ZUZZURRO, UN ATTORE CHE HA AMATO LA NOSTRA CITTA’

E’ stata davvero un’esistenza ricca e preziosa quella di Andrea, se di un uomo di così grande talento e di così vasta e meritata popolarità, a coloro ai quali egli ha concesso amicizia e familiarità restano come tratti indelebili della sua personalità la semplicità dei gesti, l’eleganza della parola e l’affabilità discreta con la quale avvolgeva ogni suo interlocutore.

E’ anche nostra – ossia della nostra città – la costernazione che s’è impadronita di molti, moltissimi Italiani alla notizia della morte di Andrea Brambilla. E lo è in un modo e con un’intensità particolarissimi, perchè quest’uomo colto, discreto ed elegante non è stato per noi soltanto un attore di teatro e un comico di straordinaria vivacità scenica. Andrea Brambilla, Zuzzurro, è stato un verbanese.

Lo è stato certamente per il vincolo che attraverso la moglie Pamela, nostra concittadina, abbiamo reciprocamente sentito crescere nel corso di questi anni, quando ci capitava di incontrarlo a passeggio per la contrada di Intra, da solo o con gli amici che la sua amabile affabilità aveva subito conquistato, in questa cittadina che talvolta si presenta diffidente e malmostosa.

Lo è stato per la naturalezza e la spontaneità con cui “abitava” i luoghi dell’ intresità più schietta e popolare, quelli che tra la via Baiettini e il corso XXV Aprile uniscono la coltelleria dell’arrotino Scalfi alla pasticceria dei fratelli Iori, passando per E altre cose, il bel negozio della moglie Pamela dove capitava spesso di incontrare Andrea, pienamente a suo agio nel cuore di un’Intra commerciale e artigiana che intorno a lui sembrava – come d’incanto – riprendere i suoni, i colori e le voci d’un tempo.

Lo è stato per la passione civile e la partecipazione intellettuale con le quali ha accompagnato l’intenso e faticoso lavoro di ideazione e di progettazione di un teatro civico nel cuore di Intra, in quella Sassonia operaia che con il nuovo teatro, la riqualificazione della piazza e il recupero integrale dell’ex Camera del Lavoro avrebbe visto finalmente realizzato il suo destino di cuore sociale e culturale della città e di “cerniera urbanistica” tra Intra e Pallanza. Non stupisce quindi che un uomo di teatro e di cultura come Andrea abbia immeditamente colto l’importanza di un progetto così ambizioso, sostenendolo con la sua azione e la sua testimonianza.

E’ stata davvero un’esistenza ricca e preziosa quella di Andrea, se di un uomo di così grande talento e di così vasta e meritata popolarità, a coloro ai quali egli ha concesso amicizia e familiarità restano come tratti indelebili della sua personalità la semplicità dei gesti, l’eleganza della parola e l’affabilità discreta con la quale avvolgeva ogni suo interlocutore.

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