OSPEDALI E SANITA’: VERBANIA ALL’ANGOLO O PROTAGONISTA? di Claudio ZANOTTI

Il coup de théâtre del voto con il quale l’Assemblea dei Sindaci dell’Asl lo scorso 1 luglio ha rigettato il Piano di riorganizzazione proposto dalla Regione rivela plasticamente lo stato marasmatico in cui versano i rapporti tra le istituzioni locali e la Regione…. Tra opzione-Domo, opzione-Ornavasso e opzione-Piedimulera, la città di Verbania ha la possibilità di tornare protagonista con due ipotesi di lavoro razionali e coraggiose.

Se è vero che ormai da qualche anno la sola categoria utile a leggere le contorsioni della sanità ospedaliera del Vco è quella del pessimismo della ragione, il coup de théâtre del voto con il quale l’Assemblea dei Sindaci dell’Asl lo scorso 1 luglio ha rigettato – senza discuterne il merito – il Piano di riorganizzazione proposto dalla Regione (cfr. qui) ci rafforza in questa convinzione e rivela plasticamente lo stato marasmatico in cui versano i rapporti tra le istituzioni locali e la Regione. Andando subito al sodo: l’Assemblea dei Sindaci, dopo aver bocciato – a larga maggioranza e in via preliminare – il piano di riorganizzazione degli ospedali esistenti, si è espressa per un nuovo ospedale provinciale, chiedendo alla Regione di assumersi in via esclusiva la responsabilità di individuare il sito. Così votando, i rappresentanti dei Comuni hanno spazzato via vent’anni di retorica intessuta di “bisogna coinvolgere il territorio…ecc. ecc.”, “gli amministratori devono assumersi la responsabilità…ecc. ecc.”,è necessario ascoltare la gente...ecc. ecc.”, “è indispensabile il confronto…ecc. ecc.”. Tutto finito: adesso deciderà la Regione. Forse. E sarà davvero interessante osservare cosa deciderà la Regione, visto che sul piatto ci sono oggi quattro opzioni.

Prima opzione: ospedale nuovo a Domodossola. Si tratta – in linea di principio – della soluzione più probabile, visto che l’Amministrazione destro-leghista di Cirio ne ha sposato la realizzazione nell’autunno 2019, dettagliandone due anni dopo i contenuti con un documento che si può leggere qui. Soluzione pessima sotto ogni punto di vista, per le ragioni già abbondantemente illustrate qui e qui.

Seconda opzione: ospedale nuovo a Ornavasso. Dell’ospedale “collinare” di Ornavasso, votato dall’Assemblea dell’Asl nell’autunno del 2015, esiste un progetto approvato dalla Regione e un robusto finanziamento statale. Prescindendo dalle contraddizioni e dalla debolezza di quella proposta (cfr. qui), non sembra possibile che la Giunta regionale Cirio-Preioni si rimangi la solenne bocciatura riservata al “collinare”, vero e proprio cavallo di battaglia del Pd in questi anni, riattivando come se niente fosse l’iter di un progetto cancellato dopo la vittoria delle Destre nelle Regionali del 2019.

Terza opzione: ospedale nuovo a Piedimulera. Torna carsicamente nelle confuse logomachie di queste settimane la suggestione di riprendere il progetto elaborato nel 2002 (vent’anni fa!) dalla Giunta Ghigo, che scatenò per inconsistenza dei contenuti (cfr. qui) e per la tracotanza politica che lo ispirava una vera e propria sollevazione a livello provinciale, di cui le Destre pagarono il prezzo nelle elezioni amministrative del 2004. Oggi la Regione, guidata da una maggioranza affine a quella del 2002 e legittimata dal voto del 1 luglio a scegliere in piena autonomia, potrebbe riesumare la localizzazione d’allora, magari cercando di renderla più digeribile.

Quarta opzione: tirare a campare. E’ l’opzione – in linea di fatto – più probabile: dopo avere creato negli ultimi tre anni uno sconquasso inimmaginabile, che ha lacerato il territorio e bruciato in successione almeno tre proposte di riassetto ospedaliero, e a meno di due anni dalle elezioni amministrative, la Regione non sembra avere la forza, il coraggio e l’interesse di esporsi con una proposta di localizzazione dell’ospedale nuovo e unico.

