VERBANIA E IL CAMBIAMENTO di SANDRO BIZZOZERO

Tutte le contraddizione di un “cambiamento” che proprio le dichiarazioni degli attuali amministratori fanno emergere in maniera evidente. Quando la coerenza non è più una virtù.

Cosa significa cambiare una città? Per qualcuno significa avere una idea chiara e condivisa degli obiettivi da raggiungere e dei mezzi per farlo, lavorando uniti per realizzare quanto proposto agli elettori. Per qualcun altro può significare prendere delle decisioni  senza un disegno preciso ne una volontà comune, dettate più da ragioni politiche e di propaganda che dalla volontà di realizzare un chiaro progetto concordato con gli elettori.

L’occasione per verificare a quale dei due casi sia attualmente riconducibile Verbania ci viene dall’incontro pubblico “Cambia Verbania”, avvenuto giovedì 24 febbraio scorso a Intra. L’evento era organizzato dal solo PDL, così come del solo PDL erano i rappresentanti della Giunta incaricati di illustrare al pubblico il futuro della città. In una delle rare occasioni in cui la Giunta rendeva conto pubblicamente del  proprio operato (attività considerata inutile dal Sindaco, che proprio in questa occasione rivendicava con orgoglio la soppressione degli strumenti di informazione previsti dalla passata amministrazione), la mancanza della componente leghista sembrava indicare simbolicamente (e non solo) che il futuro previsto dalla Lega non dovesse coincidere con quello che si apprestavano a descrivere i compagni di Giunta.

Cosa questo futuro prevede,  è stato chiarito in fretta dal Sindaco che, evitando di soffermarsi sulla spinosa questione Acetati, ha annunciato le sue dimissioni in caso di mancata concessione del finanziamento PISU per il centro polifunzionale (ex teatro), sostenendo che ciò avrebbe significato l’impossibilità di cambiare Verbania. Questa affermazione, ripetuta più volte e di sicuro effetto mediatico, ad una più attenta riflessione suscita però  qualche dubbio sull’operato dell’attuale amministrazione. Prescindendo dal reale effetto che il centro polifunzionale avrebbe su Verbania, se la mancata concessione del finanziamento PISU implica per il Sindaco l’impossibilità di cambiare la città, vuol dire che l’opera non potrebbe essere realizzata senza il denaro della Regione.

Il progetto però è stato approvato e propagandato dal Sindaco ben prima che fosse previsto il finanziamento PISU, quindi sembrerebbe emergere che l’opera non poteva essere realizzata neanche in quel momento. Questo spiegherebbe perché non è mai stato reso pubblico un Business Plan che illustrasse  come il centro polifunzionale potesse ripagarsi. Il sindaco si è infatti affannato a spiegare come, in virtù del finanziamento dell’opera da parte della Regione, il piano non sarebbe necessario, non essendoci ammortamenti e costi finanziari da sopportare da parte del comune. Se questo, nella più ottimistica delle ipotesi, può valere ora, alla luce del possibile finanziamento PISU (e non è detto che sia così, dato che il finanziamento copre solo parte dei costi), di sicuro non valeva un anno fa, quando l’ipotesi PISU ancora non esisteva.

A Verbania è quindi stato approvato il progetto di  un mastodontico centro polifunzionale del quale non si è mai accennato in campagna elettorale (pur essendo assurto ora ad emblema del cambiamento della città), proposto  da una parte della Giunta e accettato a malincuore dall’altra, senza che se ne sia mai analizzata  la capacità di produrre reddito e quindi di ripagarsi (cosa a cui anche la Lega stranamente è sembrata disinteressarsi).

Ed ora si ammette implicitamente che senza il denaro della Regione non si potrebbe neanche costruire. Sarebbe opportuno tornare a porsi la domanda iniziale: cosa significa camb55iare una città?

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