinanza” del sindaco e di “supermulta” inflitta dal Tar. Le cose stanno diversamente: nel maggio 2005 il Consiglio Comunale approvava, a larga maggioranza, il Regolamento per videogiochi, sale giochi, e trattenimenti musicali presso i pubblici esercizi (deliberazione n. 86 del 30 maggio e successive integrazioni), all’interno del quale l’attivazione delle macchinette mangiasoldi era limitata alla fascia oraria 15-22. La limitazione oraria fu impugnata dinanzi al Tar dalla società fornitrice dei videogiochi e circa un anno fa la causa si è chiusa con l’annullamento del limite orario imposto dal Comune; la società fornitrice ha quindi avviato una causa civile per ottenere il pagamento dei danni economici subiti per la mancata attivazione full time delle slot, chiedendo al Comune oltre 1,3 milioni euro. La causa è stata avviata e se ne conoscerà l’esito tra qualche tempo.

In questa sede è giusto ricordare che la decisione assunta allora dal Comune (Giunta di Centrosinistra) maturò dopo un lungo e proficuo confronto tra l’Amministrazione, l’Asl (Servizio contro le Dipendenze) e la Prefettura, con l’obiettivo di tutelare le fasce giovanili da una precoce dipendenza dal gioco e di ridurre il cosiddetto “tempo di esposizione” della popolazione alle slot machine. La strada scelta dal Comune di Verbania (inserire una limitazione di orario all’interno della più ampia regolazione delle attività dei pubblici esercizi) fece scuola a livello nazionale, ma si scontrò contro l’ottusità della legge e l’interpretazione datane dal Tar Piemonte, non senza dare luogo in sede locale ad un’insulsa “coda” polemica dell’attuale Giunta contro la precedente. La situazione ora si è fatta molto difficile, anche se una recente sentenza della Corte Costituzionale sembra riaprire uno spiraglio per l’azione di limitazione delle sale-gioco da parte degli Enti Locali.

Ultima considerazione. Il Regolamento che prevedeva la limitazione oraria delle slot va considerato all’interno delle molte buone pratiche amministrative che tra il 2004 e il 2009 hanno fatto conoscere il “caso Verbania” in tutt’Italia: LiberoBus, il primato nazionale nella raccolta differenziata, il primo posto di Ecosistema Urbano, il progetto di “Verbania connettiva”, il nuovo teatro cittadino… Una stagione ormai passata. Purtroppo.

[leggi qui il documento diffuso dalle Associazioni contro al dipendenza da gioco sul “caso Verbania”]

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