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E Verbania? Allo stato attuale dei fatti, la città più popolosa e capoluogo della provincia sembra tagliata fuori dai giochi. Mai in questi anni è stata ipotizzata – e la cosa è tanto sorprendente quanto incomprensibile – la realizzazione del nuovo ospedale unico all’interno del territorio comunale, mentre la decisione di respingere a scatola chiusa il Piano di riorganizzazione di “Castelli” e “San Biagio” recentemente presentato (qui e qui alcune valutazioni) rischia di mantenere indefinitamente l’ospedale cittadino in condizioni davvero insostenibili. Se l’unica decisione che la Regione deve assumere (per di più in solitaria) è quella della localizzazione del nuovo ospedale provinciale ragionando sulle opzioni via via avanzate e formalizzate nell’ultimo ventennio (Piedimulera, Ornavasso, Domodossola), Verbania non avrà né ospedale nuovo provinciale, né ospedale “Castelli” potenziato/riqualificato. Forse va bene così, ma chi scrive non ne è per nulla convinto.

Ipotesi ospedale nuovo Fondotoce-Gravellona. A far tempo addirittura dal 2006 (cfr. qui) da queste colonne virtuali abbiamo proposto di realizzare il nuovo ospedale provinciale nella piana tra Fondotoce e Gravellona, nell’area qui sotto evidenziata (cfr. qui, e qui).

A circa un km si trovano lo svincolo autostradale (a ovest) e la stazione ferroviaria (a est), mentre sulla statale 34 transitano e intersecano le fermate i mezzi delle più importanti linee di trasporto pubblico locale (Verbania-Omegna, Verbania-Domodossola, Verbania-Stresa-Arona-Novara, Domodossola-Stresa-Arona-Novara, Verbania-Cannobio, Verbania-Piancavallo..). Dal punto di vista urbanistico il sito è in classe II di pericolosità geologica, per almeno 70.000 mq, e parzialmente soggetto a vincolo idrogeologico non boscato, tutto quindi edificabile, e dispone di un’altra area adiacente, sempre pianeggiante, in classe IIIa, inedificabile e soggetta a vincolo ambientale, ma utilizzabile a parco per almeno altri 80.000 mq, fino al fiume Toce; la prima zona, ben esposta a Sud, e di dimensioni pari, tanto per intenderci, a quella del nuovo ospedale di Legnano (74.000 mq e 550 posti letto), può essere utilizzata mediante variante urbanistica senza particolari difficoltà (già ora l’area è compatibile “per le sedi di istituzioni dello Stato”).

Per quanto concerne la baricentricità, credo sia ormai indubitabile che un ospedale di rilevanza provinciale debba sorgere nel “baricentro demografico” del Vco (cfr. qui una disamina completa e definitiva dell’argomento) e dunque all’interno di un’area “conurbata”. E poiché le “aree conurbate” del Vco sono due (asse Verbania-Gravellona-Omegna e asse Villa-Domo-Crevola), o qua o là. Dati oggettivi, ragionevolezza e buon senso dicono Verbania-Gravellona-Omegna. Lungo questo asse si registrano il maggior numero di residenti (105.000 contro 54.000), il maggior afflusso turistico (2.500.000 presenze/anno contro 203.000) e la maggiore concentrazione di infrastrutture e di servizi di viabilità/trasporto (svincolo autostradale, confluenza delle statali 33 e 34 e della strada provinciale 229, stazione ferroviaria di Verbania, passaggio di tutte le più importanti linee di trasporto pubblico locale).

Ipotesi potenziamento “Castelli”. Il Piano di riorganizzazione dei due ospedali “storici” è stato – come s’è detto – spazzato via da un’Assemblea che ha ormai esaurito pazienza e freddezza e che la politica non riesce più a ispirare. Eppure quella proposta, deludente e inattuale per il sottostante disegno di ritornare agli ospedali per poli (prevalentemente chirurgico Domo, prevalentemente medico Verbania) poteva offrire una base utile di confronto, se fosse stato esplicitamente dichiarato l’obiettivo che si intendeva raggiungere. Ad esempio quello di ripristinare una sostanziale “pari dignità” tra i due nosocomi, costruendo le condizioni tecniche, strutturali, impiantistiche e organizzative per assicurare anche al Castelli quelle prestazioni chirurgiche ad “alta intensità di cura” (Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, Chirurgia) previste solo per il San Biagio. Si trattava dunque di lavorare il materiale grezzo e approssimativo della proposta dell’Asl, operando una vera e propria torsione da un improponibile modello “per poli” a un ambizioso modello di ospedali integrati ed entrambi dotati dell’alta intensità di cura chirurgica. Insomma, il modello ancora attuale di Ospedale Unico Plurisede.

