UN ERRORE POLITICO GRAVISSIMO CHE RECLAMA DIMISSIONI

Il “caso Di Girolamo” riporta sindaco e città sui giornali, ma ne avremmo fatto volentieri a meno. Errori politici in serie, “fuoco amico”, scontri in Maggioranza: a quando un soprassalto di consapevolezza?

La vicenda della candidatura del senatore Nicola Di Girolamo, del Pdl, per il quale la magistratura ha chiesto l’arresto in relazione a fatti di riciclaggio e di ‘ndrangheta, è terribilmente seria. E lo è per la nostra città, trascinata sulla ribalta mediatica nazionale dal fatto di avere per sindaco l’esponente politico che ha avuto un ruolo centrale nel candidare nella Circoscrizione Europea del Senato quello che poi sarebbe diventato il senatore Di Girolamo.

Stiamo ai fatti. Sui giornali nazionali e sulle tv Zacchera è stato indicato dai suoi compagni di partito come l’unico responsabile della candidatura di Di Girolamo. Berlusconi in persona, al Tg2 serale del 26 febbraio, ha affermato che il Di Girolamo “non è stato portato da Forza Italia, ma da un responsabile di AN [ovvero Zacchera] che non ho il piacere di conoscere”.  E poi giù legnate dai compagni di partito Gasparri e Augello attraverso il Corriere della Sera e il Tg3: “Zacchera poteva stare più attento….Certo Zacchera poteva fare scelte più oculate..”. Insomma, da Berlusconi a Gasparri sino ad altri esponenti del PdL, tutta la responsabilità della candidatura di Nicola Di Girolamo viene graziosamente rovesciata addosso al deputato/sindaco di Verbania. Colpevole di leggerezza, superficialità, disattenzione, trascuratezza. L’unico.

Il quale non può fare altro che confermare: “Qualcuno mi indicò Di Girolamo – risponde Zacchera al giornalista de La Stampa Mattia Feltri – ma francamente non ricordo chi”. Non ricorda? Gli domanda stupito il giornalista. E no, Zacchera non ricorda perché la candidatura di Di Girolamo “era inutile…sì andai nel suo studio. E non cercavamo Einstein e Galilei: per essere un candidato destinato alla trombatura, andava più che bene”. E al Corriere della Sera: “Sì, l’ho messo io…Tra i nuovi, Di Girolamo ci sembrava il migliore..”.  Dunque, se a Palazzo Madama c’è un senatore di cui la magistratura chiede l’arresto per fatti di ‘ndrangheta e riciclaggio, lo dobbiamo anche a Zacchera, il cui contributo è stato determinante per l’inserimento nelle liste PdL. Non sappiamo se sia stato inserito perchè “tanto era destinato alla trombatura” o perché “tra i nuovi ci sembrava il migliore”. Ma è stato inserito ed è diventato senatore. Come abbia preso i voti, ce l’hanno spiegato i giornali in questi giorni.

A noi invece piacerebbe molto che Zacchera facesse uno sforzo di memoria per cercare di ricordare chi fu quel “qualcuno” che gli indicò il Di Girolamo come possibile candidato; o qual è il gruppo dei “nuovi” tra i quali Di Girolamo “sembrava il migliore”. Perché riesce davvero difficile credere che, di punto in bianco, “sia comparso il nome di Di Girolamo; aveva mandato un curriculum con la disponibilità a candidarsi”. ‘Sto nome, quale prestidigitatore l’ha fatto comparire? E quando? E dove? E come l’ha mandato Di Girolamo il curriculum? Via fax? Basta così poco per trovarsi in lista al Senato? Ma noi attendiamo fiduciosi il ritorno della memoria.

Una valutazione a questo punto s’impone. Zacchera su questa vicenda ha compiuto un grave errore politico, che gli viene rinfacciato pubblicamente innanzitutto dai suoi compagni di partito. Così come un indimenticato, grave errore politico da prima pagina compì nel 2001, quando poche ore dopo il delitto di Novi Ligure, che i due assassini, Omar ed Erica, tentarono di scaricare su “bande di slavi”, se ne uscì – per cavalcare il furore xenofobo – con un comunicato stampa sugli slavi “storicamente e geneticamente avvezzi” all’omicidio. Enzo Bettiza su La Stampa gli dedicò un articolo durissimo: “Possa il Signore perdonare il signor Zacchera per quello che afferma e pensa”. Per carità di patria sorvoliamo su altri gravi episodi di politica locale, come la vicenda delle “valigette” durante le elezioni comunali del 1999 o le considerazioni critiche sulla medaglia d’oro al merito civile consegnata alla città dal Presidente Ciampi nel 2005.

Verbania in questi anni ha conquistato più volte le prime pagine nazionali: per il primato nella raccolta differenziata, per LiberoBus, per il primo posto in Eco Sistema Urbano, per il terzo posto come capoluogo di provincia più sicuro, per il primo posto come città del Centro-Nord con le minori tasse comunali… Adesso, cambiata l’Amministrazione e in attesa che la grande stampa continentale, ammirata, ci consacri “capitale dei laghi europei”, siamo tornati sui media nazionali per il caso Di Girolamo, rinverdendo i fasti di Novi Ligure.

Gli errori politici si pagano, soprattutto se gravi e reiterati. In una manciata di giorni Zacchera è stato bacchettato dal senatore leghista Montani, che a mezzo stampa ha evocato la figura del “podestà”; un Berlusconi  imbarazzato l’ha relegato nel cono d’ombra del reprobo che l’ha fatta grossa: un responsabile di AN che lui neppure conosce; il capogruppo Pdl al Senato, Gasparri, l’ha rimproverato dalle tv nazionali: “deve stare più attento”, in ciò imitato dal deputato “finiano” Augello; la Lega Nord gli ha dato pubblicamente l’aut-aut su teatro e Liberobus; persino il suo vice “padano” De Magistris si permette di ironizzare dalle colonne dei giornali, e con elegante litote sostiene che “Zacchera non è un artista del gioco di squadra”. Cosa avrà voluto dire?

Ma quanto “fuoco amico” deve ancora subire quest’uomo prima che alla mente s’affacci la provvidenziale idea delle dimissioni?

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