VILLA SAN REMIGIO. LA REGIONE VUOLE VENDERLA!

Cota e soci pur di far cassa stanno pensando di vendere Villa San Remigio. Sarebbe un delitto, anche perché ci sono 4,8 milioni di euro da utilizzare per il suo recupero.

La Regione Piemonte intende mettere in vendita Villa San Remigio. La notizia, che ha purtroppo trovato qualche conferma in ambito regionale, è pessima. La Villa, pervenuta nella disponibilità pubblica alla fine degli anni ’70 grazie alla generosità della contessa Bonacossa e alla lungimiranza del Comune di Verbania, costituisce un bene di straordinario valore paesaggistico, ambientale e botanico e si configura come una proprietà inalienabile, anche in considerazione dell’estesa contiguità con l’inestimabile proprietà pubblica (statale, in questo caso) di Villa Taranto. E infatti soltanto un’Amministrazione Regionale come quella rappresentata dalla Giunta Cota poteva concepire l’idea assurda della cessione a privati per “fare cassa”.

Mentre il Centrosinistra già annuncia che si opporrà con ogni mezzo alla ventilata alienazione, è opportuno fare un po’ di chiarezza su un’altra questione legata alla Villa: il progetto di riqualificazione dell’intero compendio (ad eccezione dell’immobile principale) finanziato con un Accordo di Programma per quasi 4,8 milioni di euro dalla Regione (2,5 milioni), dalla Fondazione Cariplo (1,5 milioni), dal Comune (500.000 €) e dalla provincia (250.000 €). In questi giorni il PdL, con in testa il presidente della Provincia Massimo Nobili (cfr. articoli qui di seguito), ha tentato di gettare sulla precedente Amministrazione Comunale di Centrosinistra la responsabilità della mancata attuazione di quel progetto, per il quale la Fondazione Cariplo a fine novembre ha definitivamente revocato il cospicuo finanziamento accordato nel lontano 2001. Bugia grossolana, subito smascherata: serviva a coprire la consueta inerzia di Zacchera, che in due anni e mezzo non ha fatto avanzare di un centimetro la pratica precedentemente avviata.

Vediamo brevemente cos’è successo. Nel 2001 la Fondazione Cariplo finanzia per 1,5 milioni un progetto “emblematico” proposto da Regione, Comune e Provincia: riqualificare e sistemare i giardini e gli immobili “minori” del compendio di Villa San Remigio, con l’obiettivo di farne un Centro di studio, di documentazione e di didattica sul paesaggio e sulla cultura del “giardino” dei laghi prealpini. Grande rumore mediatico, grandi risorse regionali promesse (4 milioni); poi, fragoroso silenzio per tre anni della Giunta Ghigo. La cosa torna a muoversi tra 2004 e 2005, quando a Verbania e a Torino governa il Centrosinistra. Con molta fatica il Comune mette insieme i quattro interlocutori e a fine 2005 viene approvato dal Consiglio Comunale l’Accordo di Programma; la Regione scende da 4 a 2,5 milioni, ma il “pacchetto” resta cospicuo. La firma dell’Accordo viene però materialmente apposta dai sottoscrittori solo un anno dopo (potenza della burocrazia!): la Regione si impegna a far redigere il  progetto, mentre spetterà al Comune mandarlo in appalto e curare l’esecuzione dei lavori.

Passa il 2007, passa il 2008, passa il 2009, ma il progetto non arriva. Tra 2009 e 2010 PdL e Lega Nord conquistano Comune, Provincia e Regione, ma nulla si muove. A fine 2010 sembra che il progetto sia in dirittura d’arrivo entro la metà del 2011, ma nulla succede. Succede invece che qualche settimana fa la Fondazione Cariplo revoca il finanziamento per manifesta incapacità a realizzare l’opera. E infatti sono passati dieci anni.

Le colpe? Enormi quelle dalla Giunta Ghigo, che tra 2002 e 2005 resta immobile. Grandi quelle  della Giunta Bresso, che fa partire l’Accordo ma poi perde anni per la redazione del progetto. Molto grandi quelle della Giunta Cota, che non riesce a portare a conclusione la stesura del progetto avviata dalla Giunta Bresso.

E così anche le piccole bugie di Massimo Nobili e i grandi sonni di Zacchera sono serviti.

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