Ed è proprio attraverso la coraggiosa e razionale proposizione delle due ipotesi delineate che Verbania può uscire dall’angolo in cui oggi si trova, tornando a svolgere il ruolo che le compete come città capoluogo della provincia.

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4 risposte a OSPEDALI E SANITA’: VERBANIA ALL’ANGOLO O PROTAGONISTA? di Claudio ZANOTTI

  1. marco zacchera scrive:

    Analisi lucida e condivisibile, ma finale contraddittorio: se semplicemente i sindaci si fossero sbagliati nel senso che – politicamente indirizzati – hanno bocciato l’ultima ipotesi regionale gli uni perchè in odio alla Lega e gli altri convinti così di tornare con l’ospedale a Domo?

    • Redazione scrive:

      Infatti al punto in cui siamo (decida la Regione la localizzazione) l’opzione Domo è in linea di principio la più probabile, perché è quella da subito sposata dalla Giunta Cirio. Bisognerà però vedere se ne avrà il coraggio, perché si tratta di una proposta pessima. Ed è assai verosimile che sindaci di area ossolana abbiano votato in assemblea proprio per conseguire l’obiettivo del nuovo ospedale a Domo. Se poi gli altri amministratori hanno votato in odio (politico) alla Lega, è difficile non riconoscere che i leghisti hanno fatto di tutto per alimentarlo.

  2. massimo scrive:

    Non concordo sulla parte in cui si evidenia una incapicià o perdita di lucidità da parte dei sindaci e sulla incapacità dell apolitica di indirizzare. la premessa deve essere che nessuno è esente da colpe sul tema sanità … ora l’obiettivo è quello di avere una sanità migliore di quella – disastrosa – in cui simao ora. ed è disastrosa per motivi contingenti ( scarsità di medici ed infermieri ) ma che oltre alla contingenza sono anche frutto della attuale situazione ( ospedale diffuso chiamiamolo così sul territorio ) . E sarebbe un grave errore considerare il tema sanità solo sul versante dell’opsedale perchè l’ospedale è solo un pezzo di un sistema sanitario diffuso molto importante in territorio come il nostro. una patologia grave in valle formazza o in valle cannobina la risolve con la tempestività della cura in loco poi arriva l’ospedale 8 e quindi tutto il tema della sanità territriale sulla quale mi sembra che le proposte sinao ancora più confuse ) . ma tornaimo al tema dell’ospedale … i sindaci negli ultimi anni – dal 2015 in poi – si sono espressi tre volte a favore dell’ospedale unico . Si ersa trovata una mediazione su ornavasso e la regione nell’ultima tornata l’ha rimessa in discussione. Dopo una pri a potesi a domodossola ( ora nei fatti scartata sembra di capire ) si rona ad una soluzione che non cambia nulla rispetto all’attuale aumentando qui è la un pò di posti letto con anche un pò di confuzuione tra reparti. quindi è legittimo che i sindaci dicano che si sono già espressi sull’argomenti, che c’era una soliuzione già trovata. peraltro gli stessi documenti regionali hanno più volte evidenziato ocme la soluzione dell’Ospedale unico fosse quella più oggettivamwnte interessante sul versante dei costi, della razionalità ecc. ora occorre che tutti la smettisamo sul tema di giocare ( con giravolte, tatticismi e prese di poszione che sarebbero quais ridicole se non fossero triasti 9 e – sulla base delle inidcazioni dei tecnici, sulla base delle risultanze de della iniicdenza della malattia, si prendesse una volta tanto una decisione nell’interesse della qualità della cure e della salute dei cittadini perchè finora così non è stato … ed allora si vedrà – perchè questi dati sono a disposizione di utti quelli che vogliono andare oltre Facebook – che le decisoni prese negli ultimi anni non sono poi così campate in aria. Quello che è triste è che per piccoli giochi politici si è perso e si perderà altro tempo …

    • Redazione scrive:

      Massimo, nel pubblicare lo scritto nella forma in cui l’ho ricevuto, rilevo che il testo non entra nel merito delle argomentazioni sviluppate nel pezzo di cui vuole essere commento.

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