VCO: DIECI ANNI DI DESERTO PROGETTUALE di Claudio ZANOTTI

Tra il 1985 e il 2009 nel Verbano Cusio Ossola e nella città di Verbania attori sociali e decisori politici hanno immaginato, progettato e gradualmente realizzato lo sviluppo del territorio inserendo le scelte all’interno di un quadro progettuale costruito attraverso un grande sforzo di pianificazione condivisa. La crisi in cui si dibatte da una decina d’anni la nostra provincia è figlia anche della caduta di una visione progettuale d’insieme

Proseguendo nella riflessione sulle questioni innescate dall’emergenza del coronavirus (abolizione delle Regioni, potenziamento delle Province, accorpamento dei Comuni nel Vco, lotta all’evasione, convogliamento del risparmio privato, spostamento della tassazione dal lavoro a rendita/patrimonio, rivoluzione/responsabilizzazione del pubblico impiego…) da leggere qui e qui, è tempo di dedicare qualche riga alla lettura delle dinamiche e delle problematiche socio-economiche del nostro territorio.

In questo forzo di indagine si riconosce la funzione eminente della politica, che è forse tempo di emancipare dall’arena degradata dei social, dal post compulsivo e dalla pratica del fake, restituendola alla dimensione che le è propria: quella della razionalità. E’ ormai consapevolezza largamente condivisa che il periodo 2010-2019 sia stato per il Vco in sostanza un decennio perso; e che sia stato perso per il concomitante affermarsi di due fattori negativi: le ricadute locali della grande crisi economico-finanziaria iniziata nel 2009 e il fallimento completo della stagione di governo (in Regione, in Provincia, nel Comune di Verbania e in molti altri Comuni) della coalizione destro-leghista tra il 2009 e il 2014. La desertificazione generatasi in quel terribile quinquennio non è stata riassorbita negli anni successivi. Basterà a questo proposito ricordare l’evaporazione dell’istituzione-Provincia, travolta dal dissesto finanziario innescato dall’affaire dei canoni idrici, dalle incomprensioni con la Regione e dagli effetti nefasti della non-riforma Delrio, l’impasse della malriuscita riforma delle Unioni dei Comuni, la sterile e controversa querelle sull’ospedale unico provinciale a Ornavasso, la chiusura a riccio dei Comuni grandi e piccoli entro la propria cinta daziaria.

Un segno eloquente delle crisi generale del territorio è a nostro giudizio rintracciabile nella scomparsa pressoché totale di ogni tentativo di pianificazione, progettazione e programmazione dello sviluppo del Vco da parte degli attori socio-economici (associazioni, categorie, istituzioni) e dei decisori politici (partiti, amministratori). Qualche breve cenno sarà sufficiente a far conto della fondatezza di questa analisi.

Nel quarto di secolo compreso tra la metà degli anni ’80 e la fine del primo decennio degli anni 2000 il Vco ha realizzato uno sforzo imponente di analisi e di studio, che si è tradotto in una significativa attività di pianificazione e di progettazione territoriale cui hanno fatto seguito importanti risultati concreti. Punto di partenza di questo lavoro collettivo fu lo studio (1984) curato da Nando Dalla Chiesa, Per un recupero della imprenditorialità nel VCO – cause della crisi e ipotesi di soluzione. Voluto dalla Provincia di Novara nel momento più drammatico della crisi irreversibile del tessuto macroindustriale dell’allora Alto Novarese, esso costituisce ancora oggi un esempio straordinariamente riuscito di analisi socio-economica corredata da puntuali indicazioni operative. Da quello studio e dalla successiva azione politico-amministrativa si originarono iniziative che, considerate oggi, paiono inarrivabili: tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 si assiste alla riconversione e al rilancio dell’area ex Montefibre (Acetati e Italpet), alla costituzione della nuova Provincia, al recupero di numerose aree industriali dismesse attraverso la società Saia, alla costruzione dell’autostrada e della superstrada dell’Ossola, alla realizzazione del Tecnoparco del Lago Maggiore, all’ammodernamento e al potenziamento della sanità ospedaliera provinciale nelle tre Ussl d’allora; dalla metà degli anni ’90 alla fine del successivo decennio prendono corpo la soluzione tecnologicamente razionale e ambientalmente virtuosa del problema dei rifiuti (inceneritore e termovalorizzatore di Mergozzo, raccolta differenziata), del ciclo idrico e della qualità delle acque dei laghi (collettori e strutture fognarie, rete dei depuratori, società di gestione), le iniziative più o meno riuscite di Tecnoverde, di Arsuni Vco e di NisLabVco, il risanamento finanziario e gestionale del trasporto pubblico locale (Aspan, Vco Trasporti), l’eccellenza nazionale di Verbania capoluogo nelle classifiche di qualità (Ecosistema Urbano, edilizia scolastica, LiberoBus, efficienza dei servizi), la progettazione definitiva della grande circonvallazione di Verbania, la riforma dell’organizzazione sanitaria con l’ambizioso e lungimirante progetto dell’Ospedale Unico Plurisede (qui).

