VERBANIA NEL PARCO DELLA VALGRANDE. QUANDO E COME

E’ ragionevole inserire entro i confini del parco nazionale della Valgrande una porzione ampia e significativa della nostra città, compresa tra il motto di Unchio, il San Bernardino e una parte del Monterosso.

Ritorno di fiamma per l’inserimento di porzioni del territorio del Comune di Verbania nel Parco Nazionale della Valgrande. In una recente riunione della Commissione urbanistica è stata annunciata l’intenzione di chiedere ai Comuni del Parco l’inserimento nei confini dell’area protetta di un “canale ecologico” che dal ponte Casletto scende sino all’abitato di Cossogno e da lì raggiunge il motto di Unchio, in Comune di Verbania. L’ipotesi è tutt’altro che nuova: già alla fine del 2004 l’Amministrazione cittadina di Centrosinistra aveva formalmente avanzato una soluzione analoga, che però l’Assemblea dei Comuni del Parco Valgrande non avevano mai accolto. Oggi la proposta rinasce, ma non si sa con quali effettive possibilità di successo.

In attesa di capirne qualcosa di più, è però necessario ribadire che una presenza del Comune di Verbania nel Parco non può ridursi alla sola e assai marginale porzione del motto di Unchio. La nostra città deve stare nel parco con una porzione significativa di territorio, in grado di costruire una continuità fisica tra il lago e il suo grande retroterra montano. Per questa ragione la delimitazione del “corridoio ecologica” Ponte Casletto-Motto di Unchio è  opportuno che scenda sino a comprendere il corso del San Bernardino dal cosiddetto “ponte romano” sino a ridosso del Plusc e da lì risalire per ricomprendere l’intero versante settentrionale del Monterosso e quello meridionale a partire da una certa quota altimetrica.

Una scelta di questi tipo permetterebbe non solo di caratterizzare in maniera ampia e riconoscibile una parte del territorio cittadino come area ambientale protetta di pregio, ma anche di favorire quella valorizzazione del Monterosso di cui abbiamo recentemente parlato su queste pagine (cfr. https://www.verbaniasettanta.it/?p=3576), grazie alla presenza e all’azione del personale del parco nazionale. E se son rose, fioriranno.

 

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