Accompagnano questo processo di ammodernamento e di potenziamento le attività di pianificazione, progettazione e programmazione in grado di coinvolgere gli attori più significativi del territorio. Sul piano provinciale o di area vasta sovracomunale si realizzano il Piano Strategico 2003-2007 della Camera di Commercio, poi aggiornato per il quadriennio 2008-2012 (qui); il Piano strategico dell’Area dei Laghi (2006, qui, qui) sfociato poi nel Piano Integrato Sviluppo Locale dei Comuni della conurbazione (2007, qui); il Programma Territoriale Integrato (2008, qui e qui). Non certo di minore importanza per la programmazione dell’azione politico-amministrativa nel capoluogo sono stati i Rapporti sullo Stato dell’Ambiente della città di Verbania del 2003 (qui) e del 2008 (qui): i dati, i documenti, il molto materiale raccolto, organizzato e analizzato soni stati di grande utilità per orientare le scelte degli amministratori locali, finalmente in grado di operare sulla città con piena cognizione di causa.

Il lavoro di progettazione condivisa e integrata elaborato nei primi anni 2000 è stato dimenticato nel decennio successivo. Le Amministrazioni, che oggi chiameremmo di destra sovranista, subentrate nel 2009 a quelle di Centrosinistra hanno in pochi anni azzerato un patrimonio di conoscenze e di esperienze e hanno smontato pezzo per pezzo un disegno razionale del territorio provinciale costruito con fatica nell’arco di un quarto di secolo. Un tentativo di riprendere la pratica virtuosa della pianificazione strategica d’area è stato avviato nel 2015 dai Comuni della cosiddetta area dei laghi, ma il lavoro si è purtroppo arenato dopo la creazione di un portale internet.

Oggi la scena politico-amministrativa del Vco si presenta vuota di progettualità e l’unica questione di grande rilievo di questi anni, cioè la localizzazione e la realizzazione di un nuovo ospedale unico provinciale, si trascina dal novembre 2014 in un crescendo di indecisioni e di lacerazioni paralizzanti. In attesa che qualcuno, auspicabilmente nell’area politica di Centrosinistra, metta all’ordine del giorno riforme di riassetto istituzionale delle autonomie locali tanto radicali quanto indifferibili (noi abbiamo proposto l’abolizione dell’attuale istituto delle Regioni, il potenziamento delle Province e l’irrobustimento demografico e territoriale dei Comuni mediante fusione), ci permettiamo in queste sede di avanzare due proposte molto, molto più semplici, che potrebbero aiutarci a ripartire:

  • la predisposizione di un progetto di pianificazione territoriale del Vco (o almeno di una o più subaree omogenee, come quella dei Laghi o quella della Media Ossola) che abbia come orizzonte i prossimi dieci anni e che sia in grado di replicare i buoni risultati delle precedenti stagioni di progettualità condivisa;
  • la redazione a Verbania di un nuovo, aggiornato e completo Rapporto sullo Stato dell’Ambiente sulla falsariga di quelli costruiti tra il 2003 e il 2008, che fornisca una fotografia attendibile della città e aiuti decisori politici e attori sociali a costruire un programma di azioni attraverso il quale possa prendere gradualmente forma il nuovo profilo della nostra comunità cittadina.
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